Per quanto alle nostre latitudini il suo nome non sia mai assurto a veri picchi di popolarità, nella madrepatria inglese il 59enne Jools Holland è ormai da tempo definibile come un cosiddetto «household name» – ovvero, una figura nota e amata da ogni singola famiglia britannica. Ciò si deve principalmente alla sua presenza pressoché costante nei palinsesti televisivi della BBC con l’ottimo programma musicale Later… with Jools Holland, nonché alle molteplici avventure con la celebre Rhythm & Blues Orchestra da lui fondata: una classica «big band» d’altri tempi dallo spirito a metà strada tra swing, R’n’B e jazz, specializzata nella reinterpretazione di standard inglesi e americani degli anni d’oro.
E poiché, negli ultimi tempi, le avventure discografiche di Jools sono state equamente divise tra la sua orchestra e gli svariati dischi da lui incisi in coppia con interpreti di talento (da Ruby Turner a Tom Jones), ecco che oggi, nella sua lungimiranza, il cantante inglese ha deciso di guardare un po’ più lontano, cimentandosi in un vero e proprio «esercizio di stile» tramite la collaborazione di un’autentica leggenda della musica leggera come José Feliciano. Cieco dalla nascita, in oltre cinquant’anni di carriera l’artista portoricano è riuscito a volgere un apparente svantaggio in un punto di forza, inventandosi uno stile interpretativo unico al mondo, basato sulla sovversione degli abituali schemi ritmici del pop – il tutto combinato a un virtuosismo chitarristico tale da farlo annoverare tra i grandi nomi della musica latina.
E dal momento che gran parte della carriera di José è basata sulla reinvenzione di brani di successo del repertorio pop-rock contemporaneo (su tutte, si veda la sua magnifica cover di Light My Fire dei compianti Doors), questa sua collaborazione con Holland appare, in fondo, assolutamente naturale, poiché incentrata proprio sulla rivisitazione di pezzi celebri a firma dei più disparati autori; un esperimento riuscito, poiché, nonostante lo stile abituale di Jools possa, di primo acchito, apparire come quasi agli antipodi rispetto alle suggestioni amate da José, la commistione risulta a dir poco perfetta.
Così, classici intramontabili del songbook americano quali Hit the Road Jack e Honeysuckle Rose – qui sapientemente rimaneggiati per collocarsi a cavallo tra blues, swing e jazz – si animano di nuova linfa vitale: anche perché il timbro intramontabile della voce di Feliciano e la sua inconfondibile chitarra solista donano una nuova dimensione al lavoro dell’orchestra di Holland, arricchendolo di un sapore «latino» inconsueto e intrigante. Insieme, José e Jools dimostrano di sapersela cavare con qualsiasi registro, passando senza alcuna fatica da capisaldi del blues tradizionale come Midnight Special a canzoni di Natale quali la celeberrima Feliz Navidad (ben nota ai fan di Feliciano), che l’orchestra ammanta qui di un sound carico delle suggestioni sudamericane della natia Puerto Rico; ed è interessante notare come gran parte della tracklist consista in brani per entrambi «collaudati», cioè già interpretati da Jools o José negli album da loro incisi: tra questi brillano l’indimenticabile ballata beatlesiana In My Life e una gemma come Baby Can I Hold You, glorioso cavallo di battaglia della cantautrice americana Tracy Chapman, a cui Feliciano ha reso omaggio in un album del 2016 a tiratura limitata (My Latin Street, Vol. 1).
Dalla prima all’ultima traccia, l’ascolto di questo CD si rivela quindi un piacere assoluto per le orecchie e una consolazione per l’anima: si passa dalle atmosfere suadenti e a tratti perfino sexy di You’re So Cold, che si avvale della collaborazione di Rita Wilson, a pezzi ammantati di grazia e profondità veramente notevoli (Treat Myself), fino ad arrivare all’irresistibile sound jazzato della title track As You See Me Now, valorizzata da una sezione di fiati impeccabile, che riporta l’ascoltatore alle atmosfere dei fumosi club speakeasy americani degli anni 30; senza dimenticare le irresistibili venature al sapore di flamenco di Let’s Find Each Other Tonight.
E se, dopo tanti anni, la voce dell’interprete portoricano non può più definirsi quella di una volta, non vi è dubbio che la sua chitarra acustica resti uno dei maggiori tesori che la musica sudamericana contemporanea possa vantare; in più, l’innegabile maestria di una combinazione apparentemente azzardata come quella con la The Rhythm & Blues Orchestra non fa che acuire il senso di meraviglia che una simile operazione suscita nell’ascoltatore. Questa è musica che fa bene al cuore e allo spirito, suonata e interpretata con vera passione e professionalità; e benché, per sua stessa natura, un simile CD sia difficilmente capace di offrire esperienze di ascolto nuove o imprevedibili, il solo fatto che l’attuale scena musicale – troppo spesso caratterizzata da interpreti scialbi e tecnicamente poco professionali – possa ancora beneficiare di simili offerte è di grande conforto per qualsiasi vero appassionato.