Per il dottore in fisica Mario Camani, la lunga carriera amministrativa come responsabile dell’ambiente per il Canton Ticino, conclusa nel 2006, aveva già iniziato a intrecciarsi con l’inizio di una nuova avventura: il teatro. Anche se, a ben vedere, entrambi i capitoli di vita hanno avuto (e hanno) a che fare con la luce dei riflettori. Come primo responsabile dell’energia in Svizzera e precursore della difesa dell’ambiente, Camani aveva infatti già vissuto un lungo periodo da protagonista in cui i suoi punti di vista si sarebbero inseriti in una somma di vivaci, frequenti e controversi dibattiti d’attualità.
Oggi, a bocce ferme, è giusto ammettere che il calore dei fari che si sono poi accesi sulle sue esibizioni è decisamente preferibile a quelli più chiassosamente massmediatici che sono stati puntati su controversie spesso condizionate dall’umore della politica. E poi, a ben vedere, la sua passione teatrale si è trasformata in una sorta di elisir di lunga vita: all’alba dei suoi 75 anni portati splendidamente, ecco che vederlo in scena ci fa capire quanto cuore ha da vendere Mario Camani grazie a una coraggiosa e conquistata bravura. Ma non è solo. Da una quindicina d’anni gli fa compagnia Luzia Bonilla, svizzero-peruviana nata e cresciuta ad Arcegno, un’artista che vanta un fitto curricolo professionale nell’ambito delle arti circensi e dello spettacolo.
Luzia è davvero molto brava, elegante e sicura di sé. Ma è proprio nel contrasto con la passione amatoriale di Mario che l’atmosfera circense prende forma, animata da un grande spirito di onesta e contagiosa semplicità. Però ammettiamolo: se Camani non fosse stato il Camani che abbiamo conosciuto in passato, quello del «dopo Cernobyl», probabilmente non ce ne saremmo occupati. Eppure è proprio questo suo salto in avanti ad averci affascinato.
Quell’omino dallo sguardo stralunato, con un casco di capelli grigi perennemente arruffati e una fisionomia che ricorda Stan Laurel, si è trasformato in un personaggio pronto a far sorridere grandi e piccini. In un’ora circa di divertimento, il duo Luzia-Mario ha appena concluso la piccola tournée ticinese di Circoncerto, una serie di numeri di jonglage, di acrobazia in un misto di clownerie. Come far ruotare sfere di cristallo sul palmo di una mano, come far volteggiare in aria le classiche palline o le clave o addirittura una mazza da baseball, come lasciarsi ipnotizzare dai vortici dell’hula hoop sull’elegante corpo di Luzia, come rimanere in equilibrio su un pallone o su un monociclo.
Ci vuole maestrìa per tutto questo. E anche laddove la perfezione sembra essersi distratta, la complicità del pubblico non abbandona quella loro tenera complicità. Ci piace infine aggiungere che aver visto Circoncerto ci ha dato anche l’occasione di riscoprire la bellezza delle piccole sale ticinesi, quelle degli oratori, spesso dei gioiellini sottovalutati ma importanti per il ruolo che hanno nella diffusione dell’intrattenimento e della cultura.