Un palco modulabile, un set completo per suono e luci: sono i requisiti per La Straordinaria, una stagione unica nel suo genere che si svolgerà nella Tour Vagabonde (nella suggestiva immagine a lato) eretta sullo sterrato della Gerra a Lugano dal 28 dicembre, giorno della sua inaugurazione, fino al 28 marzo. Il progetto è curato dall’Associazione Idra in favore dell’aggregazione sociale e delle arti contemporanee, un progetto che nasce dal «basso» per sperimentare nuovi modelli di coesistenza tra istituzioni, popolazione e cultura indipendente.
La Tour, una vera e propria torre in legno di 11 metri, si ispira allo shakespeariano Globe, struttura circolare a piani per il pubblico. È un palcoscenico itinerante ideato 25 anni fa a Friburgo che a Lugano proporrà un’ampia offerta con l’obiettivo di avvicinare la popolazione a discipline di carattere contemporaneo. Performance, musica, proiezioni, letteratura e arti visive con produzioni indipendenti marginalizzate dalla cultura ufficiale. Fra gli obiettivi c’è quello di consolidare la scena artistica interdisciplinare rafforzando i legami con il resto della Svizzera a beneficio di artisti, associazioni e progetti sviluppati fuori da contesti istituzionali. Un anomalo e sorprendente risultato realizzato grazie a Idra di cui fanno parte Olmo Cerri (regista), Damiano Merzari (musicista), Camilla Parini (performer), Nadia Peter (musicista), Antonio Prata (regista e produttore), Francesca Sproccati (performer), Noah Sartori (musicista), Sébastien Peter (curatore) e Marko Miladinovic (poeta), promotori culturali nei rispettivi ambiti.
Ma come si è arrivati alla Tour vagabonde? «È parte di un percorso, risponde Noah. Siamo tutti presenti da anni sul territorio cercando di promuovere la cultura indipendente alla quale si possono dare diversi connotati. Nonostante fossero nati dei piccoli centri dove portare queste proposte c’è sempre stata difficoltà nel trovare consenso e radicarsi nel territorio. Inoltre, con l’arrivo della pandemia e in aggiunta a scelte politiche verso ciò che può essere definito come “cultura alternativa”, nel 2020-21 hanno deciso di chiudere questi centri di interesse. Dapprima il Morel poi il Casotto fino ad arrivare nel 2021 alla questione del Molino che sappiamo come è andata a finire… Dopo questa sequenza di eventi e il grandissimo fermento ci siamo spontaneamente riuniti attorno a un tavolo. L’associazione è composta da gente che si conosce da anni e che ha già collaborato a diversi progetti. Abbiamo iniziato a immaginare una risposta a questo senso di vuoto finché è venuta l’idea della Tour Vagabonde, un’iniziativa che conoscevo da diversi anni, dove avevo suonato e visto dalla parte del pubblico. Mi ha sempre affascinato il contesto e il tipo di ambiente che poteva essere riprodotto anche da noi. Un giorno l’ho proposta in modo che tutti i nostri pensieri trovassero una loro “fisicità”. A partire da questa idea abbiamo cominciato a ragionare su questioni pratiche e organizzative».
Precisa Sébastien: «La Straordinaria si pone anche in relazione ad altre realtà svizzere che sono state accettate e si sono radicate da decenni. Come la Case à Chocs di Neuchâtel, l’Ebullition di Yverdon, l’Usine di Ginevra, la Reitschule di Berna e altre. Da noi ci sono due importanti questioni da risolvere: una è legata agli spazi di creazione e diffusione, l’altra è quella di essere riconosciuti come parte di un ecosistema culturale. Con La Straordinaria vogliamo proporre la grande qualità di queste creazioni. Non si tratta solo di esibire una cultura “giovanile”, come viene spesso percepita. Vogliamo dimostrare che la cultura indipendente è in grado di rappresentare qualità e interesse equivalenti a ciò che può essere proposto in spazi istituzionali. È una proposta complementare ma non per questo di qualità inferiore che può raggiungere quella parte di popolazione che, per ragioni diverse, è lontana dalle grandi istituzioni culturali. È un’iniziativa molto importante che in Ticino, per scelte e ragioni diverse, ha stentato a fiorire con un ritardo di decenni rispetto al Nord delle Alpi. Mostrando questa grande ricchezza con la possibilità di creare legami, vogliamo costruire ponti, conquistare nuovo pubblico e avere a Lugano una cultura a 360 gradi».
Come è finanziato il progetto? «Un importante contributo finanziario e in prestazioni proviene dalla Città di Lugano, continua Sébastien, oltre che dal CantonTicino, Pro Helvetia e Percento culturale Migros a cui si aggiunge una ricerca fondi per contributi minori provenienti da altri enti e fondazioni. Il 50% delle risorse verranno generate dalle attività. Inoltre, precisa Francesca, ci teniamo a sottolineare che cerchiamo di avvicinare il più possibile i compensi per gli artisti a quelli che sono gli standard svizzeri». Qualche anticipazione? «Per la parte teatrale – continua Francesca – ospiteremo Davide Christelle Sanvee (premio svizzero per la performance 2019) che concentra la sua ricerca sul significato allegorico dei luoghi. Con Camilla Parini daremo seguito al manifesto di Ticino is Burning nel dialogo con le altre regioni per l’ospitalità di artisti come Steven Schoch, Jessica Huber e altri, invitati a supporto della causa. Tutte proposte ibride, non inscatolate, un fattore per noi importante come ad esempio “Maybe a Concert” di Raissa Aviles. Per la letteratura, racconta Marko, ci sarà Christoph Schneeberger (Premio svizzero di Letteratura 2021) con il suo ultimo libro, una selezione di videopoesia internazionale dal Festival La Punta della Lingua diretta da Luigi Socci, Roberto Mercadini, Guido Catalano, Michael Fehr e diversi collettivi poetici come i Mitilanti di La Spezia e milanesi. A marzo ci sarà anche una maratona di poeti ticinesi che si chiuderà con Fabio Pusterla con il figlio Leo (Terry Blue)». Sul fronte musicale, il programma metterà in continua relazione gruppi ticinesi con proposte della scena indipendente svizzera. Tutti i venerdì si potranno scoprire alcuni tra i più interessanti nomi del nostro territorio: fra gli altri Camilla Sparksss, Bitter Moon, Monte Mai, Autobahns, Creme Solaire, Roy and the Davil’s Motorcycle. Ci saranno anche eventi come il Festival di musica sperimentale (FEM) con artisti come Noemi Buchi, Extrawelt, Niton, Boodaman, Francesco Giudici, Perpetual Bridge. Il cinema è curato da Olmo Cerri e Antonio Prata a partire dal bando Raccontalatour integrato in una programmazione che l’11 gennaio proporrà L’etincelle di Valérie Mazzuchi e Antoine Harari. Seguiranno altri numerosi film come La timidezza delle chiome di Valentina Bertani. Ma molto altro ancora…