Danzatrice con Tympanon

Dove e quando

Von Harmonie und Ekstase. Musik in den frühen Kulturen.
Basilea, Antikenmuseum.
Orari: ma-me-sa-do 11.00-17.00; gio 11.00-22.00;
lu chiuso; fino al 19 settembre 2021.


Allora era tutta un’altra musica

A Basilea si può riascoltare la musica degli antichi
/ 02.08.2021
di Marco Horat

La World Music dei nostri giorni si fonda, come lascia intendere il nome, sul principio del rimescolamento delle carte: rock, pop, ethno, disco e magari anche un po’ di jazz con riverberi di classica, tutti riuniti. Lo scopo? Illustrare una realtà globale e contaminata che pesca in tutti i settori dell’espressione musicale per creare un nuovo prodotto di largo consumo. Non proprio così sembrano pensarla gli antichi che, pur avendo a disposizione un numero di generi musicali infinitamente inferiore, tenevano separati i campi e gli usi che della musica si facevano nei momenti dedicati al sacro o a quelli del profano.

Dicono gli esperti che in sostanza c’erano due princìpi definiti ma anche complementari: da un parte la musica ispirata dai suoni della lira di Apollo, dio della musica, che ci porta verso l’armonia che dovrebbe presiedere e ispirare il vivere civile; dall’altra i ritmi scatentati di tamburi, sonagli (i famosi sistri) e flauti che ricordano le forze che sorgono dal caos primordiale come divinità dionisiache, con atteggiamenti primitivi e dirompenti. La musica era insomma roba da dei o quasi e talvolta i musicisti, come sacerdoti, fungevano da intermediari tra l’umano e il divino. Come succede oggi con le nostre orchestre di musica classica e le rockband che ci trasportano emotivamente in altri mondi? Ordine e caos presenti nell’espressione vitale dell’uomo come della società, in un rapporto dialettico necessario per la vita.

Gli studiosi, archeologi e musicologi che indagano su questo affascinante settore dell’espressione umana, si muovono su un terreno instabile poiché le testimonianze materiali sulle quali operare sono minime: rari gli strumenti musicali antichi che si sono conservati nei secoli e naturalmente niente «registrazioni» di suoni originali. Come spesso capita ci sono gli etnomusicologi che ricorrono a tecniche di registrazione sul campo per riproporre suoni e melodie eseguiti con strumenti che si suppone vengano da un passato più o meno lontano; pensiamo all’Africa, ai discendenti delle popolazioni precolombiane, agli aborigeni australiani. Ma non è la stessa cosa che lavorare su degli originali poiché non è provato che occasioni, tecniche, ritmi e melodie siano proprio quelli antichi. Andando indietro nei secoli cosa dire ad esempio della grande tradizione del Medio Oriente, dell’Egitto, della Grecia o di Roma?

In questo caso specifico vengono in aiuto le fonti letterarie con gli scritti di autori che magari anche casualmente hanno toccato l’argomento musicale, come pure le espressioni artistiche realizzate su vasi e suppellettili, in rappresentazioni plastiche, nella pittura e nell’affrescare pareti domestiche o di edifici religiosi: testimonianze dei diversi usi della musica nell’antichità. La vita privata e quella pubblica risuonavano entrambe della musica, presente ovunque e in ogni momento anche allora, seppure con modalità diverse dalle nostre.

Un campo di indagine originale sul quale si sono chinati gli organizzatori della mostra all’Antikenmuseum di Basilea Dell’armonia e dell’estasi pensando ad Apollo e a Dioniso. Strumenti antichi originali o ricostruiti, rappresentazioni artistiche su opere della collezione del museo o da prestiti esterni, sculture e dipinti, ma soprattutto postazioni auditive per ascoltare i probabili suoni prodotti da quegli antichissimi strumenti.

«Secondo gli scritti di teoria musicale del periodo post-pitagorico (dopo il V sec. a.C.) – si legge nella presentazione – una caratteristica della musica è proprio quella di combinare correnti opposte. Come le armonie sonore nascono dalla combinazione di toni divergenti, così la musica unisce elementi che si contraddicono». Da questo incontro scaturisce il fascino della musica che sa trasmettere emozioni e sentimenti contrastanti. Tre i capitoli lungo i quali si sviluppa il discorso della mostra: Vita-Morte, Ordine-Caos e Spirito-Corpo. Durante l’apertura della mostra (fino al 19 settembre) visite guidate e concerti proposti da gruppi specializzati in musica antica.