La mostra alla Biblioteca cantonale di Lugano dedicata al rapporto che Mario Agliati ebbe con la città si è chiusa lo scorso 14 maggio registrando un notevole successo di pubblico. Ora, a ricordarne i contenuti e lo spirito, l’Istituto ha prodotto una piccola ma densa pubblicazione che ne traccia le linee generali (è in vendita alla Biblioteca cantonale di Lugano, al prezzo di 5.– franchi). Il titolo, omonimo a quello della mostra, Ul gir da la Lüzzina riprende un detto che è tipico della città e che non esce di regola dal suo territorio storico. Agliati lo spiega nelle prime pagine del suo libro Lugano del buon tempo, libro del 1963 con prefazione di Francesco Chiesa. Il «giro» corrisponderebbe a un itinerario cittadino attribuibile a «un personaggio senza più volto», forse «una Rosa Luzzini maritata Martignoni» o un’altra «bottegaia maritata Martignoni», che «per quelle contrade doveva soler passare e che a sera, di primavera o d’estate, chiusa la sua botteguzza, e forse dopo una capatina in qualche chiesa, imprendeva il suo giretto, sommessamente chiacchierante nei quieti accenti del nostro dialetto». La passeggiata avveniva nei luoghi tradizionali: la Piazza Grande (Piazza Riforma), la Via Nassa, la zona di Pessina, quella di Canova e quella di Sant’Antonio, l’odierna Piazza Dante.
Agliati fu insieme storico, pittore e attivista nelle cause di conservazione del patrimonio culturale e architettonico luganese
Ma il titolo in dialetto ci dice anche molto del rapporto di Agliati con la sua città e della forma di questo rapporto. Un interesse quasi affettuoso che non risparmia indagini anche presso la comunità sociale viva, quasi un approccio sociologico e che ha nel dialetto una sua espressione particolarmente significativa. Del dialetto e delle sue espressioni Agliati si occupò in effetti molto e a vari livelli, sottolineandone il valore sociale e culturale e denunciandone una promozione passatista e di maniera.
Dal volumetto emergono i vari livelli lungo i quali si strutturò il rapporto di Agliati con Lugano. Agliati fu insieme storico, attivista nelle cause di conservazione del patrimonio culturale, monumentale e architettonico luganese, pittore e grafico minuto dei momenti della comunità nelle sue faccende quotidiane, attento ai rapporti linguistici e alle ricadute socioculturali come i nomi di vie e piazze e le insegne pubbliche. Queste diverse posture si svilupparono nei molti decenni di attività in diversi tipi di rapporto e diversi approcci, all’insegna di un legame di fondo di grande affetto e partecipazione. Per quel che concerne il piglio storico e documentario, Agliati si distinse anche come grande innovatore di metodo, per esempio sul piano iconografico: fu uno dei primi a usare immagini e fotografie come oggetto di studio e di interpretazione e in questo senso ancora oggi la rivista di famiglia, il «Cantonetto», si segnala per didascalie generose, veri e propri saggi associati all’immagine riprodotta. L’interesse si esprime poi anche in sentite battaglie per preservare pezzi di architettura e di storia cittadina di pregio, in parte in occasione dei cantieri di edificazione del Palazzo dei Congressi e con convinta decisione a difesa della chiesa di San Carlo in Via Nassa o dell’antico ristorante Venezia all’inizio della salita verso la cattedrale su Via Peri, distrutto per far posto a edificazioni più moderne.
Il volumetto edito dalla Biblioteca porta capitoli dedicati alle imprese civili (a cura di Antonio Gili), all’attività pittorica (Dalmazio Ambrosioni) e di grafica minuta (Giovanni Bolzani), alla linguistica e alla toponomastica, alla biblioteca privata di Agliati, arricchendo l’insieme con un inserto a colori dedicato ai quadri, ai disegni, agli acquerelli, ai pastelli, alle tempere. Non da ultimo, chi lo leggerà avrà anche occasione di cogliere una volta di più lo stile scrittorio dello studioso luganese: un registro che si potrebbe definire virtuosamente romantico; un passo testuale che ricorda peraltro una bella tradizione della Svizzera italiana, che ebbe in Giuseppe Martinola e Raffaello Ceschi altre testimonianze.
Bibliografia
Ul gir da la Lüzzina. Mario Agliati nella Lugano del buon tempo, a cura di Karin Stefanski, Diana Rüesch, Giovanni Bolzani; con contributi di Antonio Gili, Dalmazio Ambrosioni, Giovanni Bolzani; Biblioteca cantonale, Lugano, 2022