Ragazza, donna, altro è il titolo dell’ultimo romanzo di Bernardine Evaristo, la prima autrice afroamericana a vincere il Booker Prize, il più prestigioso premio letterario britannico. Il testo, tradotto in italiano dalla grandiosa Martina Testa (già traduttrice di David Foster Wallace), pubblicato da Sur, è uno di quei romanzi rari, come le cose davvero belle, quei libri a cui si torna appena c’è un momento libero, felici che siano ad aspettarti sul comodino, la sera.
Per descrivere l’esperienza di questa lettura potrebbe essere utile l’immagine di una foresta: molti alberi, interconnessi fra di loro. Lo stesso, infatti, avviene con le personagge che popolano il romanzo di Evaristo. Il testo è diviso in cinque parti e ognuna di esse contiene la storia di una donna, lesbica o eterosessuale, transgender, bianca, nera, meticcia… Ognuna di loro è legata alle altre attraverso fili sottili, ma mai deboli, come le radici, appunto.
Il romanzo si apre e si chiude con la storia di Amma, regista teatrale afroamericana, lesbica, che vive a Londra: la incontriamo il giorno della prima del suo spettacolo al National Theatre. Dopo decenni di avanguardia e di lotta contro l’establishment culturale razzista e sessista londinese, Amma è riuscita a conquistare la possibilità di mettere in scena un suo spettacolo in un importante spazio artistico della capitale britannica. Alla prima di questo evento partecipano amiche, amanti, la figlia… Proprio a partire dal pubblico dello spettacolo di Amma, l’autrice inizia a costruire il suo libro, attraverso una staffetta perfetta di storie.
Dopo Amma infatti leggiamo di Yazz, sua figlia: Amma l’ha concepita con Roland, un suo carissimo amico omosessuale, nonché intellettuale di riferimento e accademico di spicco. Nelle pagine dedicate a Yazz incontriamo anche le sue amiche, Waris, somala che «dice sì all’hijab e al sesso fuori dal matrimonio, no all’alcol e alla carne di maiale» e Courtney «cresciuta in una fattoria nel Suffolk dove producono frumento e orzo, e loro ci hanno scherzato su, dicendo che allora si spiegava l’aria da ragazza di campagna
il luccichio negli occhi, ha detto Nenet
la pelle semitrasparente, ha detto Yazz,
le tette da lattaia, ha aggiunto Waris».
Sempre nella prima parte leggiamo di Dominique, la migliore amica di Amma, con cui avevano gestito insieme una compagnia teatrale per anni, prima che Dominique si innamorasse di Nzinga e si trasferisse negli Stati Uniti, per la precisione in una comune di donne. Nzinga gestiva una piccola impresa di costruzione, ma soprattutto controllava la vita di Dominique, fino ad arrivare a impedirle di uscire di casa. È solo grazie al sostegno delle amiche che Dominique riesce a scappare dalla vita di semiprigionia a cui la sua compagna l’aveva relegata.
Attraverso un sistema di cerchi concentrici che piano piano si allarga, è il turno di Carole che grazie al proprio talento e alla propria determinazione si garantisce una carriera di successo, attraversando in completa solitudine il lutto per la morte del padre, la povertà e uno stupro di gruppo, subito a tredici anni, di cui non ha mai fatto parola con nessuno. Poi, leggiamo di sua madre, Bummi, approdata in Inghilterra col suo amato marito Augustine, morto di infarto giovanissimo.
In ognuna di queste storie si bilanciano la tragedia e la sorpresa, la meraviglia e la disperazione: la grande abilità dell’autrice è quella di non voler intrappolare lettrici e lettori in nessuna di queste emozioni. Evaristo non vuole fare proseliti di nessun tipo, non crea allora un romanzo antirazzista o per la difesa dei diritti delle donne lesbiche o delle persone transgender. Si tratta di un’opera letteraria, che come tale supera le etichette socio-politiche.
Ciò non toglie che Ragazza, donna, altro riesce a raccontarci il mondo contemporaneo occidentale, a partire da una prospettiva storica: scrivendo delle antenate delle donne presenti alla prima di Amma conosciamo le lotte, le vittorie del femminismo, le resistenze del patriarcato, le ingiustizie del razzismo e del mondo post-coloniale. Queste scoperte avvengono però solo attraverso le storie delle tante protagoniste di questo romanzo che è davvero un universo, navigabile dalla poltrona di casa.