Per la protezione dei bambini

La campagna di sensibilizzazione #refeel - aiuto e consigli prima che le batterie si esauriscano è stata realizzata dal Kinderspital di Zurigo e dall’Istituto Marie Meierhofer per il bambino in collaborazione con Pro Juventute, l’associazione Elternnotruf (Linea telefonica di emergenza per i genitori) e l’Associazione svizzera per la consulenza genitori bambini. La campagna è sostenuta dal Percento Culturale Migros.
Sul sito internet  www.re-feel.org, i genitori trovano informazioni, consigli, consulenza e i recapiti di enti che offrono aiuto. 

Il dott. Georg Staubli dirige il pronto soccorso del Kinderspital

«Vogliamo dire ai genitori: non siete soli!»

Intervista – Il pediatra Georg Staubli si occupa da anni di protezione dell’infanzia presso il Kinderspital di Zurigo, fa parte del gruppo di esperti attivi nella campagna di sensibilizzazione #refeel con l’obiettivo di aiutare i genitori prima che la situazione sfugga loro di mano
/ 11.10.2021
di Monica Müller

La protezione dei bambini nel nostro Paese non è ancora sufficientemente garantita. I neonati e i bambini piccoli sono particolarmente a rischio di abusi o trascuratezza. A mettere in luce un problema che fatica ad emergere sono istituzioni e autorità che si occupano di protezione, cura e tutela dei bambini, che notano come l’abuso e la trascuratezza si verificano in famiglie di tutte le classi sociali e di tutti i contesti socio-culturali. Tuttavia, lo stress psicosociale e l’isolamento alimentano ed esacerbano situazioni di sopraffazione che possono mettere a rischio i neonati e i bambini piccoli. Informazioni e consulenze sembrano non raggiungere in tempo o in maniera sufficientemente convincente i genitori che si sentono sotto pressione.

La nuova campagna di sensibilizzazione #refeel, studiata da un gruppo di esperti di protezione dell’infanzia, mira a raggiungere il maggior numero possibile di genitori di bambini piccoli. Madri e padri, così come altri membri della famiglia come zie, zii, fratelli e nonni, devono essere sensibilizzati ai bisogni fondamentali dei neonati e dei bambini piccoli con messaggi semplici e chiari, inoltre devono essere informati sugli aspetti importanti dello sviluppo del bambino e sulle sfide della genitorialità.

Ne abbiamo parlato con il primario di pediatria Georg Staubli (55 anni) che dirige il pronto soccorso e il Gruppo Protezione dell’infanzia del Kinderspital di Zurigo. 

All’ospedale pediatrico, Lei è confrontato continuamente a casi di abusi su bambini. Come può succedere che i genitori perdano a tal punto il controllo?
È importante chiarire qual è il tipo di abusi cui ci riferiamo. Facciamo distinzione tra cinque forme: abuso sessuale, sindrome di Münchhausen per procura, abuso psicologico, abuso fisico, abbandono emotivo. La sindrome di Münchhausen per procura è una forma di abuso rara e molto particolare, in cui i genitori (di solito la madre, secondo la letteratura medica) fanno ammalare deliberatamente i bambini, poiché loro stessi soffrono di malattie psichiche. Nei casi di abuso sessuale, la violenza sui bambini non scaturisce da uno stress psicologico, ma avviene in modo perlopiù premeditato. In questa sede non tratterò nel dettaglio queste due forme.

Come si arriva alla violenza fisica o psicologica o all’abbandono emotivo?
La maggior parte dei genitori non agisce per cattiveria. Sono sopraffatti dallo sviluppo dei figli o perché il loro comportamento non corrisponde alle aspettative. Magari sono oppressi anche dalla loro quotidianità e si trovano sotto stress. I loro bisogni si scontrano con quelli dei bambini, causando conflitti. In questa situazione di tensione, può capitare che i genitori insultino il proprio figlio, che ne abusino psicologicamente, che esercitino una violenza fisica.

A che tipo di genitori succede?
Possono subire abusi i bambini di qualsiasi ceto sociale. Molti genitori mi raccontano di essere già arrivati al punto in cui poi si sono pentiti del loro comportamento. Ad esempio, hanno schiaffeggiato il figlio nella furia del momento. In tutte le famiglie può succedere che i genitori si sentano sopraffatti da una situazione conflittuale al punto da superare i limiti. Gli studi dimostrano che il fattore decisivo è ciò che i genitori hanno vissuto nella propria infanzia. Se sono stati puniti o educati a forza di botte è molto probabile che a loro volta picchino i figli. Gli studi attestano anche che i genitori socialmente più deboli hanno maggiori probabilità di ricorrere alla forza, mentre gli abusi di natura psichica o sessuale si verificano in tutte le fasce sociali. L’abbandono emotivo, invece, tende a verificarsi nelle famiglie benestanti. Talvolta i genitori pensano di poter far felice il loro bambino con un giocattolo o un computer nuovo, mentre lui cerca piuttosto la vicinanza emotiva.

Ciò che accomuna la maggior parte delle violenze è l’incapacità di gestire una determinata situazione. Di cosa c’è bisogno per evitare momenti del genere?
I genitori devono poter parlare apertamente di ciò che li opprime, senza per questo sentirsi in colpa. Ed essere in grado di ammettere: ora ho raggiunto i miei limiti. Devono anche sapere dove rivolgersi per ricevere assistenza. Per questo motivo, con il Gruppo Protezione dell’infanzia intendiamo creare trasparenza e affrontare il fatto che è difficile crescere figli senza entrare in conflitto. In questo contesto, è quasi impossibile non superare mai i limiti.

Le statistiche annue degli abusi sui minori indicano che ci sono sempre più casi. A cosa lo riconduce?
In tutta la Svizzera, le cifre sono da anni in lenta crescita. Oggi i neogenitori sono meno coinvolti in strutture familiari in cui sono presenti anche i nonni. Ciò può avere influssi sia positivi che negativi: i nonni possono essere d’aiuto fornendo supporto oppure immischiarsi di continuo nelle discussioni. Oggi molti genitori non sono più consapevoli esattamente di quali difficoltà stanno affrontando, di cosa ha bisogno nel suo sviluppo un neonato, un bambino piccolo o un ragazzino. Ad esempio, non sanno che un bebè all’inizio piange moltissimo o che un bimbo piccolo ha atteggiamenti di sfida e per un po’ di tempo dice sempre no.

Perché abbiamo perso queste conoscenze?
I genitori raccontano solo i momenti belli trascorsi con i loro bambini e non di quando sono costantemente arrabbiati. Nessuno osa dire: mi sarebbe piaciuto sbattere mio figlio contro il muro. Forse qualcuno lo confida durante una lunga conversazione intima, ma di regola si sente sempre dire: è tutto meraviglioso, fantastico. Sui manifesti e negli spot pubblicitari, mamme e bambini sorridono felici, mentre i papà sono spesso assenti. Ciò mette pressione, perché dentro di sé si sente che avere bambini non è solo una cosa bella. Quando arriva un figlio, non si conosce tutto quello che sopraggiungerà. E probabilmente è bene che sia così. Presto, però, bisogna imparare che ogni bambino è diverso dall’altro e ha esigenze diverse. Alcuni genitori hanno quindi bisogno di sostegno per non commettere errori che possono essere evitati.

Che ruolo gioca il coronavirus negli abusi sui bambini?
Durante la pandemia, per molti genitori è stato possibile lavorare da casa. Questo comporta dei vantaggi per la famiglia nel suo insieme, perché si trascorre più tempo a casa e molti padri si sono assunti più compiti. Alcune famiglie sono state meglio, perché entrambi i genitori erano più coinvolti nell’educazione dei figli. Dove però già prima sussistevano aspri conflitti, questi si sono intensificati con il coronavirus. Se genitori o figli con disturbi psichici si pestano continuamente i piedi, ciò porta a un’escalation. Negli ultimi due anni, sono aumentati notevolmente i casi di depressione e tentato suicidio tra i giovani.

Assieme ad altri esperti, Lei è impegnato nel gruppo Protezione dell’infanzia. Cosa si aspetta da questa iniziativa?
Lo scopo di questa iniziativa è di sensibilizzare la gente alla protezione dell’infanzia. In passato, venivano dibattuti pubblicamente soprattutto i casi più gravi di violenza sui minori: quando una mamma uccideva il suo bambino o se un neonato moriva dopo essere stato scosso con violenza. Naturalmente è importante denunciare anche questi fatti bruttissimi e fare in modo che si possano evitare, ma essi non rappresentano la maggioranza dei casi in cui i bambini vanno protetti, ma soltanto la punta dell’iceberg. Ora noi vogliamo dimostrare che i bambini sono molto esigenti in generale, che hanno bisogno di molte cure e attenzioni, e che durante il loro sviluppo le loro esigenze cambiano. L’obiettivo della nostra campagna è di intervenire tempestivamente, prima che si verifichi un abuso.

Che aspetto avrà la campagna?
Non mostriamo immagini di bambini picchiati e sanguinanti, altrimenti molti genitori penseranno semplicemente: questo non lo farei mai. Mostriamo invece bambini che piangono, così tutti si sentono chiamati in causa. Molti che sono arrivati al limite delle proprie risorse non sanno ancora a chi possono rivolgersi. Vogliamo avvicinare le persone nella loro quotidianità e indirizzarle verso le offerte disponibili. E segnalare ai genitori: non siete soli.