«Un Golden Retriever abbassò accidentalmente, fino a fargli toccare terra, un legno che teneva nella bocca mentre correva allegramente lungo l’argine del fiume; così gli si è all’improvviso conficcato nel palato. Seguì una corsa disperata verso lo studio del veterinario più vicino e poi fu avvisata la nostra Società (ndr: Spab) per un urgentissimo trasporto verso la clinica universitaria veterinaria di Zurigo. L’animale, sedato e attaccato a un tubo che gli permetteva di respirare, fu caricato su uno dei furgoni che avevamo in dotazione, preparato in tutta velocità per far fronte a quest’urgenza. Durante il viaggio, proprio all’interno del tunnel del San Gottardo, ricordo che il cane ebbe degli spasmi e strappò il tubo che gli permetteva di respirare. L’assistente veterinaria che ci accompagnava fece l’impossibile per ripristinare la situazione, ma la scarsa illuminazione e lo spazio angusto non le permisero di salvare l’animale».
Il presidente della Società Protezione Animali Bellinzona e Valli (Spab) Emanuele Besomi ricorda questo evento dal triste epilogo, ma che ha avuto il pregio di far riflettere la Spab sul tema del trasporto degli animali. «Da quell’episodio è nata l’idea di acquistare un veicolo apposito per trasportare adeguatamente gli animali nelle emergenze e oggi siamo già al SOS Barry III». La Spab ha dunque ben compreso che quando, per i motivi più disparati, un animale non riesce a deambulare autonomamente («ad esempio a causa di ferite o di malattia, dopo un intervento chirurgico o dove la sua stazza non permette di prenderlo in braccio»), allora si rende necessario trasportarlo, a patto che il mezzo sia adeguato all’evenienza.
Besomi spiega che «normalmente il trasporto avviene da casa o dal luogo dell’incidente, verso il veterinario più prossimo, verso le cliniche universitarie o i centri specializzati in Italia o in Svizzera Interna». Sono trasferte delicate nelle quali bisogna considerare parecchie variabili: «L’animale deve essere spostato in barella e rimane collegato a delle flebo, all’ossigeno o ad apparecchiature speciali».
Infatti, il primo intervento effettuato con il nuovo SOS Barry III, attrezzato come si deve, seppur con qualche simpatica difficoltà, ha avuto un epilogo tutto diverso: «Abbiamo recuperato un Pastore Tedesco di oltre 45 chili che si trovava al secondo piano di una casa. Giunti sul posto, il mio collega e io eravamo così presi dalla foga di usare la nuova barella, che l’abbiamo smontata dal carrello e siamo saliti per le scale senza renderci conto del peso che quest’ultima avrebbe avuto con sopra il cane, né delle dimensioni della scala».
Così, i due hanno caricato l’animale e hanno iniziato la discesa: «…scalino dopo scalino, dovendo inclinare la barella in mille modi per farla passare per le scale. Il tutto ci ha talmente stremato che quasi quasi dovevamo chiamare l’ambulanza per noi». Il presidente sorride al ricordo, fiero del buon esito del trasporto e del riuscito intervento sul Pastore Tedesco.
Oggi il sodalizio dispone di un veicolo speciale SOS Barry, due persone formate («delle quali una bilingue per i trasporti Oltralpe») e se il trasporto è richiesto da un veterinario per raggiungere una clinica «possiamo offrire anche un posto per un assistente veterinario a dipendenza della gravità del paziente: tutto è sempre coordinato tra veterinario richiedente e Spab». Abbiamo parlato di veicoli attrezzati al meglio, ma bisogna valutare altresì gli accorgimenti che un animale necessita nel trasportarlo e le condizioni necessarie a non metterne in pericolo la vita, salvaguardando nel contempo l’incolumità degli umani: «Innanzitutto il conducente non deve essere in nessun modo intralciato durante la guida, quindi è imperativa una separazione fisica tra animale e chi conduce il furgone». Besomi racconta che il «paziente» deve essere ben fissato: «In caso di frenate brusche l’animale non deve farsi male o far male ad altri».
Un valore aggiunto, definito fondamentale dal nostro interlocutore, sta nel fatto che il proprietario può viaggiare seduto accanto al proprio animale («questo è un punto speciale!»). Fatto definito: «determinante per un trasporto in piena sicurezza e per tenere l’animale tranquillo e rilassato». Inoltre, «dobbiamo disporre di sufficiente spazio per poter eventualmente operare sull’animale: parliamo di un’adeguata illuminazione, fissaggi solidi per flebo, macchinari e un impianto per l’ossigeno». Molta strada si è dunque fatta da quell’episodio del Golden Retriever e oggi la Spab esegue anche trasporti per le persone che non possono portare personalmente il proprio animale domestico dal veterinario: «Offriamo un servizio Taxi anche per quei casi non gravi o urgenti, a chi non ha un’automobile o non può per altri motivi trasportare l’animale».
Quest’ultimo è un servizio normalmente offerto con i normali veicoli di soccorso. Anche gli animali di grossa taglia non sono dimenticati: «Con il nostro rimorchio attrezzato per il trasporto di due cavalli per volta, possiamo trasportare mucche o cavalli verso cliniche oltre Gottardo». Un servizio che naturalmente ha dei costi che Besomi definisce moderati: «Siamo tutti volontari e la Spab non ha scopo di lucro, dunque i prezzi sono contenuti e coprono le spese del veicolo, di due persone della Spab e del carburante». Nulla più, almeno di quanto è prevedibile e programmabile, dev’essere lasciato al caso nel trasporto urgente di animali che necessitano cure speciali.