Alla ricerca di nuovi equilibri

Eutopia, piace il teatro partecipativo di Trickster-p
/ 28.03.2022
di Giorgio Thoeni

Dalla fruizione individuale a quella collettiva e ludica con una marcata impronta partecipativa. È questo il salto di qualità operato da Trickster-p, la compagnia ticinese residente al LAC che con Eutopia, nuova produzione dal fresco debutto, segna un ulteriore punto a suo favore nella ricerca di un linguaggio che si smarchi della scena tradizionale imprimendo un ulteriore slancio nel contesto di una ricerca drammaturgica che deve praticamente tutto alla rinuncia della presenza attoriale intesa nella sua tradizionale accezione. Una caratteristica che, privilegiando la dimensione individuale, dalle prime produzioni indipendenti come H.G., B e Sights fino a quelle nate in collaborazione con il polo luganese come Book Is a Book is a Book (2020) e Estado Vegetal (2021), con Eutopia, la compagnia di Cristina Galbiati e Ilija Lünginbühl oltre a meritarsi prestigiosi riconoscimenti ha potuto approfittare della sua originale formula a declinazione plurilingue facendosi apprezzare in tutta la Svizzera e all’estero.

Eutopia rilancia dunque la posta accogliendo un massimo di 15 persone per cinque gruppi di un gioco a squadre attorno a un tavoliere, una sorta di scacchiera. Dopo ogni giro, i giocatori devono occupare le caselle con tessere colorate, pescate rispettivamente e a caso, che rappresentano l’insieme delle piante, degli animali, degli umani, dei funghi e delle spore. Biodiversità che sono in relazione fra loro nella catena alimentare: gli umani si cibano di animali, piante e funghi; le piante di funghi e spore, ecc. Messi a contatto, gli insiemi possono trasformarsi in nutrimento e rafforzarsi oppure indebolirsi fino all’estinzione perché in quantità insufficiente a soddisfare il ciclo nutrizionale. Una scacchiera che così si modifica continuamente nell’ipotesi di un ecosistema alla ricerca dell’equilibrio nella convivenza in cui i giocatori investono responsabilità, strategie e discussioni verso una difficile e spesso improbabile soluzione per costruire un mondo ideale. Ma è davvero partecipazione o è meglio parlare di coinvolgimento? Entrambe sono ipotesi plausibili.

E se la dinamica drammaturgica del non-luogo di Eutopia è la messa in gioco della vita sulla terra, siamo anche nel cuore di una matrice teatrale alle sue origini. Hanno collaborato Zeno Gabaglio per le musiche, i dramaturg Simona Gonella e Yves Regenass, il grafico e architetto Paolo Cavalli e il docente di game design dell’Università Milano Bicocca Pietro Polsinelli.