Anche in Ticino qualcosa si sta muovendo. Sono sempre maggiori le attenzioni poste agli spazi verdi, agli spazi comuni e agli spazi liberi nelle città o negli agglomerati. Soprattutto in fase di nuove realizzazioni o di interventi di riqualifica, questi aspetti diventano vieppiù importanti, se non addirittura punti centrali dei progetti (vedi anche l’articolo Alberi in città apparso su «Azione 11» del 12 marzo 2018).
Il Cantone, con il Dipartimento del territorio, già si preoccupa degli spazi verdi urbani. Il Piano direttore cantonale, le linee guida generali o i piani d’agglomerato sono strumenti che vogliono e devono fungere da riferimento per i Comuni in fase di progettazione. Disposizioni che hanno come scopo quello di migliorare la qualità di vita, l’aspetto di una città o di un agglomerato, ma che hanno anche un effetto significativo sull’ambiente e quindi, di nuovo, sul benessere della popolazione residente.
Le città e gli agglomerati sono, infatti, particolarmente toccate dai cambiamenti climatici, i cui effetti vengono rafforzati dalle caratteristiche specifiche degli ambienti cittadini, quali la scarsità di aree verdi o di acqua (fiumi, laghi, ruscelli,…) in contrapposizione all’alta concentrazione di costruzioni, di strade e di cemento. Le ondate di calore, oggi più lunghe e più frequenti, diventano quindi una minaccia per la salute dei cittadini, soprattutto per i neonati, le persone anziane, malate e bisognose di cure.
Il clima sta cambiando e la Svizzera già s’impegna per ridurre il più possibile le emissioni di gas serra ma, secondo le previsioni più ottimistiche, il riscaldamento terrestre potrà essere limitato a un +2°C. Oltre a limitare le emissioni, diventa quindi determinante adattarsi ai cambiamenti e diverse contromisure sono già oggi adottate da singoli Cantoni, Comuni o città. Per supportare questi interventi mirati al miglioramento della qualità di vita, l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) ha lanciato il programma pilota Adattamento ai cambiamenti climatici, a cui hanno partecipato pure gli Uffici federali della protezione della popolazione, della sanità pubblica, dell’agricoltura, dello sviluppo territoriale e della sicurezza alimentare e di veterinaria.
Tra i 105 progetti inoltrati, la Confederazione ne ha scelti 31 che hanno trattato temi come la penuria di acqua a livello locale, i pericoli naturali, il cambiamento degli ecosistemi e lo sviluppo di città e insediamenti adattati al clima. Rientra tra i selezionati il progetto realizzato nel biennio 2014-2016 nella città di Sion che, con interventi mirati nel verde e nel blu degli agglomerati, ha mostrato come sia possibile attutire gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Nel capoluogo vallesano si è posto l’accento in particolare sull’aumento delle ondate di calore e il rischio di straripamenti. Con il progetto Acclimatasion, Sion ha sensibilizzato autorità e popolazione elaborando interventi e raccomandazioni per uno sviluppo urbano adattato, sia su terreni pubblici sia privati. Grazie al positivo e attivo coinvolgimento della popolazione dei vari quartieri, il progetto ha permesso di rendere la città più resistente al caldo intenso o alle inondazioni. Tra gli interventi più significativi e di certo anche più visibili, la messa a dimora di alberi e la creazione di punti d’acqua corrente. Sono stati più di cento gli alberi e gli arbusti piantati in città, il che significa più ombra e freschezza, mentre sostituendo le superfici scure e nere, come parcheggi o strade, con materiali più chiari e quindi meno termoassorbenti, si è pure contribuito a rendere l’ambiente più naturale. Ulteriore fonte di climatizzazione sono stati i corsi d’acqua in superficie: la città di Sion si è impegnata sia ripristinando ruscelli o fiumi precedentemente interrati, sia installando nuove fontane, ma anche aumentando la permeabilità dei terreni e favorendo quindi il deflusso di acque in caso di forti precipitazioni. Diversi studi, d’altronde, dimostrano che con una miscela di misure, quali fonti d’acqua, ombra, vegetazione, permeabilizzazioni e materiali adeguati, si ottengono sensibili riduzioni del calore nelle città.
Sion si è pure sforzata in tema di biodiversità cercando soluzioni per conservare, proteggere, creare o ricreare il patrimonio arboreo, anche attraverso la scelta di specie che oggi meglio si adattano al clima del vallese. Per ampliare la sensibilizzazione sono stati organizzati incontri, mostre e interventi coinvolgendo gli studi d’architettura o d’ingegneria, ma anche i cittadini, le scuole e gli investitori privati.
Iniziata come progetto pilota, la strategia (vincente) di Sion sarà prolungata a lungo termine grazie alla modifica degli strumenti di pianificazione territoriale, tra cui l’elaborazione di un complemento alla strategia di sviluppo, l’adozione di linee guida politiche per la pianificazione degli spazi pubblici, l’introduzione di nuove disposizioni nei regolamenti edilizi nei piani di quartiere e nei piani di zona.
Il progetto attuato a Berna ha invece sviluppato metodi e modelli per la gestione degli effettivi arborei nello spazio urbano, considerando i previsti cambiamenti delle condizioni climatiche. Grazie al fornito catasto degli alberi della città, Berna ha le basi per uno studio dell’impatto del mutamento climatico sulla vegetazione urbana, sulla quale per ora esistono pochi dati accertati. Il progetto ha voluto colmare la lacuna focalizzandosi sulla vulnerabilità delle piante situate in ambiente urbano, ma anche valutare l’apporto degli alberi all’adattamento climatico, in particolare la loro capacità d’assorbire il carbonio e d’influire, migliorandolo, sul microclima.
Con l’analisi si è potuto constatare che già oggi la vitalità degli alberi presenti nella città di Berna è precaria, fatto quasi sempre riconducibile all’ubicazione sfavorevole. Con l’aumento delle temperature, negli spazi urbani diventerà inoltre sempre più importante l’effetto di climatizzazione garantito dagli spazi verdi e dagli alberi. Elementi che, soprattutto nelle città, assicurano un migliore ricambio dell’aria e ombra garantendo della temperatura aerea e l’aumento dell’umidità relativa dell’aria, fattori importanti per la qualità di vita.
Dal progetto è pure emerso come alcune delle specie indebolite (ippocastano comune, tiglio estivo e acero montano) saranno ancor più messe a rischio dai cambiamenti climatici. Le specie potenzialmente adatte al futuro clima di Berna saranno pertanto il cerro, l’acero dei Tartari, l’acero opalo o il carpino orientale, specie originarie della Croazia continentale, dove clima è oggi paragonabile a quello atteso per la regione di Berna nel 2080.