La Valle Bavona racchiude su una superficie di circa 124 km quadrati moltissime testimonianze di vita e cultura rurale tradizionale, a volte uniche in tutto l’arco alpino. Risalendo il fondovalle s’incontrano dodici frazioni, chiamate «Terre», che ancora esprimono tutto il loro carattere rustico, con tante pietre e sassi disposti con cura. Le rocce sono elementi caratteristici di tutta la valle, al punto che sotto alcune di esse l’abile agricoltore ha saputo ricavare ampi spazi da utilizzare in base alle proprie esigenze, gli splüi. Il territorio è poi ricco di ulteriori elementi antropici quali ripidi pascoli, prati e selve castanili, muri a secco e terrazzamenti, prati e orti pensili.
L’eterogeneità della Valle Bavona che, tra Cavergno e la cima del Basodino in soli 20 km presenta un dislivello di oltre 2800 m, permette di offrire degli ambienti variegati a ridosso della corona delle alpi: la caratterizza un contrasto morfologico tra il verde e angusto fondovalle, le estese pareti rocciose quasi verticali che lo contornano e le valli sospese in quota. Paesaggi (e villaggi) rurali che mostrano come l’uomo abbia saputo anche qui, in questa valle apparentemente brulla e discosta, ritagliarsi lo spazio per sopravvivere. Con l’abbandono dell’agricoltura tradizionale, queste peculiarità sono state minacciate dall’abbandono, dall’avanzata del bosco e dall’incuria.
Fortunatamente ben presto ci si è accorti di questa situazione di degrado e, già nel 1983, la Valle Bavona venne iscritta quale oggetto nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale. Un riconoscimento che è stato un primo passo per la creazione, nel 1990, della Fondazione Valle Bavona che si è incaricata di gestire e coordinare gli interventi di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio territoriale. La Fondazione in questi oltre 25 anni d’attività ha quindi promosso e concluso molti interventi conservativi a favore di aspetti paesaggistici, componenti naturali, forestali o agricoli. Impegno che ha permesso alla Valle di salvaguardare gran parte del suo patrimonio naturale o edilizio secondo le condizioni fissate dall’inventario nazionale.
Oggi questi sforzi sfociano nel Laboratorio Paesaggio, un’attività inaugurata in maggio a Mondada (una delle dodici Terre della Bavona) volta alla divulgazione e alla formazione. Lo scopo del nuovo settore, realizzato in stretta collaborazione con il partner principale Heimatschutz Svizzera e sostenuto finanziariamente anche dal Cantone, è dunque quello di rendere fruibile a tutti, soprattutto ai giovani, il paesaggio rurale tradizionale attraverso la partecipazione attiva. «Per i ragazzi si tratta di toccare con mano, di vivere esperienze, di creare un legame affettivo con il territorio – spiega Rachele Gadea Martini, coordinatrice della Fondazione Valle Bavona – Vogliamo far scoprire il piacere di stare bene in Bavona, di amare quello che si fa risvegliando la curiosità e la voglia di approfondire le conoscenze per apprezzare e poi, magari, tornare con i famigliari. In occasione dell’inaugurazione del Laboratorio Paesaggio i ragazzi hanno per esempio preparato il pane di castagne (fiàscia) e lo hanno cotto nel forno a legna situato in uno splüi, si sono dati da fare nel raccogliere legna con la cadola e hanno preparato un prato pensile per la coltivazione di barbabietole e cipolle».
Per raggiungere i suoi molteplici obiettivi, il Laboratorio Paesaggio fa capo anche a collaboratori esterni, esperti in diversi ambiti quali natura e biodiversità, storia e cultura, architettura o letteratura. «Sì, le attività non si limitano a escursioni o gite in tema ambientale, ma comprendono serate di proiezioni, giornate di volontariato e, in autunno, sarà proposto un ciclo di attività per ragazzi attorno al mondo della castagna», aggiunge la coordinatrice della Fondazione.
Al programma per la popolazione, scaricabile dal sito www.bavona.ch, si aggiunge il Totem RSI Alta Vallemaggia, una piattaforma mediatica e itinerante disponibile per una consultazione gratuita. «Attualmente il Totem è consultabile presso il Museo Castello Sasso Corbaro di Bellinzona, dove fino al 23 luglio è allestita una mostra temporanea sulla Valle Bavona promossa da Heimatschutz Svizzera – precisa Rachele Gadea Martini – il Totem è un prodotto editoriale della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana con l’obiettivo di facilitare la scoperta della memoria storica, sociale e culturale della Svizzera italiana di cui le teche RSI sono detentrici».
Un altro metodo per riflettere sulla Valle Bavona e sulla vita di montagna è di certo il concorso letterario «Salviamo la montagna» che comprende il Premio letterario internazionale Andrea Testore – Plinio Martini (per adulti) e il concorso «Montagna Giovane» (per i ragazzi). Quest’ultimo viene presentato annualmente a docenti e allievi delle Scuole elementari e delle Scuole medie della Vallemaggia e il bando di concorso è già disponibile su www.bavona.ch.