A San Mamete l’incontro tra due violoncelli

Nell’intimo e suggestivo spazio della chiesa di Mezzovico per Le mille e una nota suoneranno insieme Mattia Zappa e Isabel Gehweiler
/ 16.05.2022
di Enrico Parola

«Quando ho letto che i restauri erano terminati mi sono precipitato a vedere San Mamete; dire che l’impatto abbia superato le attese potrebbe sembrare la classica “frase fatta”, ma davvero possiamo parlare di un gioiello di art ed architettura romanica – uno dei non pochissimi di cui possiamo gloriarci qui in Ticino. Lì il pensiero che immediatamente mi è venuto alla mente è stato: bisogna celebrare la riapertura di San Mamete con la musica, solo la bellezza delle note può essere paragonata alla bellezza di questo luogo».

Da tali considerazioni è nata la rassegna Le mille e una nota; l’ha ideata Massimo Turuani, presidente dell’associazione I Solisti della Svizzera Italiana, organizzatore anche di Note d’autunno a Sorengo e di eventi memorabili come i Galà lirici in favore del Cardiocentro di Lugano o dell’IRB di Bellinzona, con cui ha portato in riva al Ceresio stelle dell’opera quali Leo Nucci, Vittorio Grigolo, Gianluigi Gelmetti e José Carreras. «Il titolo deriva dall’avvicinarci idealmente ai mille anni dalla fondazione della chiesa, anniversario che cadrà nel 2055» prosegue Turuani, «L’ambito sarà quello consentito dagli spazi architettonici della chiesa: piccoli gruppi cameristici, repertorio barocco per iniziare, ma che potrà aprirsi nei tre appuntamenti che stiamo preparando per il prossimo anno già al classicismo e guardare anche a romanticismo e Novecento storico».

Questo sabato alle 20.30 la serata inaugurale, con un ricercato duo per violoncelli: Mattia Zappa, virtuoso ticinese nonché primo violoncello alla Tonhalle di Zurigo, duetterà con la collega Isabel Gehweiler. «Un’amica, un’abile violoncellista e anche una talentuosa compositrice: nel 2007, diciannovenne, ha ricevuto l’Europäischen Förderpreis für Junge Künstler, da quasi dieci anni tiene seminari alla Hochschule di Zurigo su temi legati all’improvvisazione musicale. Eseguiremo un brano che Isabel ha scritto quando aveva 7-8 anni: una pagina per nulla infantile, che mi affascina moltissimo. Non è il compitino che ci si aspetterebbe da una bambina, basta leggere i quattro momenti in cui si articola e che denotano una facilità inventiva precoce e notevole: Fantasia, Romanze, Burlesque, Reminiszenz».

Prima di analizzare gli aspetti più squisitamente tecnici, Zappa sviluppa una riflessione più ampia e generale: «Innanzitutto è bello poter tornare a far musica: ormai sono mesi che i teatri sono riaperti e la capienza è al 100%, però i lockdown nell’ambito concertistico hanno lasciato il segno; da questo punto di vista provo un piacere incredibile nel poter riabbracciare il mio pubblico, tanto più in un luogo così bello e così intimo come San Mamete, che per le dimensioni costringe a una prossimità estrema tra esecutori e ascoltatori». Zappa tiene a innestare questa riflessione su di un’altra, precedente e ugualmente incidente: «I problemi legati alla pandemia si sono aggiunti a difficoltà ataviche della vita musicale, dall’invecchiamento e contrazione del pubblico fino alle difficoltà sempre maggiori a reperire fondi, col risultato che è diventata una sfida sempre più ardua e rara proporre nuove iniziative e raggiungere nuovi spazi; lanciare un nuovo ciclo, di cui il mio concerto è solo l’abbrivio, in un luogo così ha un significato grande». Luogo che secondo il violoncellista ticinese è ideale per valorizzare il duo di violoncelli: «Perché ha un’acustica perfetta, che coniuga la ricchezza di armonici tipica delle chiese a un’estrema nitidezza, qualità che non sempre gli edifici religiosi riescono ad assicurare.

L’incontro tra due violoncelli è spettacolare: sono gli strumenti ad arco con un’estensione più ampia e col timbro più simile alla voce umana, quindi riescono a spaziare da un registro molto grave a uno acuto e quando duettano sembrano davvero due voci che cantano assieme. Allo stesso tempo possono creare armonie complesse e profonde: come aveva dimostrato Bach nelle sue splendide Suite, il violoncello sa creare polifonie grandiose, se sono due l’architettura armonica diventa ancor più complessa e stratificata; proprio per questo suonare in una chiesa come San Mamete è ideale, perché esalta e amplifica ulteriormente questo aspetto».

Il programma impaginato da Zappa e Gehweiler abbraccia tre secoli di storia musicale: «Partiamo dalla Sonata in sol maggiore di Jean Barrière: apprezzato a Versailles, in particolare da Luigi XV, morì appena quarantenne nel 1747 a Parigi. La Paraphrase an die Jugend di Gehweiler si incastona tra il Duo op. 22 di Kummer e la Sonata in do maggiore di Boccherini. Al centro i cinque Duetti di Reinhold Glière, che nacque a Kiev nel 1875 e morì nel 1956 a Mosca; due città oggi così lontane, che la musica cercherà di unire con un ponte di note, come tante altre volte ha saputo fare».