Bibliografia
Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza, Mondadori, pp. 201


Con la giusta distanza

Nel più recente romanzo di Teresa Ciabatti di nuovo la questione estetica narrata attraverso le esperienze autobiografiche
/ 12.04.2021
di Laura Marzi

Era molto atteso il nuovo romanzo di Teresa Ciabatti che con La più amata (Mondadori, 2017) si è classificata seconda al premio Strega, suscitando però una tale curiosità, da risultare quella che si dice la vincitrice morale nella gara per il riconoscimento letterario più importante d’Italia.

In questo suo ultimo cimento Sembrava Bellezza, edito da Mondadori, Ciabatti decide di portare all’interno della narrazione una parte della sua verità. La voce narrante nonché protagonista del romanzo è infatti una scrittrice che ha ottenuto molto successo, almeno così sembra per buona parte del testo, con il suo ultimo libro. Si tratta di una donna che, come l’autrice stessa, dalla provincia è approdata a Roma ragazzina, diventando immediatamente vittima di emarginazione. Con sua madre e suo fratello – abbandonati dal padre – si è infatti trasferita nel quartiere Parioli, famoso per essere la zona di Roma in cui dorme l’alta borghesia. La famiglia della protagonista, però, non può stare al passo con le abitudini parioline, così lei inizia a ingurgitare un senso di inadeguatezza che aumenta proporzionalmente al suo peso corporeo.

Ritroviamo allora in questa donna i tratti della protagonista del romanzo La più amata: si tratta in effetti di esperienze che Teresa Ciabatti ha vissuto e che sono dunque autobiografiche. Qui l’insistenza rispetto all’emarginazione classista di cui è stata vittima si sposta su un particolare del corpo interessante, che non è quello del solo sovrappeso: la protagonista di Sembrava bellezza ha un seno decisamente più piccolo dell’altro, tanto che fin dall’insorgere della pubertà, i medici hanno consigliato l’operazione per correggere un’anomalia che sarebbe solo peggiorata col tempo.

Già dal titolo, infatti, si comprende come la questione estetica sia centrale nel romanzo e Ciabatti è molto brava a presentarla attraverso un prisma che non illumina solo il corpo, che pure è fondamentale. Infatti, la bellezza che manca alla protagonista del romanzo manca anche alla sua migliore amica dei tempi dell’adolescenza: Federica. La storia prende le mosse proprio da questo incontro che avviene a distanza di trent’anni, quando Federica la ricontatta per congratularsi del suo successo come autrice e le due ricuciono il loro rapporto che si era interrotto molti anni prima. Federica, appunto, ai tempi del liceo non era affatto bella, anche lei era grassa, però a differenza della protagonista la sua casa e i suoi genitori lo erano, soprattutto a incarnare la perfezione era la sorella di Federica: Livia.

Bionda, magra, bellissima, scostante e dispotica: Livia è la regina, senza dover fare alcuno sforzo e suo malgrado. Ciabatti è molto brava a raccontare come tale perfezione non metta al sicuro neanche Livia dal dolore del mondo, dal male che le persone agiscono e subiscono inevitabilmente, qualsiasi sia la loro condizione sociale ed estetica. Nel romanzo a fare da sfondo è proprio questo sentimento di malignità che la protagonista genera intorno a sé, a causa di una meschinità profonda. Non sappiamo se questo tratto della personalità derivi dalla sua esperienza tragica al liceo Mameli di Roma, famoso per essere uno dei più prestigiosi della capitale o se invece, come la protagonista suggerisce, sia da imputare a una tara genetica. Sicuramente Teresa Ciabatti sa raccontare questa banale bassezza umana, come era già risultato evidente nel romanzo La più amata.

La donna protagonista è una persona arrivista, che dichiara apertamente di fingere sempre, soprattutto quando si tratta della sua carriera di scrittrice, che viene descritta come una messinscena totale. A svelare, a porre un limite invalicabile al suo tentativo costante di usare le persone, di costruire rapporti basati sull’assenza di sentimento e verità, però c’è la figlia Anita. È la sua ossessione: vorrebbe ricucire un rapporto devastato dalla violenza che lei ha usato nei confronti della sua bambina, fin da quando era piccolissima. La ragazza, però, a differenza degli altri personaggi, è davvero giovane e non è corruttibile.

La grande abilità di Ciabatti è quella di costruire una personaggia protagonista così ripugnante da permettere a lettrici e lettori di mantenere la giusta distanza per osservarla come se fosse una freak, intuendo allo stesso tempo la verità di tutto ciò che racconta.