Una delle ultime opere di Harold Pinter (1930-2008), Ashes to Ashes debutta al Royal Court Theater di Londra nel settembre del 1996 con la regia dell’autore. Un anno dopo dirigerà anche la versione italiana al Biondo di Palermo con una strepitosa Adriana Asti. Il Teatro Foce di Lugano lo scorso fine settimana ha accolto la prima di Ceneri alle Ceneri del Teatro di Emergenza con la regia di Luca Spadaro e l’interpretazione di Silvia Pietta e Sebastiano Bottari. Ebreo di nascita, il drammaturgo londinese (scrittore, poeta, sceneggiatore e Nobel per la Letteratura) viene spesso descritto come il padre di quella drammaturgia dell’assurdo caratterizzata da dialoghi fulminanti, ironici, dal linguaggio inibitorio, drammatico, dall’importante carica sociale e impegno civile. Ma non aveva mai scritto opere che facessero riferimento all’Olocausto come Ashes to Ashes. Il titolo inglese dell’atto unico si ritrova in una canzone di David Bowie dove il Duca Bianco riflette sul passato aprendo una speranza per il futuro: ma è solo una citazione in comune tratta dal libro della Genesi. In Ceneri alle Ceneri Pinter allude alla Shoah senza mai nominarla, abbandonando lo spettatore in un contesto arido di sentimenti ma suscettibile di profonde emozioni, nel dubbio fra una dimensione di vittima e carnefice. È l’architettura di un dialogo fra lui e lei che costruisce il luogo della memoria mascherato in un confronto coniugale che sussulta nell’incedere fulminante di una tremenda allusione.
In scena, il quadro di un’intimità dalla quiete apparentemente irreale per la dinamica di uno scontro nella prospettiva di una vicinanza quasi morbosa, a tratti distante, impersonale, straniante.
Non c’è trama fra presunti coniugi ma il disincanto di vaghi ricordi da parte di lei. Un amante o un aguzzino? L’ombra di una bambina scomparsa: è la figlia? Lui la incalza con le domande, affiorano immagini rimosse in un dialogo serrato che fanno emergere testimonianze di un passato sconvolgente, violento, crudele, frammisto a desideri inconfessabili e un’infedeltà non dichiarata. Gli orrori appaiono come svelati nel complesso intreccio di parole, fra confessioni e profondi silenzi, slanci d’affetto e di rabbia. Pinter, insomma. Magistrale e grandioso. Alla sua terza prova dopo Il custode e Il calapranzi, con Ceneri alle Ceneri Luca Spadaro firma una delle sue regie più mature e convincenti cesellando l’ossatura del dialogo con esemplare perfezione. Un’efficacia restituita anche grazie all’ottima prova degli interpreti, dall’intensa espressività di Silvia Pietta al misurato contraltare di Sebastiano Bottari.
A Verscio non solo clown
Un fitto programma fra conferenze e spettacoli ha recentemente caratterizzato il convegno internazionale dedicato alla Comicità organizzato dall’Accademia Dimitri di Verscio. Nato da un progetto di Anna Stoll Knecht (Music and Clowning in Europe) del settore della Ricerca e sostenuto dal Fondo Nazionale, l’appuntamento ha permesso di esplorare l’argomento sotto molteplici aspetti, dai più classici e tradizionali ai più contemporanei, setacciando meccanismi e teorie. Un mondo ricco e frastagliato si è così affacciato in veste accademica con una formula che ha permesso un approfondimento senza certi inutili stereotipi ma offrendo contenuti particolareggiati e indagini di livello. Dai meccanismi dei lazzi comici della Commedia dell’Arte all’analisi dell’umorismo nel pensiero di Kierkegaard fino alle analogie e differenze fra comicità verbale, sonora e gestuale nella relazione fra commedia, farsa, improvvisazione al linguaggio universale del Mistero Buffo di Dario Fo, senza dimenticare il mondo del clown al circo e a teatro. Analisi interessanti, evidentemente incomplete, ma molto stimolanti per vastità e ricchezza. Una proposta che ha permesso un approccio differente a un mondo affascinante che non appartiene solo allo spettacolo e ai suoi personaggi più singolari ma che abbraccia l’essere e il suo divenire in tutta la sua potenzialità.