Ogni giorno in tutto il mondo nascono circa 365mila bambini. Il tempo di dare un’occhiata a questa frase, e in un secondo sono nati 4 bambini.
«Sono felice di condividere questo momento con voi, venite pure», in una sala parto della Clinica Sant’Anna di Sorengo ci accoglie una neomamma. Il neonato ha appena un’ora e mezza di vita: un maschietto di tre chili e 950 grammi che dorme pacifico fra le sue braccia. È sempre un miracolo, la nascita di un bambino, che oggi abbiamo gioiosamente condiviso. Ma talvolta le cose non vanno come si spera e ancora prima della nascita bisogna farsi carico di situazioni patologiche della futura madre o del nascituro, che devono essere diagnosticate, valutate attentamente e seguite. Se ne è parlato il 23 marzo scorso all’ottavo Simposio di perinatologia dell’Unità di Neonatologia della Clinica Sant’Anna di Sorengo.
Riservato a medici, infermieri e ostetriche, l’evento è stato organizzato dalle due presidenti dottoresse Petra Donati-Genet (pediatra neonatologa) e Cari Platis Roberti (anestesista specializzata in ostetricia). Un importante convegno all’insegna dell’interdisciplinarietà, che ha permesso di toccare differenti aspetti. Con le due specialiste parliamo della neonatologia perinatale fra nuove sfide e nuovi orizzonti: fra etica, diagnostica e terapia.
«Ancora oggi, nel terzo Mondo, la seconda causa di morte riguarda l’emorragia post parto e fino a 100 anni fa la mortalità in ostetricia era elevatissima anche in Occidente, dove abbiamo però vissuto un’ottimizzazione della presa in carico, che oggi fa sì che da noi non si muoia più di questo», esordisce la dottoressa Cari Platis Roberti alla quale chiediamo lumi sulle problematiche della donna in gravidanza, dato che negli ultimi anni i progressi della medicina hanno permesso di individuare precocemente parecchie patologie: «Parliamo ad esempio del diabete, della sindrome metabolica legata all’obesità, dell’ipertensione, di quei casi più specifici dove abbiamo una donna trapiantata di rene, e via dicendo». Ad oggi, la nostra interlocutrice considera un fattore delicato l’età: «Più la donna è avanti con l’età, e più dovremo considerare altri fattori come l’ipertensione e le cardiopatie, ad esempio. È pur vero che oggi l’ottimizzazione della presa a carico di tante patologie permette a donne non più giovani di portare a termine una gravidanza, anche se considerata a rischio».
Proprio in questi casi la figura del medico anestesista specializzato in ostetricia assume un ruolo importante, in nome dell’interdisciplinarietà medica, concetto che ricorrerà lungo tutto il discorso: «Questo lavoro complesso e condiviso fra gli specialisti permette una presa a carico ottimale e a 360 gradi di madre e nascituro; ciò fa sì che anche donne con gravi patologie arrivano a partorire (pensiamo a patologie polmonari, al cuore, ai polmoni, con malattie autoimmuni, donne trapiantate e quant’altro)».
Se l’anestesista è spesso coinvolto nella presa a carico, fungendo da tramite fra ginecologo e gli altri specialisti, il neonatologo è fondamentale per quanto attiene alle patologie perinatali, per le quali possiamo affermare che oggi la diagnostica ha pure fatto passi da gigante, permettendo di individuarle in fase precoce. Ce lo conferma la responsabile del Reparto di neonatologia, la dottoressa Petra Donati-Genet: «Oggi la diagnostica pre natale permette di determinare parecchie patologie del nascituro già durante la gravidanza. Pensiamo a tutte quelle anomalie cromosomali come la Sindrome di Down, la Sindrome di Turner o altre ancora più rare». Per quanto attiene a una fase più avanzata della gravidanza vi sono ulteriori possibilità: «Attorno alla ventesima settimana, con gli ultrasuoni è possibile visualizzare la morfologia degli organi del feto; ciò permette di scoprire eventuali cardiopatie congenite, ad esempio, e decidere, secondo il caso, se occorrerà disporre la nascita in un centro specializzato».
La presa a carico interdisciplinare fra i diversi specialisti è tema ricorrente, e per questo essenziale. Grazie a «questo tipo di diagnostica, il quadro pre natale risulterà molto chiaro, e quindi più capillare la visione d’insieme delle problematiche con cui dovremo essere pronti a confrontarci alla nascita».
Una diagnosi implica sempre la valutazione di un’eventuale terapia. Ciò vale anche per la perinatologia, quando si pone la questione della scelta terapeutica: «Più la malformazione riscontrata è grave, e più complessa sarà la presa a carico». Per questo, la dottoressa Donati-Genet è categorica: «Siamo agli albori della chirurgia fetale per la quale esistono centri di competenza ed eccellenza dove è possibile eseguire interventi che, già in utero, correggono determinate malformazioni». La specialista ribadisce che ci sono patologie che richiedono un’altissima specializzazione che solo alcuni centri possono assicurare: «Un bambino operato in utero deve essere fatto nascere nel miglior setting: si tratta di una complessa presa a carico che dovrebbe avvenire solo in centri di altissima competenza, proprio per la gravidanza estremamente a rischio».
Questione di umiltà nella valutazione della situazione da parte dell’équipe medica che la dottoressa mette in evidenza: «La scelta di inviare le situazioni complesse ai centri specializzati per grandi prematuri, con chirurgia pediatrica in grado di gestire le malformazioni, è una scelta di consapevolezza e grande umiltà che fa la differenza per mamma e nascituro». Non da ultimo, le questioni etiche in cui le dottoresse concordano: «Portare o meno avanti una gravidanza in cui si è confrontati con gravi patologie fetali è una decisione che solo la famiglia può prendere». Impossibile definire a priori cosa sia giusto e cosa no: «Informiamo i genitori con elementi scientifici e obiettivi, che permettono di ragionare su base medico-scientifica, coscienti di essere solo da supporto alle decisioni ultime riguardo al nascituro che spettano a mamma e papà». Nella speranza che, come ha detto lo scrittore inglese William Macmeile Dixon: «La nascita sia l’improvvisa apertura di una finestra, attraverso la quale ci si affaccia su una prospettiva stupenda che permette di scambiare il nulla con la possibilità del tutto».