Una gita tra lago e monti

Escursioni – Un nuovo percorso didattico porta il visitatore a scoprire il Gambarogno
/ 17.12.2018
di Elia Stampanoni

Percorrendo il Gambarogno da Quartino verso la dogana di Dirinella, sembra quasi non esserci spazio tra il lago e i monti. Il territorio, stretto tra il versante e la riva del Verbano, è in gran parte occupato dai paesi, dalla strada, dalla ferrovia e dal fianco delle montagne. Ma proprio tra le vie dei nuclei, tra gli alberi dei boschi e tra i prati di questa regione si sviluppa l’interessante sentiero didattico Tra monti e lago.

E così, mentre sul lato opposto si pensa e si progetta una camminata sul lago, da questa parte del Verbano la passeggiata già si può fare, seguendo la nuova segnaletica che conduce il visitatore da Contone a San Nazzaro. Il cammino completa quanto iniziato già nel 2004, quando fu inaugurato un primo tratto di sentiero didattico tra Dirinella e San Nazzaro/Vairano, frutto di un progetto Interreg.

L’ampliamento dell’operazione, che valorizza un intero territorio, si è conclusa nel corso dell’estate del 2018 con l’inaugurazione del sentiero promosso dall’Organizzazione turistica Ascona-Locarno e dall’Antenna del Gambarogno dall’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia, presso le cui sedi si possono pure trovare gli opuscoli informativi, così come negli uffici del Comune. Ora i chilometri totali sono circa 22, da Contone a Dirinella. Il sentiero, debitamente segnalato con i cartelli pedestri di colore giallo, è arricchito dalla presenza di una quarantina di pannelli informativi che illustrano alcuni temi correlati a questa regione. La lettura è rapida e permette di portarsi a casa, oltre a una piacevole gita, anche qualche nozione basilare legata alla storia e alla cultura del Gambarogno. L’obiettivo del progetto, come si legge sui pannelli informativi, è infatti quello di «presentare in modo semplice ed esaustivo il patrimonio storico-culturale e ambientale e le particolarità multisettoriali del territorio».

Il percorso passa in breve tempo dal lago alla collina, richiedendo pertanto anche una discreta condizione fisica e di certo un adeguato equipaggiamento. Tocca le varie frazioni del Gambarogno, e anche alcune tra le più discoste, per poi tornare sulle rive del Verbano, per esempio a Vira dove passeggiando nel nucleo del paese si scoprono scorci pittoreschi. Alcuni tratti costeggiano la rumorosa strada cantonale, ma sovente il sentiero sale in quota velocemente tra prati e vigneti e permette un’ampia vista sul Locarnese. Camminando si scoprono boschi e angoli dimenticati, chiese e giardini, case e costruzioni, ma pure un paesaggio naturale a diretto contatto con la vita quotidiana. Ai pannelli esistenti e realizzati nel 2004 con il progetto Interreg su temi svariati (dalla flora alla fauna, dai lavatoi al bucato, dall’uva al vino…) se ne sono aggiunti altri che, disseminati nel suggestivo paesaggio, parlano anche di personaggi, come per esempio l’architetto Francesco Meschini, che in Ticino trasformò la chiesa parrocchiale di San Nazzaro secondo i criteri del neoclassicismo per poi dare il suo apporto anche ad altre opere, tra cui la strada di Leventina tra Biasca e Airolo o la strada della Tremola.

Una sosta obbligata è poi al Parco botanico del Gambarogno tra Piazzogna e Vairano, un terrazzo con splendida vista sul delta della Maggia, la catena alpina e l’imbocco della Valle Maggia e della Verzasca. Lo stagno Paron occupa invece un avvallamento morenico situato lungo il percorso, nella frazione di Piazzogna, a 315 metri di altitudine e, con un po’ di fortuna, permette di osservare alcune specie di anfibi e libellule. Il sentiero educativo si sofferma, con un accenno, anche sulla conformazione geologica e sui terrazzamenti tipici del Gambarogno, oppure sull’affascinante mondo della pesca che in una regione di lago continua ad avere una sua importanza e di certo una sua storia. Sempre legato alla pesca, in riva al lago a Vira, è posato un secondo cartello incentrato sulla fauna ittica del lago.

Poco più a nord, in un giardinetto pubblico di Magadino, si ripercorrono invece le vicende di diversi alberghi, la cui presenza sul territorio è strettamente legata alla navigazione sul lago Maggiore e all’apertura della via carrozzabile del San Gottardo che verso il 1830 diede ulteriore rilevanza al porto di Magadino. Con la costruzione della linea ferroviaria del San Gottardo tra il 1872 e il 1882, l’importanza di Magadino diminuì, in concomitanza con l’apertura delle linee Bellinzona-Luino e Bellinzona-Locarno che favorirono definitivamente quest’ultimo come snodo di comunicazione.

Proseguendo verso est il sentiero risale leggermente, di nuovo nei boschi, sovrastando il Piano di Magadino che si fa vieppiù vicino. Da qui si possono osservare le zone industriali e commerciali, ma anche scoprire i lavori d’incanalamento del Ticino che furono iniziati nel 1888. Giunti a Quartino non ci si può dimenticare della strada storica del Montecenerino che, popolarmente denominata strada romana (anche se l’aspetto odierno si fa risalire all’inizio dell’800), collega il piano con il Monte Ceneri. Il percorso Tra monti e lago giunge quindi al forno del pane di Contone, transitando anche dall’oratorio di Santa Maria degli Angeli a Fosano, la Chiesa di San Carlo Borromeo, la villa Ghisler a Magadino e la chiesa di San Giovanni Battista a Contone.

Il sentiero si può affrontare in entrambe le direzioni di marcia e offre diverse possibilità d’innesto per poterne anche percorrere solo dei tratti. L’accesso può avvenire in numerosi punti, approfittando dei collegamenti dei trasporti pubblici, con i quali, sia tramite ferrovia sia tramite autopostale, è poi comodo rientrare al punto di partenza.