Di cowboy sgangherati

Il ritorno dei fratelli Coen con «La ballata di Buster Scruggs»
/ 17.12.2018
di Alessandro Panelli

L’ultima fatica dei fratelli Coen è suddivisa in sei storie western rappresentate tutte all’interno di un libro. Infatti la transizione tra una storia e l’altra viene fatta da una mano che gira le pagine del libro capitolo dopo capitolo. Una composizione narrativa senza dubbio interessante che vi terrà incollati per tutte le due ore e quindici di questa Ballata di Buster Scruggs.

Ogni vicenda è a sé stante e tutte assieme ricalcano il grande orizzonte dei tipici cliché western (naturalmente condito dall’inconfondibile stile dei fratelli). Incontriamo un gentile fuorilegge canterino (Tim Blake Nelson) e rapinatore tenebroso ma un po’ maldestro (James Franco), un triste impresario di spettacoli (Liam Neeson) e un determinato cercatore d’oro (Tom Waits), un conduttore di carovane e infine stravaganti mietitori e cacciatori.

È fantastico come ogni ambientazione sia suggestiva e caratteristica esattamente come tutte le storie, sorrette da una scrittura impeccabile. I personaggi posseggono tutti il tipico timbro dei Coen: onirici, imprevedibili, carismatici, divertenti, letali e talvolta anche distratti e stupidi. Non manca il proverbiale umorismo grazie al quale avvenimenti assurdi vengono accostati a impronte drammatiche spesso inaspettate. Inoltre a contraddistinguere ancora meglio questa magnifica raccolta c’è una componente da film musical che permette allo spettatore di capire che quanto accade sullo schermo non sta né in cielo né in terra, caratterizzando ancora di più il mondo all’interno del film. A livello tecnico ci troviamo di fronte a campi lunghissimi che riempiono lo schermo con paesaggi mozzafiato e rimandi ai film di Leone con la silhouette dei cowboy in lontananza. 

La fotografia è dinamica e passa da ambienti polverosi, chiusi e cupi, a spazi sconfinatamente sereni. Nei sei episodi ritroviamo gran parte degli schemi che il cinema western ci ha regalato in tutta la sua storia. I fratelli Coen confezionano un’opera audace, variegata e distinta, e ciò nonostante il punto di partenza non sia mai particolarmente originale, ritroviamo infatti duelli, carovane, diligenze, pellerossa a cavallo e saloon. 

Unico punto negativo è che gli episodi (oltre ad essere eterogenei per lunghezza e importanza) a tratti appaiono come un assaggio di qualcosa di più grande: quando ne termina uno si ha la convinzione che entro la fine del film esso debba in qualche modo essere ripreso o perlomeno citato, ma ciò non avviene mai. Bastano però pochi minuti per essere catapultati in una nuova, avvincente avventura.

Joel ed Ethan Coen si confermano ancora una volta capisaldi del cinema moderno, presentando un’opera che riassume bene decenni di cinema western. Tutti i cliché si ripresentano con una nuova veste, che dà spazio in egual misura alla risata e alla tristezza, al lieto fine e al dramma, alla dolcezza e a indugi più squisitamente splatter.