Death to 2020 è un mockumentary britannico del 2020 realizzato dai creatori della serie TV di culto Black Mirror: Charlie Brooker e Annabel Jones, con la partecipazione di Samuel L. Jackson, Hugh Grant, Lisa Kudrow e Joe Keery. L’opera si prende la libertà di narrare e riassumere in poco più di un’ora gli avvenimenti più incisivi di questo sciagurato 2020 attraverso un’impronta umoristica e satirica.
Sotto forma di falso documentario gli attori ricoprono i ruoli di quelli che potrebbero essere fondamentali opinionisti per un’analisi seria e professionale degli avvenimenti, ma che in questo film vengono parodiati e rappresentati in modo umoristicamente caricaturale. Si passa da un fittizio storico che basa le proprie analisi sulle trame di film di fantascienza o di videogiochi (Hugh Grant), a una psicologa in collera nei confronti dell’intera umanità (Leslie Jones), fino a un giovane influencer dalle manie di protagonismo (Joe Keery). Attraverso il racconto e le opinioni espresse da questi «esperti» viene ripercorso, mese dopo mese, il singolare anno che ci siamo finalmente lasciati alle spalle.
La scelta che porta Brooker e Jones a parlare del 2020 in maniera umoristica è senza dubbio coraggiosa e per certi versi discutibile. Ciononostante la visione intrattiene e provoca più di qualche risata, ed è un ottimo modo per sdrammatizzare i problemi che tuttora incombono su ognuno di noi.
Se da un lato le battute sono più che efficaci, riuscendo persino a far riflettere sull’assurdità di molti avvenimenti, dall’altro l’impronta Netflix nel mantenere alta la bandiera democratica si fa sentire con battute plagiate dalle peggiori pagine umoristiche di Instagram che appaiono piuttosto inutili, banali e riempitive. Andando più nel dettaglio, nella seconda parte del film viene data molta importanza alle elezioni americane, che vengono dipinte attraverso l’intervista al «cittadino medio». Nonostante sia ben chiara la corrente politica del colosso dello streaming, Brooker riserva le battute più esilaranti e riuscite ai candidati democratici, in quanto quelle che criticano Trump risultano piuttosto sature e prive di originalità. Ovviamente non mancano auto-riferimenti da parte di Netflix che, come tutta l’opera, si rivelano altalenanti, passando dall’essere azzeccati a risultare pesanti e ingombranti.
Death to 2020 non è un documentario oggettivamente necessario e non raggiunge nemmeno picchi di umorismo particolarmente notevoli, ma la satira che lo caratterizza riesce tuttavia a intrattenere e a far ridere lo spettatore quanto basta per tentare una pur improbabile minimizzazione dei tragici eventi relativi alla pandemia.