Di muse ispiratrici e di clown

Nel locarnese una produzione teatrale vivace che convince e fa riflettere
/ 07.03.2022
di Giorgio Thoeni

Questa settimana ci occupiamo di due spettacoli andati in scena nel locarnese, un’area geografica che sembra distante anni luce dall’eliocentrismo luganese. Eppure anche da quelle parti accadono cose. Magari sporadiche. Certamente significative. Con un sottile filo a unire origini e modi nella diversità, come una comune matrice di teatro fisico incontrato alla scuola di Verscio che si rimodella su altre forme.

Il primo sipario si apre su Stefania Mariani, artista presente da anni sul territorio con StagePhotography proponendo spettacoli incentrati sulla narrazione. Con il recente Straordinaria tu! visto al Teatro del Gatto di Ascona, scritto con Laura Mella e diretto da Jean-Martin Roy, la Mariani disegna il profilo di tre figure femminili esplorando l’unicità delle loro personalità attraverso vicende biografiche. L’americana Emily Dickinson, la svizzera Ella Maillart e la napoletana Filumena Marturano: tre donne che sembrano non avere nulla in comune ma che sono unite dall’atteggiamento che hanno avuto nei confronti della vita.

Una forza che la Dickinson, nel suo volontario isolamento, tradusse in quartine memorabili, passionali e intimiste, sulla natura, l’amore, la spiritualità, diventando un’icona della poesia. Tinte forti anche per l’avventurosa Maillart, fotoreporter, viaggiatrice, riferimento per l’autodeterminazione femminile. Come la figura della Marturano che, sebbene nata dalla fantasia di Eduardo, si lega alle altre due vite vissute controcorrente rispetto ai modelli sociali. Sola in scena, la Mariani trasmette il piacere di una narrazione senza fronzoli, una teatralità garbata, quasi sottovoce, dove anche l’uso della lingua diventa un misurato esercizio attorno a personaggi che hanno ancora molto da insegnarci.

Degno di nota anche Zum Polarstern …zweite Strasse links (Per la stella polare …seconda strada a sinistra) della lucernese Priska Elmiger. Il lavoro, creato nel 2021 per il Master in Teatro Fisico, è stato riproposto a Verscio con la regia di Mikaela Hasan. Elmiger sviluppa il suo personaggio a cavallo del mondo stralunato e innocente del clown sfruttando la musica, immagini filmate e proiettate su uno schermo nell’incontro con la fisicità del reale: metafora della ricerca di un posto in una società omologata. L’equilibrio teatrale della Elmiger parte dal dettato di Lecoq, attraversa altre esperienze e approda in Ticino con un progetto maturo, interessante, nel complesso meritevole.