In calendario dal 10 al 15 maggio Festa danzante Ticino organizzata nella nostra regione da Tiziana Conte con la sua équipe ha potuto regalare a una variegata platea le sue singolari dinamiche disseminandole fra spazi teatrali, musei, parchi, piazze e persino facciate di edifici.
Da Lugano a Mendrisio, Locarno, Bellinzona e Chiasso è stata così una fioritura di interessanti eventi creati per avvicinare il pubblico alla danza. Ci siamo soffermati su due spettacoli allestiti sul palco del Teatro Foce (in collaborazione con il LAC), specchio di una contemporaneità in cui la creatività fa il paio con una costante e approfondita ricerca. Dal pluripremiato Beast Without Beauty (Bestie senza bellezza) della C&C Company di Carlo Massari, una dimensione cinematografica del primo impatto che si sviluppa in una frenetica, irriverente e ponderata riflessione sulle miserie umane attraverso archetipi del male. Primo fra tutti nell’incontro hitleriano con la razza eletta in una variante tra solitudini beckettiane e inquietudini orwelliane. Quasi una emblematica proiezione sulle drammaticità del presente. Uno spettacolo volutamente forte, ambiguo, ibrido e dalla dinamica perfetta nella coreografia di Carlo Massari con Emanuele Rosa, affiatati e instancabili interpreti di un meticoloso progetto di arte anfibia ovvero di una realtà postdrammatica che coniuga varie discipline.
Altro discorso con ARIA della Cie Prototipe Status di Jasmine Morand, un bell’assolo di Fabio Bergamaschi incentrato sulla percezione della velocità da parte di un pilota automobilistico fra leggerezza, impatto con l’aria e la resistenza dettata dalla gravità. Una prova di fisicità misurata, dinamica e post-futurista, sul soffio di tre maxi ventilatori.
Per concludere non potevamo dimenticare l’insolito incontro fra la danza e la letteratura celebrato al San Materno di Ascona con il noto scrittore e critico Silvio Perrella per una sorta di rilettura filosofica di Italo Calvino. Un viaggio fra parole e gestualità con la complicità coreografica di Tiziana Arnaboldi e due danzatori della sua compagnia, Francesco Colaleo e Maxime Freixas, votati alla costruzione di geometrie in movimento.