Il periodo che speriamo di esserci lasciati alle spalle ha generato ripercussioni sulla cultura in tutte le sue declinazioni, a cominciare dal Teatro per cui ora la parola d’ordine è: risollevarsi e guardare in avanti. Il contesto di crisi ha generato soluzioni di fruizione originali e molto streaming. Fra gli esempi regionali più rappresentativi ci piace ricordare Zona 30, la breve e seguita rassegna organizzata dal Teatro Sociale di Bellinzona e il progetto Lingua Madre. Capsule per il futuro, la ricca e premiata proposta (Hystrio Digital 2021) messa in rete dal LAC di Lugano, pronto a inaugurare il cartellone di LAC en plein air con la lettura di pagine scelte dell’Odissea per la regia di Luca Spadaro. Sempre sulle rive del Ceresio ha ormai preso piede l’undicesima edizione del Longlake Festival con un fitto calendario di proposte. Un’ulteriore opportunità per tutti quegli artisti rimasti forzatamente fermi sul piano produttivo.
Ferruccio Cainero, troubadour e fantasista della narrazione, è così recentemente tornato alla ribalta del Boschetto Parco Ciani con il suo Cristoforo Colombo e le farfalle, spettacolo che, dopo il debutto al Sociale nell’ottobre del 2018, è rimasto forzatamente al palo e che va ad ascriversi nel lungo elenco delle sue numerose performance da solista. Che è anche la principale cifra stilistica dell’attore, autore e regista: appropriarsi della scena attingendo alla Storia e alla microstoria, particolarità del teatro di narrazione che, a differenza di altri interpreti più blasonati, Ferruccio ci restituisce permeandone i contorni con una dimensione intima, famigliare, creando un’empatia naturale a cui il pubblico ormai è affezionato e gli riconosce.
Il suo Colombo è forse il miglior risultato di un attento e studiato percorso dove l’affabulazione si circonda di un arcobaleno divulgativo i cui colori tingono una parola misurata, puntuale, appassionata e coinvolgente. Un processo maturato in anni di esperienza, pronto per la grande platea come per l’incontro con le scuole. La storia del viaggio del navigatore, reso dall’attore attingendo anche a una perfetta cadenza xeneize in omaggio alla maschera di Gilberto Govi, si ispira in gran parte alle pagine del suo diario di bordo. Ma quella sospirata circumnavigazione da levante per il ponente nata pensando di arrivare alle Indie, non è solo il racconto strumentale di un’avventura, ma restituisce la cronaca drammatica di un genocidio che ha spopolato quelle terre in nome dell’avidità e di un profitto ammantati dal messaggio di redenzione. Uno scenario che già Conrad aveva immaginato come un cuore di tenebra e che Ferruccio fa volare sulle ali di mille farfalle con un racconto perfetto.