Sembra che le numerose sperimentazioni avvenute per i concerti di musica contemporanea degli anni Sessanta e Settanta del Novecento si stiano diffondendo anche nelle odierne maggiori organizzazioni concertistiche di musica classica.
Al KKL, il Centro Cultura e Congressi di Lucerna, in prima assoluta, nei tre giorni dal 6 all’8 ottobre, è stata presentata la Residenza di una Fondazione, musicAeterna, formata dal magnifico coro e dalla stupenda orchestra, creati dal direttore d’orchestra Teodor Currentzis, noto per le sue straordinarie interpretazioni.
Costante è stato l’alto livello delle proposte che hanno permeato gli oltre dieci appuntamenti della manifestazione. Merito indiscusso della concezione di Teodor Currentzis, che ha sempre voluto fondare organismi corali e strumentali che funzionino come una grande famiglia. Progetto ambizioso che sappiamo spesso fallimentare. Durante l’incontro del pubblico con alcuni musicisti di musicAeterna, è arrivata invece la conferma dell’esistenza di questo aspetto famigliare, attraverso l’esempio di Perm (città russa in cui dal 2011 al 2019 Currentzis è stato direttore musicale del Teatro dell’Opera e del Balletto), dove si giocava perfino a pallone con il direttore, il quale però, durante le prove, pretendeva il massimo per raggiungere «la perfezione», e senza badare alla durata delle prove. Si veniva assunti sulla base di queste qualità: fiducia e massimo impegno, ma una volta ingaggiati, sarebbe stato difficile venire licenziati. Ecco il segreto di Currentzis.
«Fede, Libertà, Luce» è stato il tema principale scelto per creare confronti che hanno permesso di intrecciare film di Dreyer, di Visconti, di Malick, con musiche corali di Shostakovich e Smirnov, un’azione scenica di Hersant, un lavoro orchestrale di Retinsky, con al centro la magnifica esecuzione della Quinta Sinfonia di Mahler.
Tutta la grande arte direttoriale di Currentzis e la superba qualità dell’orchestra musicAeterna sono sfociate in questo capolavoro, soprattutto nei primi tragicamente concitati tempi e nel famoso Adagietto, dall’ampio respiro profondamente intenso che si è potuto godere come musica trainante nel film Morte a Venezia di Luchino Visconti.
Nella masterclass per giovani direttori d’orchestra, alla quale ha potuto assistere anche il pubblico nella sala dei concerti alla presenza della grande orchestra, Currentzis ha scelto proprio questo Adagio per esporre e mostrare in pratica alcune sue idee e alcuni fondamenti della sua filosofia direttoriale: «Prendere l’ispirazione dall’alto, farla passare nella mente e immetterla nel corpo»; «non cercare tanto di andare verso i musicisti, piuttosto cercare di farli venire a sé; si tratta di un atto magico!». Questo è stato detto guardando fisso negli occhi gli interlocutori presenti. Currentzis in fondo è un predicatore che pratica.
Queste idee, dall’ispirazione orientaleggiante, sembrano essere applicate anche dalla danzatrice-coreografa danese Nanine Linning, invitata per tenere una masterclass per danzatori e per un incontro con i giovani direttori d’orchestra, ai quali ha mostrato, facendoli partecipare, il comportamento migliore da tenere sul podio di fronte a un gruppo di musicisti, esemplificandolo di nuovo con l’ascolto dell’Adagietto di Mahler.
Ai brani commissionati da Currentzis ai compositori Philippe Hersant e Alexey Retinsky si chiedeva una relazione con il passato. In Tristia di Hersant all’azione scenica partecipava, in modi diversi, un coro, che si muoveva in cerchio, o con spostamenti rapidi o intrecciati, e di cui faceva parte anche Currentzis come primus inter pares, mentre gli strumenti punteggiavano la composizione anche in lontananza. Una composizione scritta su misura per gli esecutori, grazie all’inserimento di musica popolare, ortodossa russa o medievale, oltre a qualche sporadico spunto contemporaneo.
Il lavoro del giovane Retinsky per grande orchestra, invece, nonostante il voluto riferimento ancora una volta al famoso Adagietto di Mahler, è riuscito nell’intento di inseguire l’afflato mahleriano con tecniche compositive odierne, fatte di raffinate stratificazioni dai colori sempre cangianti.
Il tema della libertà è stato affrontato nella composizione di Hersant, in cui si musicano poesie scritte da prigionieri francesi e russi.
Nel concerto del coro musicAeterna, anche Shostakovich ha messo in musica testi che si riferiscono a prigionieri che lottarono contro lo zar e furono in seguito liberati dalla Rivoluzione. Nella Vita nascosta, film di Terrence Malick proiettato durante le giornate, si afferma che la libertà è una questione interiore, motivo per cui il protagonista non rinuncia alle proprie idee a costo della vita.
Straordinarie sono le facoltà della fiducia in sé stessi e nella fede, come dimostra Ordet di C.T. Dreyer, scelto per esemplificare questi aspetti, e dove Johannes, attraverso la fede riesce a risuscitare una persona.
Questo ricco universo è stato esposto in una sala del KKL grazie alla testimonianza fotografica di Alexandra Murayeva, che sin dagli esordi ha seguito musicAeterna, definendo questo lavoro una «meravigliosa follia».
Va infine notato che le giornate sono state organizzate dalla musicAeterna Swiss Foundation capeggiata dalla ticinese Valentina Rota, direttrice anche delle altre Fondazioni di musicAeterna.