Wolfsburg, città della Bassa Sassonia con poco meno di 130mila abitanti, è universalmente conosciuta per essere la sede dell’industria automobilistica Volkswagen. Da quelle parti ultimamente hanno lavorato davvero sodo. In marzo la Casa tedesca ha lasciato tutti a bocca aperta per il ritmo incalzante con cui ha comunicato una novità dietro l’altra. Al Salone di Ginevra Matthias Müller, numero uno del Gruppo Volkswagen, spiega che «il futuro della mobilità è innanzitutto nelle città e nelle aree metropolitane».
«Se vogliamo preservare la libertà che deriva dalla mobilità individuale – continua Müller – dobbiamo dire addio a molte cose che oggi associamo alla guida. Dobbiamo ripensarla e ridefinirla. E intensificheremo ulteriormente i nostri sforzi in tal senso». Ecco allora che a inizio marzo sotto i riflettori del Salone Svizzero Volkswagen ha mostrato Sedric School Bus. Sedric, acronimo di SElf DRIving Car, è lo scuolabus del futuro: a propulsione elettrica e senza autista ovvero a guida autonoma. Un mezzo pensato per i giovani con l’opzione di utilizzare il dispositivo di controllo OneButton per chiamare il veicolo elettrico con il tocco di un pulsante.
Protagonista a Ginevra anche il prototipo Volkswagen I.D Vizzion (nella foto) caratterizzata da linee filanti da grossa coupé (oltre 5 metri di lunghezza) che nascondono però quattro grandi portiere che si aprono una verso l’altra. La sorpresa più grande si ha una volta a bordo: mancano sia il volante che la pedaliera. Non c’è neppure un cruscotto e nessun pulsante sulla plancia. Solo quattro comodi sedili! Insomma si tratta di una vettura a guida autonoma in cui a pilotare ci pensa una sorta di autista digitale. Il motore? Non uno ma due propulsori elettrici in grado di erogare 305 cavalli con un’autonomia dichiarata di 665 chilometri.
La velocità è autolimitata a 180 chilometri orari. I.D. Vizzion dovrebbe arrivare nelle concessionarie nel 2022 ma dotata di guida convenzionale mentre per la guida autonoma si parla della metà del prossimo decennio. La Vizzion è il quarto modello della famiglia I.D. che vedrà la luce a partire dal 2020. «Entro il 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane» spiega il numero uno di Volkswagen. Le città non solo dovranno essere meno congestionate ma anche meno inquinate. Ecco allora che Volkswagen ha comunicato che le sue due principali centrali elettriche di Wolfsburg saranno profondamente modernizzate grazie al passaggio dal carbone fossile al gas.
Un cambiamento tecnologico che grazie a nuove turbine a gas ad alta efficienza ridurrà le emissioni di anidride carbonica di 1,5 milioni di tonnellate l’anno. Un numero che corrisponde all’attuale produzione di CO2 di circa 870mila veicoli l’anno. I lavori di costruzione delle nuove centrali, per i quali è previsto un investimento di circa 400 milioni di euro, prenderanno il via quest’anno. Le due nuove strutture entreranno in funzione fra il 2021 e il 2022.
«Entro il 2025 –racconta Müller- ridurremmo l’impatto ambientale del Gruppo Volkswagen del 45% rispetto al 2010». «I nuovi stabilimenti non ridurranno solo le emissioni di anidride carbonica, ma abbasseranno drasticamente anche il consumo di acqua, il volume degli scarti e altre emissioni mediamente, del 50% circa. In questo modo contribuiremo ad abbassare la concentrazione di inquinanti a livello locale» spiega Stephan Krinke, Responsabile degli Affari Ambientali del Gruppo.
A metà marzo, spenti i riflettori su Ginevra, i manager Volkswagen si sono spostati a Berlino per parlare del bilancio annuale. «Dal 2019 vedremo un nuovo mezzo a batteria praticamente ogni mese» annuncia il CEO Matthias Müller. «Entro il 2022 apriranno sedici fabbriche dedicate alla produzione di veicoli elettrici». A Berlino è stato dichiarato l’obiettivo del Gruppo: vendere 3 milioni di veicoli elettrici all’anno dal 2025 in poi sfruttando tutti i suoi 12 marchi (Audi, Seat, Skoda, ecc.). Attenzione però: i manager Volkswagen spiegano anche che non trascureranno le tecnologie propulsive e i modelli attuali su cui investiranno quasi 20 miliardi di euro nel solo 2018. Il dieselgate è ormai alle spalle e i motori termici tradizionali continueranno a giocare un ruolo importante nei prossimi anni. D’altronde le rivoluzioni, anche se elettriche, non si possono certo fare in un giorno.