Disabilità, diversità, handicap, normalità, diversamente normali, alterità: un esercizio semantico che potrebbe continuare a lungo a dipendenza dei generi a cui un progetto viene accostato e sviluppato per includere persone che, per cause diverse, non appartengono all’insieme dei cosiddetti normodotati o a particolari gruppi sociali.
Il mondo del lavoro, della formazione in generale e, in particolare, quello dello spettacolo hanno da tempo dato ampio accesso a soggetti portatori di anomalie scoprendo un universo di poesia e bellezza, leggerezza e profondità messe in luce attraverso un linguaggio unico e originale che, assolutamente distante da parametri dove l’accettazione è velata da imbarazzante pietismo, permette scoperte straordinarie, arricchenti sotto ogni punto di vista.
Il mondo dello spettacolo conosce bene questa dimensione che negli ultimi due decenni ha conquistato uno spazio di equidistanza e rispetto. La scena ha trasformato certe realtà in territori di fascinazione e dialogo avvicinando i confini della periferia del disagio.
Gli esempi sono molti e abbracciano più ambiti, dal teatro alla danza e ognuno di essi ha mostrato e tuttora mostra parametri di unicità e di originalità che diventano antidoti ai luoghi comuni accanto all’indubbio valore del messaggio. Inclusione sociale per una scena aperta su una piattaforma didattica e formativa di alto valore. Qualunque sia il linguaggio scelto per i progetti che li associano. Un esempio è quello legato a Clown Syndrom che andrà in scena il 19 settembre nella Sala Multiuso di Paradiso (ore 20.00) promosso, fra gli altri, dalla Chiesa Evangelica Riformata del Sottoceneri.
Ne è autore Olli Hauenstein, personaggio noto che, oltre aver frequentato per molti anni le scene nazionali e internazionali, molti ricorderanno nel duo Illi & Olli. L’artista svizzero è al centro dell’attenzione con uno spettacolo da lui ideato e diretto che lo vede protagonista con Eric Gadient, attore con la sindrome di Down. I due sono accompagnati alle tastiere da Andreas Kohl.
Clown Syndrom ha debuttato tre anni fa e vanta oltre 150 repliche fra Svizzera tedesca, Germania, Austria e anche Italia. La sua valenza internazionale è data dall’uso di immagini, gesti, suoni e situazioni dove le parole non sono necessarie. «Non è uno spettacolo diverso dagli altri», ha spesso dichiarato Olli Hauenstein, «il mio partner ed io siamo in scena allo stesso livello, Eric ha un grande talento».
Un elemento importante in questo progetto è certamente legato alla figura del clown, ideale per abbracciare e contenere in sé situazioni di apparente diversità lasciando emergere quella comicità e quella poesia che contraddistinguono la semplicità e la leggerezza degli sketch. I problemi del personaggio clownesco, quel suo essere eternamente a disagio con la normalità, quelle sue battaglie per la sopravvivenza con la sua ricerca di soluzioni per risolvere certi insormontabili problemi, tutto questo è l’essenza della sua unicità: una caratteristica che è stata utilizzata da personaggi leggendari, sia del mondo del circo sia di quello del palcoscenico dove l’handicap e quel mondo stralunato e alieno sono da sempre la matrice e nutrimento, linfa di ispirazione per numeri straordinari nella ricerca di un linguaggio universalmente riconoscibile.
Clown Syndrom si prefigge di raggiungere proprio in scena una sorta di uguaglianza teatrale attraverso il clown, trasformandola in una sindrome: il senso di un titolo che è anche il racconto di un’amicizia trasformatasi in complicità teatrale.
Dove e quando
Clown Syndrom, con Olli Hauenstein ed Eric Gadient, 19 settembre 2020, Sala Multiuso Paradiso. Acquisto biglietti: ilmosaico.cers@gmail.com
Clown in scena contro la diversità per un messaggio di inclusione
Dopo una tappa al Teatro Dimitri approda a Paradiso lo spettacolo Clown Syndrom con Olli Hauenstein ed Eric Gadient
/ 07.09.2020
di Giorgio Thoeni
di Giorgio Thoeni