Una ricetta per il lavoro intelligente

L’associazione Work Smart nata dalla collaborazione tra aziende e istituzioni del settore pubblico e privato promuove la creazione di condizioni lavorative stimolanti e di una nuova cultura professionale
/ 06.06.2017
di Natascha Fioretti

Si chiama Work Smart è di casa a Berna ed è un’iniziativa volta a promuovere nuove forme di lavoro flessibile in Svizzera. Formalmente è una associazione che – come ci spiega la coresponsabile del progetto Nadia Stillhart – «nasce dalla collaborazione tra aziende e istituzioni provenienti sia dal settore privato sia pubblico come Mobiliar, Witzig, SBB, Swisscom, Post, SRG SSR come anche Startup come Xing, PupupOffice, VillageOffice. L’iniziativa gode inoltre di un ampio patronato da parte di organizzazioni economiche, sindacati e scuole superiori. Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere forme di lavoro flessibili. In particolare puntiamo ad aprire il mercato del lavoro, a creare condizioni lavorative stimolanti per i lavoratori e ad utilizzare in modo intelligente risorse e infrastrutture».

Se siete interessati trovate tutto sulla piattaforma online all’indirizzo work-smart-initiative.ch, qui iniziamo a vedere quali sono i vantaggi del lavoro flessibile per un’azienda e per i collaboratori. I vantaggi sarebbero di tipo ambientale, infatti, recita il sito, se 450’000 dipendenti in Svizzera stessero a casa un giorno a settimana praticando quello che si chiama Home office, ci sarebbero in circolazione 1400 tonnellate in meno di CO2, per un totale annuo di 67’000 tonnellate. Una maggiore flessibilità sul posto di lavoro, una misurazione del rendimento non più in ore e tempo ma in raggiungimento degli obiettivi e una maggiore mobilità, si tradurrebbero in un più salutare equilibrio famigliare e in lavoratori più motivati e sereni. Riuscire a gestire meglio il proprio management famigliare perché si è più liberi di scegliere luogo e orario di lavoro, almeno un giorno a settimana, crea nei dipendenti quello stato di benessere che li motiva a fare bene e di più. Ne consegue una maggiore produttività, misurata in percentuale in un più 12%. 

Introdurre forme flessibili di lavoro significa anche sfruttare l’andamento lavorativo della giornata adeguandosi alle ore in cui si è più produttivi, assecondando cioè il nostro bioritmo. Se dopo pranzo, ad esempio, si ha un calo della concentrazione e del rendimento è meglio sfruttare questo tempo per fare sport o altro. Orari e giorni flessibili hanno ripercussioni positive anche sull’utilizzo dei mezzi pubblici e sul traffico. Permettono, infatti, di distribuire meglio l’afflusso evitando sovraffollamenti su treni e bus nelle ore di punta e congestionamenti del traffico automobilistico che anche alle nostre latitudini conosciamo bene. E non sono solo teorie, diversi studi fatti da SBB e Swisscom nel 2013 provano di fatto che se tutti i pendolari delle ferrovie viaggiassero in orari flessibili, almeno due volte a settimana, il numero complessivo dei viaggiatori nelle ore di punta calerebbe del 7%.

E se queste possono essere delle soluzioni sul piano pratico ce ne sono altre per potenziare e migliorare le modalità lavorative in azienda partendo dal presupposto che sia necessario promuovere una nuova cultura professionale. Si inizia dal sottolineare l’importanza di coltivare lo scambio e il dialogo sul posto di lavoro con il proprio team e i propri colleghi. È importante ritagliare dei momenti di incontro e condivisione come il pranzo o la pausa e al contempo sfruttare al meglio metodi di comunicazione mobili e veloci attraverso i servizi di instant messaging. Per favorire una nuova cultura aziendale il management deve fare la sua parte. È determinante sostituire una politica di controllo e di comando con una politica di lavoro basata sulla fiducia senza la quale non è evidentemente possibile promuovere forme di lavoro mobili e flessibili. Chi è leader sul posto di lavoro deve comportarsi come un coach in grado di fornire al proprio team linee guida, strumenti e motivazione per fare bene e raggiungere gli obiettivi preposti. Una buona, veloce ed efficiente comunicazione è fondamentale.

A questo punto abbiamo chiesto a Nadja Stillhart se ci sono aziende in Svizzera che più di altre sono portate a cambiare la propria cultura aziendale e a promuovere forme di lavoro flessibile. Ci risponde che secondo lo studio FlexWork 2016 «i rappresentanti dell’economia privata, in particolare fornitori di servizi nell’ambito della ricerca, dello sviluppo, della progettazione o delle telecomunicazioni, sono più avanti rispetto a quelle dell’amministrazione pubblica. Ci dice anche che le grandi aziende con più di 500 dipendenti tendenzialmente sono più inclini ad introdurre forme di lavoro flessibile e sono in particolare quelle aziende che si occupano di architettura, infrastruttura e tecnologia». Le abbiamo chiesto se le aziende mediatiche sono tra queste «la più grande impresa mediatica svizzera, la SRG SSR è tra i cofondatori dell’iniziativa Work Smart e dunque senz’altro orientata ad introdurre forme di lavoro più flessibili». 

Gran parte delle aziende che hanno aderito al progetto «provengono dalla Svizzera tedesca e sempre di più della Svizzera romanda, mentre non abbiamo ricevuto nessuna adesione dalla Svizzera italiana». C’è anche da dire che la piattaforma online e tutte le relative informazioni e documentazioni sono accessibili soltanto in lingua tedesca e francese. Tra queste le più interessanti sono senz’altro lo studio FlexWork del 2016 condotto dalla Fachhochschule Nordwestschweiz (FHNW) secondo il quale su 4,65 milioni di lavoratori dipendenti nell’economia svizzera, 1,12 milioni lavorano in modo flessibile mentre 2,62 milioni non possono per via del tipo di professione, dell’infrastruttura a disposizione oppure perché il regolamento aziendale non lo permette. A costituire l’ostacolo maggiore all’introduzione di forme di lavoro flessibili e intelligenti è il lavoro di squadra che secondo molte aziende (54%) richiede la presenza sul posto di lavoro, altro tema sensibile è la protezione dei dati e la confidenzialità delle informazioni (38%) così come il regolamento sul posto di lavoro che non prevede soluzioni flessibili se non in casi eccezionali (36%). Insomma per cambiare la cultura aziendale e professionale, seppur la tendenza sembra prendere piede, c’è ancora strada da fare. 

Per chi fosse interessato Work Smart offre le sue competenze sia attraverso la sua piattaforma online sia attraverso consulenze personalizzate. Le aziende, i dipendenti e i professionisti interessati possono inoltre sottoscrivere una carta di intenti e di valori per promuovere una nuova cultura professionale in Svizzera. Sottoscritta fino ad oggi da 102 aziende, tra i primi firmatari figurano Microsoft Schweiz, Die Mobiliar, la Posta Svizzera, SBB, SRG SSR, Swisscom e Witzig the Office Company che offre un incredibile spazio di business e coworking alla stazione di Berna. Pure l’Amministrazione federale ha compreso l’importanza del progetto e il 23 marzo scorso ha dato la notizia della sua adesione e della firma della Carta Work Smart affermando in una nota che «è compito soprattutto dei superiori dare ai propri collaboratori la possibilità di ricorrere a forme di lavoro mobile e di integrarle nel quotidiano. Esse permettono non soltanto di migliorare la conciliabilità di vita professionale e vita privata, ma anche di pianificare con intelligenza il lavoro, riducendo il consumo energetico e decongestionando le strade e i trasporti pubblici».