Chiunque ami la musica rock a tal punto da trascorrere buona parte del proprio tempo libero visionando e ascoltando ogni tipo di nuovo prodotto proveniente dalle terre anglofone, sa bene che quello del film-documentario è un ambito particolarmente rischioso per qualsiasi artista appartenente a tale cerchia – a meno che, naturalmente, non si tratti di nomi la cui raffinatissima visione stilistica tuttora garantisca un livello qualitativo elevato quanto costante. Ecco quindi che, nel bel mezzo della lunga tournée internazionale intrapresa da Nick Cave e dalla sua band di sempre, gli storici Bad Seeds, per promuovere Skeleton Tree – ultimo, acclamato lavoro dell’artista, uscito nel settembre 2016 – vale la pena «rivisitare» lo splendido DVD dell’apprezzatissimo film che costituisce l’ideale complemento cinematografico dell’album.
Diretto da Andrew Dominik, One More Time With Feeling – il cui titolo riprende la classica esortazione («ancora una volta, con sentimento!») impiegata dai direttori d’orchestra per incitare i propri ensemble durante le prove – segue la tradizione già inaugurata in passato da Cave con altri lavori, pur proponendo un approccio completamente diverso rispetto al romanzato 20’000 Days on Earth (2014). Qui Dominik offre infatti uno sguardo privilegiato e «dall’interno» sulla lavorazione di Skeleton Tree, permettendoci di assistere a parte delle sessioni di registrazione, di osservare Cave al lavoro con i musicisti e perfino ascoltare dalla sua viva voce molteplici frammenti di improvvisazioni poetiche.
Rispetto al passato, l’uscita di One More Time With Feeling ha, però, suscitato un senso di aspettativa quasi morboso, dovuto al tragico contesto in cui Skeleton Tree è stato inciso e dato alle stampe – ovvero, nel pieno del trauma per l’improvvisa e insensata morte del quindicenne Arthur, uno dei due figli gemelli di Nick, scomparso nel luglio 2015 in seguito a un banale incidente avvenuto a poca distanza dalla casa di famiglia a Brighton. E chi dovesse chiedersi come mai Cave abbia lasciato passare quasi due anni tra la pubblicazione dell’album e l’attuale tournée, ne troverà la spiegazione proprio nel lento ma determinato processo di elaborazione del lutto documentato da One More Time With Feeling – le cui riprese impietose mostrano come anche la voce e la presenza scenica di Cave siano cambiate, facendosi infinitamente più struggenti, a tratti perfino strazianti, e tradendo un’intensità ancor maggiore del solito; intensità peraltro favorita ed enfatizzata dalle riprese quasi espressioniste di questo documentario, interamente girato in bianco e nero all’interno dei suggestivi Air Studios di Londra, le cui architetture circolari e la scenografia volutamente scarna e geometrica ammantano di ulteriore, inquietante solennità l’intero film, proprio come la musica che lo anima.
Del resto, sulla qualità strettamente musicale del prodotto non c’è molto da aggiungere a quanto già detto all’uscita del disco – ovvero, che i brani di Skeleton Tree mostrano un carattere ancor più solenne, crudo e opprimente rispetto alle note abitudini di Cave; ciò, naturalmente, fa sì che ogni pezzo costituisca, in sé, un piccolo capolavoro, collocabile all’altissimo livello lirico e musicale tipico dell’artista australiano. E se il mezzo filmico contribuisce ad accentuare ancor più tali caratteristiche, al contempo tradisce, in ogni momento, la sotterranea ma palpabile angoscia e rinnovata, quasi estrema intensità di ogni gesto, espressione o frase di Nick – il cui viso, seppur non ancora visibilmente scavato dal recente dolore, reca tuttavia in sé le inconfondibili tracce di una soverchiante rassegnazione.
Tuttavia, il finale del film – che, seguendo l’ordine prescritto dall’album, si conclude con la title track Skeleton Tree – sembra offrire, infine, un momento di respiro e sollievo dal dolore e dal senso di sopraffazione emotiva tangibili lungo l’intera opera: al punto che lo spettatore riemerge dai 112 minuti di One More Time With Feeling pervaso da un senso di liberazione e di «risoluzione finale», quasi qualcosa di opprimente e intollerabile si sia infine sollevato dalla sua anima. Il che era, probabilmente, l’intenzione non dichiarata di Nick nel realizzare la pellicola; così, quelle che, in termini cinematografici, si possono definire come l’eleganza e bellezza formali di One More Time With Feeling non fanno che valorizzare e arricchire ulteriormente la perfezione di un’opera musicale di rara potenza. Confermando la grandezza dell’intimo e innato coraggio che ha permesso a Cave, pur nel mezzo di un’incommensurabile tragedia di riuscire a conservare in sé una caratteristica innata quanto fondamentale: quell’aura di dolente, eppure luminoso e poetico misticismo che, ancor oggi, continua a brillare, pur nei toni da sempre disperati e inquietanti della sua opera – infondendola, nonostante tutto, di soffusa speranza.