Da qualche mese, il lago Ceresio si è tinto di colori. Rosso, verde e blu danzano e si rincorrono durante il fine settimana. E quando ci si avvicina al Circolo velico timidamente sulla vela si scorgono tre nomi: Pirando, Cerebral e Delfino. Stiamo parlando delle tre imbarcazioni del tipo Hansa 303W, portate sulle rive del lago di Lugano da skipper speciali. Sì, perché a governare le barche sono persone con disabilità.
Velabili, questo il nome dell’Associazione, a capo della quale vi è il presidente Boris Keller. Lo abbiamo incontrato per saperne di più su questa primizia a livello non solo ticinese, ma addirittura svizzero: «Tutto nasce quattro anni fa, quando la Federazione Ticinese Integrazione Andicap (ndr. ora Integrazione Andicap Ticino) ha organizzato una settimana di barca a vela al mare per ragazzi con disabilità mentale. Io facevo parte del team come skipper; abbiamo navigato per una settimana attorno all’isola d’Elba» ci spiega Keller. «L’esperienza è stata molto positiva, per questo motivo è stata ripetuta l’anno successivo ed è entrata a far parte del calendario delle attività sportive per persone con disabilità mentale. Ogni anno vengono infatti ospitati nuovi ragazzi, i quali sono coinvolti attivamente sulla barca, sia nelle attività di navigazione, sia nei compiti di cucina, pulizia e altre attività indirettamente legate al mondo della barca».
Questa esperienza è stata riproposta per altri tre anni, sempre con un grande riscontro da parte dei partecipanti. Sull’onda di questo entusiasmo e grazie all’ottima collaborazione con la Federazione Ticinese Integrazione Andicap, con il Circolo Velico di Lugano e con il Gruppo sportivo Insuperabili, è stato dato il via alla creazione dell’associazione Velabili, che prevede per l’appunto la navigazione con piccole imbarcazioni sul Ceresio.
È d’altronde anche importante differenziare. Di fatto, com’è ovvio, è molta la differenza dei compiti e degli insegnamenti rivolti agli atleti quando hanno ha che fare con una grossa barca a vela come quella impiegata per l’Isola d’Elba, rispetto a quando si trovano confrontati con le piccole imbarcazioni per il lago: «Nella barca a mare – ci spiega Keller – è importante il lavoro di coordinamento del team. Occorre gestire minuziosamente i compiti al timone, alla vela, di lettura della cartina e altro ancora. Sul lago invece le imbarcazioni sono di piccole dimensioni e possono ospitare soltanto due persone. L’insegnamento prevede quindi dei momenti a secco, con il gruppo, per poi scendere sul lago, accompagnati da un gommone».
Il tipo di imbarcazione Hansa 303W permette di accogliere skipper con disabilità diverse; fisica, mentale, sensoriale. È facile da governare ed è utilizzabile per tutti, anche per coloro che non hanno esperienza con la vela. Si tratta inoltre di una barca molto sicura in quanto non scuffia (ndr: non si ribalta).
Proprio per questo motivo, i partecipanti si sentono a loro agio e sperimentano senza timore di sbagliare le manovre più diffuse: lascare, cazzare, tecniche per mantenere la rotta, tecnica di bolina e di traverso, gran lasco, eccetera.
Le uscite di un’ora e trenta, ogni due settimane circa, permettono di costruire un percorso didattico e formativo molto interessante.
Integrazione o inclusione? Keller spiega che «l’associazione Velabili dispone di imbarcazioni proprie e organizza propri campi di allenamento. Per questo motivo si parla di integrazione; tuttavia si tratta di un gruppo che rimane al di fuori del team di ragazzi normodotati del Circolo Velico». Lo scopo finale è tuttavia quello di includere le attività per persone con disabilità all’interno dei gruppi per normodotati. Il Circolo velico di Lugano in questo senso è stato un pioniere, in quanto ha già permesso a un ragazzo con disabilità di entrare a far parte del gruppo di regata del team di normodotati.
Parole, queste, che fanno rima con Special Olympics Svizzera, l’associazione mantello a livello nazionale per lo sport per persone con disabilità cognitiva. Special Olympics sta infatti seguendo da alcuni anni un concetto di inclusione di persone con disabilità cognitive nei club sportivi. Calcio, tennis, basket, vela e molte altre discipline sportive ospitano atleti anche con disabilità cognitive, tracciando quello che probabilmente, nel limite del possibile, sarà il futuro dello «sport e andicap».
La stessa Special Olympics ha organizzato proprio lo scorso mese di ottobre una gara a livello nazionale sul lago Ceresio. «Sì è trattato – continua il Presidente – della prima gara di vela sul territorio elvetico.
Hanno preso parte alla manifestazione 14 partecipanti per un totale di 7 equipaggi, misti di disabilità fisica e mentale. Per la prima volta in una manifestazione di Special Olympics, si sono uniti due tipi di disabilità.
E non sono da poco le ambizioni di Velabili: «Ci siamo posti un obiettivo molto alto – conclude Keller –, ovvero quello di preparare alcuni ragazzi agli Special Games che si svolgono ogni quattro anni. Il prossimo appuntamento è in programma a Singapore nel 2019. Un obiettivo ambizioso ma non impossibile». Ne è dimostrazione il fatto che lo stesso Keller ha accompagnato lo scorso anno a Los Angeles un giovane sportivo ticinese agli Special Games, proprio nella vela.
Sognando Singapore e remando per ottenere le qualifiche, è arrivato anche per noi il momento di congedarci. È tempo di lasciar sfrecciare i tre colori sul lago, di colorarlo di nuove linee e mosaici.