Una Cascina per tutti

Socialità – Sarà inaugurata il 28 agosto a Sorengo La Cascina, uno spazio condiviso di socializzazione e aggregazione. Ce ne parla il coordinatore Santo Sgrò
/ 22.08.2022
di Guido Grilli

«Se chiudi gli occhi per un istante sembra di trovarsi in uno di quei casolari sulle colline in Toscana». E invece siamo a Sorengo, in via Cremignone, sopra il parco Casarico. È qui che da pochi mesi sorge La Cascina, un luogo unico non solo per la sua bellezza – una costruzione in sasso su tre piani attorniata dal verde, completamente ammodernata – ma anche perché il progetto, in questa formula, rappresenta una prima ticinese. Le attività che vi si svolgono, aperte a tutti – bambini, adolescenti, adulti, anziani – sono pensate per favorire le relazioni interculturali, intergenerazionali e intendono rispondere ai bisogni della popolazione, contribuendo a una prevenzione sociale comunale.

Lo spazio s’ispira al modello delle Maisons de Quartier et Centres de Loisirs presenti ad esempio a Ginevra e Torino. Iniziative in Ticino ancora poco presenti. Santo Sgrò, animatore socioculturale e educatore, già responsabile in passato dello Spazio Ado, ne è il coordinatore. «Quando nel 2000 ero tornato da Ginevra in Ticino, dove avevo lavorato per 10 anni in una Maison de quartier, avevo scritto e presentato al Cantone un progetto, ma i tempi allora forse non erano maturi per poter avviare un’iniziativa come questa». Cosa propone, in estrema sintesi, questo spazio? «L’idea di fondo è rispondere a dei bisogni della popolazione, è un’idea di partecipazione e di cittadinanza. Concetti che sono alla base anche di una prevenzione sociale. In questo luogo si sviluppano inoltre forme di auto aiuto. Conoscendosi cadono molti pregiudizi e molte paure che talora impediscono alle persone di relazionarsi e di scoprirne le qualità. A La Cascina si condividono il sapere e le competenze di ognuno, e questo può creare formule di auto-aiuto, che in questi tempi tendono a perdersi, mentre è importante riporle al centro delle relazioni umane. Accade così che molte attività che si svolgono qui si incrocino le une alle altre, favorendo il dialogo, l’incontro, la socializzazione. Sono le persone che formano un luogo. Qui passa il pensionato del quartiere semplicemente a bere un caffè e socializza con le mamme dell’Assemblea dei genitori che stanno realizzando il pre-asilo. Oppure c’è una sarta capace di coinvolgere giovani e adulti con i suoi lavori di cucito. Nello stesso tempo, al primo piano, capita che si svolga un corso di ceramica o che un gruppo di signore tenga lezioni di yoga. È un mondo che s’incontra, un luogo di aggregazione, dove è possibile creare, partecipare e inventare insieme».

La Cascina è predisposta per attività diurne ed eventi aperti a singoli, famiglie, gruppi, associazioni (già numerosi sono i sodalizi che vi fanno capo, fra cui Il Tragitto che si occupa dell’accoglienza di donne migranti, l’Auto aiuto autismo, l’Associazione Promemoria, International Women Club, l’Assemblea dei genitori di Sorengo, Associazione Ava Eva, sodalizi che, essendo senza scopo di lucro e non disponendo di fondi, mettono soprattutto a disposizione il loro tempo a favore del centro). La casa si compone al pianterreno di una spaziosa cucina con una grande sala e un tavolo, simile a un bistrot, in grado di accogliere grandi gruppi, dove si possono organizzare dai corsi di cucina a pranzi. «La Cascina – evidenzia il coordinatore – ha messo a disposizione dell’associazione Tragitto, su richiesta del Cantone, due spazi per uno sportello d’accoglienza a favore dei profughi ucraini. Al piano superiore c’è una sala predisposta per lavori di bricolage, pittura, ceramica. C’è inoltre una biblioteca che funziona secondo lo spirito delle biblio-cabine, dove c’è anche l’idea di predisporre un doposcuola. Un’altra iniziativa riguarda, al secondo piano, una sala pensata ad attività organizzate con adolescenti, che si trovano in quella fase tipica in cui non sanno dove andare dopo la scuola. L’idea è quella di far diventare questo luogo la casa delle persone».

Quali sono stati i primi passi per giungere all’esito odierno? «L’iniziativa, prima di decollare, mi ha impegnato due anni per esplorare i bisogni concreti delle persone e conoscere le diverse associazioni attive sul territorio e consolidare così il progetto. La Cascina è un’iniziativa della Fondazione Weak Ends, letteralmente “fine della debolezza”. La Fondazione si avvale del sostegno di Pro Senectute, che gestisce diversi centri di socializzazione. Quattro collaboratori, con competenze e funzioni diverse, lavorano con me a Sorengo». E domenica 28 agosto, dalle 10 alle 17, La Cascina sarà inaugurata ufficialmente. Con diverse animazioni, attività, in un luogo sorprendente. Da scoprire.