Essere amico dei bambini per un Comune non significa solo poterli accogliere con strutture e servizi adeguati. Secondo i principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, ratificata dalla Svizzera nel 1997 e della cui attuazione si occupa il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) tali diritti implicano la partecipazione di bambini e adolescenti alle decisioni sui temi che li riguardano. È questo uno dei punti salienti nell’attribuzione del label UNICEF «Comune amico dei bambini», che lo scorso primo febbraio per la prima volta è stato assegnato in Ticino. A riceverlo la Città di Locarno, impegnata da alcuni anni in questa iniziativa che comporta un cambio di prospettiva nell’attenzione rivolta alle nuove generazioni.
Primo del Ticino e 47° a livello svizzero (compreso il Principato del Liechtenstein) Locarno ha ricevuto la certificazione UNICEF per i prossimi quattro anni. Ciò significa che il label rappresenta sì un traguardo raggiunto, ma soprattutto uno stimolo per concretizzare programmi e misure elaborati lungo il percorso che ha portato al riconoscimento. Alla Città sul Verbano spetterà inoltre un ruolo faro nel permettere a questa distinzione di diffondersi in altri Comuni della Svizzera italiana. Per Locarno, in particolare per la sua classe politica, l’esperienza della collaborazione con il Comitato per l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein è stata contrassegnata da grande entusiasmo unito a un notevole impegno. Lo conferma ad «Azione» Ronnie Moretti, capo del Dicastero socialità. «Chiedere ai bambini la loro opinione su quanto viene messo in atto a livello pubblico nei settori che li riguardano è un concetto conosciuto da decenni, ma realizzarlo alle nostre latitudini rappresenta un passo innovativo che ci procura grande soddisfazione. Attraverso i laboratori organizzati durante il processo di certificazione le diverse fasce d’età hanno potuto esprimersi sul proprio ambiente di vita, dalla sede scolastica per i più piccoli all’intera Città per gli studenti delle superiori. Siamo stati colpiti dalla pertinenza delle questioni sollevate e dei progetti proposti».
Questioni e progetti contenuti nel Piano di azione che impegna il Municipio nella realizzazione di tutta una serie di misure in molteplici settori: edifici scolastici, servizi educativi, luoghi di svago, mobilità, spazi d’incontro. Precisa il nostro interlocutore: «I giovani hanno sollecitato coerenza da parte delle autorità identificando aspetti essenziali sui quali le stesse si erano già chinate senza però giungere a vere e proprie conclusioni. L’ottima collaborazione con UNICEF ed ora questa certificazione ci hanno in un certo senso imposto di affrontare questioni aperte a favore delle giovani generazioni». Come vedono allora bambini e adolescenti la loro Città? Spazi verdi, parchi pubblici per lo svago, sicurezza stradale per pedoni e ciclisti, sono temi trasversali sollevati dalle diverse fasce d’età. Nel Piano d’azione il Municipio esamina necessità e auspici manifestati dai giovani e dalle loro famiglie, evidenziando quanto già attuato, i progetti in fase di realizzazione e quelli che si potrebbero promuovere proprio in sintonia con la visione del label «Comune amico dei bambini».
Il conseguimento di questo label è un processo in quattro tappe avviato nel 2016 ed entrato nel vivo nel 2019. A un questionario allestito e analizzato da UNICEF è seguito nell’autunno 2019 il coinvolgimento di bambini e giovani con i laboratori citati da Ronnie Moretti. Organizzati da Infoclic e dall’allora responsabile del Centro Giovani della Città Patrizia Dresti, hanno visto la partecipazione di 250 tra bambini, ragazzi, genitori e professionisti del settore. Da rilevare, che Locarno su quasi 17mila abitanti conta circa 2400 residenti minorenni, pari al 7%. Terza e quarta tappa sono stati il Piano d’azione presentato nel marzo 2020 e la giornata di valutazione con il supporto di un esperto esterno tenutasi il seguente 16 novembre.
Intesa quale strumento di dialogo e riflessione sulla base di esempi concreti, la valutazione – svoltasi in videoconferenza a causa della pandemia – ha confermato ai rappresentanti del Comitato per l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein il sostegno e la coordinazione di cui gode il progetto a livello politico e amministrativo. Persona di contatto nel Comune per l’organizzazione è la coordinatrice dei Servizi sociali Giovanna Schmid che da parte sua sottolinea come per stimolare ragazze e ragazzi a partecipare alle decisioni siano indispensabili progetti concreti. Sebbene l’emergenza sanitaria abbia frenato queste attività, il dialogo con i giovani lanciato nel 2019 dal sindaco Alain Scherrer nel discorso di Capodanno resta un punto essenziale del programma legato al label.
«La principale palestra di prova in questo ambito – spiega Giovanna Schmid – è costituita dalla Rotonda. Permetterà di fornire risposte concrete al desiderio dei giovani di utilizzare questo spazio per attività sportive e ricreative mirate. Le feste già organizzate sono state un’opportunità sfruttata bene e la collaborazione con l’associazione giovanile LOComotiva è destinata a consolidarsi». Un altro progetto sul quale ci si concentrerà nei prossimi mesi è il Centro giovani di cui la coordinatrice è responsabile. Precisa al riguardo: «L’obiettivo è quello di integrare i partecipanti nella conduzione del Centro favorendo l’assunzione di responsabilità, così che in futuro siano eventualmente anche in grado di gestire uno spazio in autonomia. Sempre quest’anno i giovani tra i 18 e i 25 anni saranno non solo oggetto di un’inchiesta sulle loro aspettative, ma anche parte del team che condurrà la medesima. La loro partecipazione si trasforma così in elemento strutturale del progetto, in sintonia con i principi di UNICEF. Un’attitudine che caratterizza anche il più ampio progetto di prossimità al quale stiamo lavorando. Si tratta in questo caso di essere vicino ai giovani nei luoghi dove si ritrovano grazie a operatori che li avvicinano in maniera informale e favorendo un approccio basato su relazioni tra pari. Con il tempo i primi diventano antenne dei secondi permettendo di anticipare situazioni critiche e facilitando la ricerca di soluzioni».
Secondo UNICEF è auspicabile che il coinvolgimento di bambini e giovani assuma a lungo termine una forma strutturata. In particolare ribadisce l’importanza di mettere a disposizione canali di partecipazione istituzionalizzati e permanenti come un consiglio, una cassetta delle lettere o un diritto garantito di presentare domande. Dopo aver superato con successo tutte le tappe del processo di certificazione, Locarno continuerà a proseguire sulla via che pone l’infanzia e l’adolescenza al centro dello sviluppo della Città. Mona Meienberg, responsabile a livello nazionale dell’iniziativa «Comune amico dei bambini», sottolinea che «questo impegno è un vantaggio non solo per i diretti interessati, ma anche per le loro famiglie e sovente per le generazioni più anziane. L’adattamento ai più piccoli e ai ragazzi è un compito trasversale che deve essere sostenuto da tutti i settori. A Locarno abbiamo notato un netto cambiamento nella presa di coscienza e nell’impegno di proteggere, promuovere e rendere partecipi dell’avvenire le giovani generazioni».
Locarno rappresenta inoltre un esempio stimolante per gli altri enti locali ticinesi nella realizzazione dei diritti dell’infanzia sul piano comunale. «Con la Città di Locarno disponiamo di un primo faro in termini di adattamento ai bambini e ai giovani in Ticino e speriamo che questo carisma motivi i Comuni ticinesi a investire maggiormente in queste fasce di età», dichiara da parte sua la direttrice generale del Comitato per l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein Bettina Junker. Un appello già raccolto da Lugano, che ha ultimato la prima fase del progetto, e da altri Comuni in contatto con Locarno per raccogliere informazioni.
Considerando l’iniziativa «Comune amico dei bambini» un processo di miglioramento costante a favore delle nuove generazioni, il Comitato per l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein e la Città di Locarno auspicano il diffondersi sul territorio cantonale di queste esperienze e la loro messa in rete. Gli scambi costituiscono un arricchimento reciproco, agevolano l’applicazione sistematica dei principi a favore della gioventù e più in generale contribuiscono a promuovere il cambiamento culturale che questi principi sottintendono.