Concorso

Sulla pagina web www.azione.ch/concorsi le istruzioni per vincere alcuni biglietti gratuiti del Concerto di Mario Biondi, al Palazzetto Fevi di Locarno il 24 novembre, ore 20.30. Il concorso termina mercoledì 21 novembre a mezzanotte.

Buona fortuna!


Biondi, il suono della libertà

Intervista al musicista italiano che sarà a Locarno il 24 novembre per il 10° Concerto per l’infanzia, evento sostenuto dal Percento culturale di Migros Ticino
/ 19.11.2018
di Enza Di Santo

Mario Biondi, la tournée di novembre del suo nuovo album Brazil è iniziata: come sta andando?Il tour in realtà non è mai finito, e devo dire che sta andando davvero molto bene. Abbiamo già fatto tanti giri, incontrato tante belle persone, visto tanti posti nuovi e tante culture meravigliose.

Molte culture anche all’interno del suo nuovo album che ha sonorità super variegate, diversi linguaggi, diverse lingue…Sì, mi sono addirittura lanciato in francese. Devo dire che è un progetto piuttosto ambizioso, ma mi ha divertito estremamente e mi ha portato a registrare in Brasile in quattro lingue: inglese, portoghese, italiano e francese. Una sfida incredibile ma molto molto divertente.

I brani non seguono uno stesso genere musicale: come mai questo miscuglio? Io sono un inquieto dalla nascita, e siccome molto spesso mi annoio, ho la percezione di far annoiare gli altri, quindi mi piace molto diversificare. Forse ho fatto delle scelte un po’ rischiose, non perseguendo tutta la vita la stessa canzone e la stessa melodia, ho cercato ogni volta, con ogni disco di rinnovare le idee. Sento che il mondo cambia sotto i nostri piedi e tutto scorre, e quindi mi piace vivere in quell’atmosfera, in quella dimensione di cambiamento continuo. La tournèe italiana prevederà dei cambi di formazione, proprio per non smentire quello che ho detto prima. I Quintorigo faranno parte della squadra, Federico Malaman che in questi giorni debutta con il suo album, sarà con noi, e ci saranno anche Massimo Greco e Tosh Peterson giovanissimo batterista californiano che ha ispirato in qualche modo il cambiamento e la voglia di coinvolgerlo in questo progetto. Non mi piace cullarmi sugli allori, ho bisogno di qualcosa di nuovo.

Nuovo è il singolo I wanna be free uscitoil 9 novembre, cosa ci racconta di questo brano?Intanto, I wanna be free, è un altro dei miei esperimenti, come al solito, supportato dai miei musicisti, che sono persone di un’estrema pazienza e che metto spesso davanti a situazioni difficili o improponibili da concepire. I wanna be free nasce da una session in un appartamentino all’interno di un convento di gesuiti del 1600, e forse non è così poetico, ma mentre il pianista Max Greco, si assentava per andare in bagno, io provavo dei suoni, in particolare un suono di coro che mi piaceva molto, così è nato il ritornello e al suo ritorno abbiamo sviluppato la strofa. (Ride).

Così, un lampo… di genio...Sì, molto spesso le canzoni sono questo, attimi, sono quella luce dopo il tunnel, oppure il buio di colpo in una giornata di sole. Sono gli eventi forti e densi dai quali nascono i pensieri che poi diventano vite intere, perché una canzone ha anche la capacità di essere una vita intera. I wanna be free è una canzone con atteggiamento più pop rispetto ad altri miei brani, ma ha contaminazioni fusion e progressive rock tipico dei Quintorigo, c’è elettronica, c’è jazz e soprattutto c’è la sensazione che ha accompagnato la creazione di questa canzone: «abbasso l’oppressione, evviva la libertà!», in cui la libertà è intesa con la sua accezione vera, stare bene senza gravare sulla libertà degli altri.

Lei è l’unico crooner affermato in Italia, come vede il panorama musicale attuale rispetto alle voci giovani?Credo ci siano delle grandissime potenzialità che però, a mio avviso, vengono sfruttate al minimo, forse perché l’Italia non è strutturata come lo sono altri paesi a supportare realmente un’artista che si lancia in sperimentazioni importanti. Ho avuto la fortuna di avere un cavallo vincente come This is what you are che mi ha portato in giro per tutto il mondo. Mi piacerebbe condividere questa fortuna con alcuni giovani, sicuramente molto bravi nel panorama italiano, ma che hanno bisogno di un anello di congiunzione con l’internazionalità. Fondamentalmente, in Italia qualsiasi cosa arrivi dall’estero è ritenuta meravigliosa, mentre molto spesso quello che nasce in Italia, viene messo da parte. Se «la tua famiglia» non ti supporta, all’estero non ti prenderanno sul serio. Il bel canto italiano, che esiste dal 1800 e che porta avanti un concetto legato alla classicità (che naturalmente adoro e che deve fare parte della nostra cultura) ritengo sia d’ostacolo al sostegno dell’internazionalità. La credibilità artistica italiana all’estero cala se non si canta O sole mio. (Ride)

La scena italiana vive un momento particolare, ci sono cantanti del passato e quelli emergenti dal contesto vasto e sommerso di YouTube. Lei dove si pone?Nel mezzo come sempre, dove non c’è nessuno e il clima è più caldo.

Ha il monopolio sul suo genere…Sono stato testone e continuo ad esserlo. Voglio portare avanti la mia idea perché mi piace essere onesto con le persone, voglio essere me stesso e voglio essere libero… I wanna be Free, I wanna be me, perché solo essendo se stessi si può migliorare, mentre cercando di essere ciò che non si è, non è possibile far crescere niente.

Prossima tappa al Concerto per l’infanzia del 24 novembre...Io sono sempre lusingato di poter prendere parte ad eventi benefici che si occupano di famiglie che vivono una difficoltà oggettiva. Vorrei ringraziare gli organizzatori e la popolazione di poter essere l’interprete di questo momento di solidarietà a Locarno.

http://atfa.info/concerti-per-linfanzia-dal-2010/