Lois Hechenblaikner (in seguito LH) è nato nel 1958 a Alpbachtal, 975 metri sul livello del mare e 2500 abitanti. Il paese tirolese, rimasto quasi isolato sino al 1926 quando fu aperta la strada che lo collega alla Valle dell’Inn, già nel 1953 si dotò di rigorose norme urbanistiche che imponevano «costruzioni del tutto in linea con lo stile architettonico tipico del villaggio». Tutto ciò permette a Alpbachtal di potersi fregiare del titolo di «villaggio più bello d’Austria».
Figlio di albergatori e dunque osservatore privilegiato dell’evoluzione del turismo tirolese, LH ha visto il villaggio di Ischgl (1400 m d’altezza, 1600 abitanti) compiere scelte diametralmente opposte: in nome del Dio denaro, Ischgl è divenuta in pochi decenni «l’Ibiza con la neve», capace di conteggiare 1,4 mio di pernottamenti annui con un fatturato di 250 milioni di euro. Come mai «Ibiza con la neve»? Ma perché Ischgl ha puntato non tanto sulle sue pur fantastiche piste da sci, quanto piuttosto su quell’après ski fatto di feste, concerti rock con nomi illustri, bagordi sino a notte fonda, alcool a fiumi e promesse di sesso facile. Un amo cui abboccano soprattutto gli «sciatori» tedeschi, in particolare quelli che nella birra ci farebbero pure il bagno!
Il risultato di tale scelta è documentato da LH in un libro di freschissima pubblicazione (giugno 2020) e ora anche al MASI, sponda LAC, dove in due sale vengono proiettate in rapida sequenza 200 immagini. Niente foto incorniciate e fissate alle pareti, dunque, bensì una Pop-up project(ion), intitolata Ischgl and more. Pop-up è termine dell’informatica che in italiano diventa «finestra a comparsa», indicando quei riquadri – chiamati anche banner – che irrompono sullo schermo del nostro PC quando stiamo navigando su Internet. Nel nostro caso, tuttavia, possiamo azzardare la traduzione «qualcosa che appare all’improvviso e a tempo determinato».
È precisamente ciò che si troveranno di fronte i visitatori al LAC, accompagnati da una colonna sonora originale fatta di ammiccanti annunci di rendez-vous, gala, festini e qualche party, tutti previsti per la bisogna di chi considera l’astemia una pericolosa malattia. Per costoro, una volta raggiunto un notevole tasso alcolico, è facile offrire all’obiettivo membra desnude (deretani in particolare), linguacce che nemmeno quella dei Rolling Stones ed esibirsi in scollacciate pose da locale di lap dance. Quasi sempre tra lattine di birra sparse tutt’intorno, o accanto a torri di casse di bottiglie di whisky svuotate: un affresco squallido assai, al limite della ripugnanza.
LH lo dipinge molto incisivamente, con una ricerca che dura da decenni e che di artistico ha ben poco: il suo lavoro sembra piuttosto una tangibilissima denuncia socioantropologica costruita sul folle quotidiano seral/notturno di Ischgl. Infatti, confessa lo stesso LH, gli oltre 200 mila scatti (!) dedicati all’Ibiza austriaca con la neve devono molto al sociologo tedesco Gerhard Schultze. In particolare alle sue riflessioni, nel saggio Società dell’avventura, sul concetto di eudomonìa, già motivo d’interesse dei filosofi greci e che designa la felicità quale fine ultimo assegnato agli uomini e di conseguenza alle loro azioni. Quanto questo «fine» debba all’alcol per essere raggiunto, beh, questo nemmeno Aristotele&Co furono in grado di stabilirlo, mentre sappiamo che il quasi ascetico Immanuel Kant – a questa visione/miraggio di felicità – si oppose ferocemente.
A Ischgl è stata imboccata la scorciatoia etilica, col risultato – vai tu a imporre distanze sociali e mascherine a una folla di ubriachi – di rendere il paesino tirolese non solo un riconosciuto quanto formidabile focolaio europeo della pandemia in corso (il lockdown è colpevolmente scattato solo verso fine marzo), bensì pure di issarlo in vetta alla graduatoria mondiale – mondiale: neanche nel Brasile di Bolsonaro – di contagiati dal Coronavirus, col 45% degli abitanti infettati.
Ci sia concesso infine confessare due speranze: che i dati allarmantissimi e la denuncia di LH inducano le autorità di Ischgl a tornare sui propri passi e a concepire un «dopo virus» meno etilico; e che il pop-up resti un episodio isolato nei nostri musei. Come si fa a cogliere punctum&studium (Roland Barthes dixit) nella proiezione breve e sfuggente di una fotografia?
Dove e quando
Lois Hechenblaikner, Ischgl and more, A pop-up project(ion). Lugano, MASI (sede LAC). Orari ma-do 10.00-17.00; lu chiuso. Fino al 6 settembre 2020.
A Ischgl si scia e ci si ubriaca
La capitale dell’après ski (e sede di uno dei primi focolai di Covid-19) al centro di una ricerca artistico-antropologica di Lois Hechenblaikner
/ 20.07.2020
di Giovanni Medolago
di Giovanni Medolago