Ad avvicinarlo all’acqua, al nuoto e al mondo del salvataggio sono stati i corsi di nuoto: da bambino abitava a San Vittore, nei Grigioni («dove non c’erano possibilità per nuotare»), poi la sua famiglia si trasferì a Bellinzona dove, all’età di 10 anni, seguì i corsi di nuoto che si tenevano già al Bagno pubblico. Per Boris Donda quei corsi furono il trampolino di lancio per la sua carriera nell’ambito del nuoto di salvataggio: dai corsi di formazione per diventare monitore, alle gare con la Società Nuoto, dai corsi di nuoto di salvataggio alla formazione di bagnino e ai vari successivi brevetti ed aggiornamenti fino alla funzione di esperto. Per un trentennio ha insegnato ai corsi di nuoto di Bellinzona. Donda è socio fondatore della Sezione di Salvataggio di Bellinzona e presidente onorario. Quest’anno ha lasciato la carica di presidente della Regione Sud della Società svizzera di Salvataggio (SSS) dopo ben 24 anni ai vertici e 25 in comitato. Gli è subentrato Daniele Bisang. Donda è stato anche membro del Comitato centrale della SSS ed è ancora rappresentante della stessa in seno all’associazione europea di salvataggio (ILSE). È tuttora presidente della Commissione Acque sicure del Canton Ticino.
Signor Donda, siamo in piena estate e c’è tanta voglia di stare all’aria aperta. L’affluenza alle rive di laghi e fiumi è grande, un po’ meno nelle piscine… Come si sta muovendo la Commissione Acque sicure?
La Commissione vigila costantemente la situazione ed è pronta a collaborare con tutti gli enti attivi sul territorio nella prevenzione e nel soccorso. Nei luoghi dove notiamo un aumento d’affluenza, siamo presenti per fornire informazioni supplementari. C’è da dire che per motivi di prevenzione al Covid-19 numerose manifestazioni di grande richiamo non avranno luogo, come traversate di laghi, eventi in stabilimenti balneari pubblici, gare popolari e altro. Ma l’attenzione resta elevata e la Commissione Acque sicure ha adattato la cartellonistica informativa e la prevenzione. Inoltre ha appositamente formando i pattugliatori che sono attivi lungo i fiumi, le rive dei laghi di maggior attrazione. La campagna di informazione e prevenzione, con grafica e messaggi uniformi, ha preso avvio il 20 giugno scorso e viene adattata a dipendenza dell’evolversi della situazione. Collaboriamo attivamente con le altre commissioni analoghe, come Strade Sicure e Montagne sicure e con enti e associazioni locali nonché con la Polizia cantonale (polizia lacuale).
In 24 anni di presidenza e 36 di militanza nella Salvataggio, come sono cambiati la formazione e gli interventi?
Anno dopo anno cambiano gli strumenti tecnici del salvataggio e l’approccio del primo soccorritore alla vittima. Queste strategie d’intervento vengono determinate a livello nazionale e internazionale a corto e medio termine (con aggiornamenti ogni 5-10 anni). Questo vale per il concetto generale di prevenzione e soccorso, come pure per l’istruzione. Il mio timore è che con il – comunque – pregevole scopo di «voler fare bene e in modo rapido» ci si spinga un po’ troppo verso una quasi professionalizzazione del volontario. Questa tendenza può intimorire e scoraggiare il volontario. L’istruzione e tutti i requisiti da rispettare lo portano ad essere quasi un «sostituto del professionista», e questo sia a livello delle conoscenze che deve padroneggiare che del corretto e rapido impiego del materiale di soccorso. Materiale che, dal canto, suo diventa sempre più sofisticato.
In questo senso, è importante tener presente che noi, come Salvataggio, facciamo capo anche a tanti giovani che, nel mondo d’oggi con mille altre attrattive, devono saper gestire al meglio il loro tempo libero e a volte il sentirsi investiti di troppa responsabilità (o competenze esageratamente alte) può essere per loro un fattore deterrente. La necessità di troppe competenze può spaventare chi svolgerebbe volentieri un determinato compito a livello volontario. Non tutti desiderano diventare un «quasi» soccorritore professionista. Questo è stato, a mio avviso, un sensibile cambiamento nel mondo del salvataggio a livello volontario, come lo fa e lo farà sempre la Società svizzera di Salvataggio e tutte le sue Sezioni attive in Svizzera, di cui 14 in Ticino.
In positivo sono invece cambiati i contatti e i rapporti con l’estero e con gli enti e le associazioni di salvataggio internazionali: lo scambio di informazioni è migliorato e anche la dotazione di materiale ha avuto un notevole sviluppo. Lo scambio di esperienze è molto importante. Basti pensare che ci sono ora Nazioni attorno a noi che per il salvataggio utilizzano i droni, apparecchi che sono stati appositamente adattati per trasportare piccoli salvagenti auto-apribili. In questo senso, nel nostro Paese si stanno facendo dei test interessanti. A livello europeo la Svizzera è ben rappresentata, con 5 membri nei consessi importanti. Nell’ambito del salvataggio, anche non avendo il mare e tutte le problematiche ad esso legate, il nostro Paese è ben posizionato dopo la Germania, la Francia, l’Italia e la Spagna. E questo proprio grazie all’inestimabile presenza del volontariato e alla sua attività! Tranne per l’amministrazione della SSS che è centralizzata (a Sursee) e professionale, le attività sul terreno sono svolte tutte da volontari. Il loro valore non ha prezzo.
Lei è presidente della Commissione cantonale Acque sicure. Da questo suo particolare punto di vista, cosa nota al momento attuale, appena usciti da un periodo di chiusure?
Sicuramente questa estate sarà particolare, proprio per i motivi esposti in apertura della nostra intervista. Ma spero vivamente che poi piano piano si possa tornare alla normalità a partire dal 2021. Quel che mi dispiace e reputo negativo, è il fatto che questa pandemia ha costretto anche all’annullamento di tutti i corsi di nuoto delle scuole e di buona parte di quelli estivi negli stabilimenti pubblici. I nostri giovanissimi, i bambini, hanno perso 3 o 4 mesi di nuoto a scuola; corsi e lezioni che di regola permettono loro di imparare a nuotare e a conoscere i pericoli nascosti in acqua. Queste conoscenze sono perse, proprio all’avvio dell’estate.
Lei è anche membro dell’ILSE, l’International Life Saving Federation of Europe. Cosa succede in questo consesso ora?
Purtroppo dallo scorso mese di marzo il Covid-19 ha imposto uno stop a tutte le attività di questo ente internazionale. Incontri, congressi, comitati ed eventi sono stati annullati. Anche le annuali e attese gare internazionali non avranno luogo. La presenza della Svizzera in questo consesso, dove sono presenti altri 38 Paesi, è e resta molto importante, l’ILSE è di supporto a vari progetti delle Nazioni e si occupa della valutazione dei rischi, della sicurezza sulle spiagge, delle qualifiche dei monitori e istruttori e organizza i campionati di salvataggio. Il suo segretariato si trova in Germania.
E per concludere, come vede il futuro della Salvataggio svizzera?
Negli ultimi anni, con i miei colleghi, abbiamo preparato il terreno al cambiamento. Con la persona di Clemente Gramigna, che siede nel comitato centrale della Salvataggio, penso che abbiamo posto una buona garanzia di continuità. Negli ultimi 20 anni, come ticinesi, abbiamo acquisito cariche importanti. Ora è in corso la transazione e auspico di cuore che queste funzioni vengano mantenute anche in futuro. Un futuro che ci vede attivi sempre e soprattutto come volontari, in sottile equilibrio con le esigenze provenienti dal mondo professionale. Le competenze nel soccorso sono necessarie, ma noi riteniamo che non vada persa la visione di base. In Ticino godiamo di un’ottima immagine e reputazione, siamo visibili e credibili, anche per le ottime collaborazioni con i nostri partner. Lo sforzo della Regione Sud, con il nuovo presidente Daniele Bisang, sarà anche quello di coinvolgere e invogliare le giovani leve e rinnovare i ranghi delle Sezioni. Inoltre, e questo è il mio auspicio, spero si trovi qualche giovane che sia disposto a… seguire le orme e a mettersi a disposizione per entrare in questi consessi (cantonali, nazionali ed esteri) e per favorire gli scambi nazionali e internazionali che portano un arricchimento a tutto il movimento.