Una casa della socialità

Pro Infirmis – La nuova sede centrale in costruzione a Bellinzona si fonda su un concetto sperimentato a livello nazionale
/ 25.01.2021
di Stefania Hubmann

Una sede propria in centro città da condividere con altre associazioni all’ascolto delle persone con disabilità per offrire a queste ultime sostegno pratico ma anche un’accoglienza familiare. Sono questi gli intenti che Pro Infirmis Ticino e Moesano desidera promuovere attraverso la Casa della socialità, in fase di costruzione a Bellinzona. Un nome che racchiude il senso dell’operazione, resa possibile grazie alla donazione del sedime avvenuta oltre un decennio fa. La sede centrale di Pro Infirmis Ticino e Moesano, che sarà pronta a metà 2022, si fonda su una visione già sperimentata a livello nazionale che coinvolgerà anche le altre due antenne cantonali situate a Locarno e Massagno. Non a livello di proprietà degli spazi – il caso di Bellinzona è da considerarsi un’occasione praticamente unica – quanto rispetto all’ambiente e alle sinergie che si vogliono concretizzare per continuare a svolgere al meglio l’attività di sostegno a favore delle persone con disabilità e dei loro familiari. Fra le necessità emerse durante la pandemia, Pro Infirmis ha colto in particolare il bisogno dei suoi utenti di mantenere vive le relazioni umane. Relazioni preziose anche sul piano professionale nel contesto di una rete che la Casa della socialità contribuirà a rafforzare.

Al momento l’area in via San Giovanni a Bellinzona che vedrà sorgere il sobrio edificio con l’insegna Pro Infirmis è ancora solo un grande cantiere. Iniziati da pochi mesi, i lavori si sono finora concentrati sull’abbattimento del precedente complesso, costruito a inizio Novecento. Sebbene la sua storia sia interessante – ospitava una sala da ballo, un cinema e, si racconta, anche una pista di ghiaccio sul tetto – nel tempo ha subito modifiche che lo hanno snaturato andando a coprire anche parte del lato posteriore della chiesa San Giovanni. Resi di nuovo visibili i muri della chiesa, tra quest’ultima e la nuova costruzione, progettata dagli architetti Michele e Francesco Bardelli di Locarno, si ricaverà un ampio giardino. I cinque livelli saranno occupati al pianterreno dal centro diurno della Fondazione Madonna di Re (con accesso all’area verde), al primo piano dalla Lega polmonare ticinese che condividerà la superficie con la Lega ticinese contro il reumatismo e il Servizio di consulenza per persone sordocieche, deboli di vista e di udito, lasciando a Pro Infirmis i tre piani superiori suddivisi in spazi amministrativi, locali per la consulenza e una sala riunioni a disposizione anche per incontri pubblici.

Una casa aperta allo scambio, sia al suo interno, sia con l’esterno. È questa una delle specificità del progetto che Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, tiene ad evidenziare. «La posizione centrale della nuova sede, vicina alla stazione e ai commerci, è un enorme vantaggio pratico, come pure un simbolo della volontà inclusiva delle persone con disabilità che la nostra associazione sostiene. Abbiamo colto l’opportunità di una nuova edificazione sia per concepire gli spazi secondo le nostre esigenze, inclusa un’esemplare accessibilità, sia per dar corpo a una visione. La Casa della socialità deve poter essere identificata con un’anima che costruiremo assieme agli altri enti presenti nell’edificio». Un edificio le cui rifiniture interne sono state definite nell’ottica di perseguire questo obiettivo. Prosegue il nostro interlocutore: «I colori, l’impiego del legno, la scelta di porte tipiche delle abitazioni, sono elementi rappresentativi di una casa piuttosto che di uno stabile amministrativo. Va inoltre  menzionata l’efficienza energetica, privilegiata nel nome di una responsabilità ambientale e che si tradurrà in risparmi sulle spese di gestione. L’intera operazione, finanziata da Pro Infirmis Svizzera, è d’altronde concepita anche quale investimento razionale: sfruttare la disponibilità del sedime e la favorevole situazione dei tassi ipotecari per disporre di una sede propria riducendo i costi degli affitti.

La tenacia del promotore nazionale è stata più che indispensabile per portare a buon fine la realizzazione della sede centrale di Pro Infirmis nella Svizzera italiana così come auspicato a suo tempo dai coniugi Zurini, donatori del sedime. L’iter prolungato, determinato da una serie di ricorsi, ha avuto fra le conseguenze anche la perdita di un partner come Pro Senectute, interessata ad inserire al pianterreno il Centro diurno Alzheimer, poi realizzato altrove. «Ciò dimostra – spiega Danilo Forini  – che i bisogni sono reali e non possono attendere. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Madonna di Re abbiamo però trovato una valida alternativa per garantire al pianterreno dell’edificio una forte valenza sociale».

Le sinergie si svilupperanno anche con gli altri tre enti che si insedieranno in via San Giovanni. Rispetto a Pro Infirmis, che offre un ampio ventaglio di prestazioni, Lega polmonare, Lega contro il reumatismo e Servizio di consulenza per persone sordocieche sono organizzazioni specializzate nei rispettivi settori di attività. L’incontro fra professionalità di ambiti diversi rappresenta per il direttore Forini una fonte di arricchimento per tutti. Il buon esito di questo tipo di convivenza e collaborazione è dimostrato da precedenti iniziative di Pro Infirmis Svizzera. Precisa il direttore cantonale: «A Friborgo cinque anni fa è stato avviato uno dei primi progetti di questo genere. Fra i suoi successi figurano azioni comuni dei diversi partner come l’apertura di uno sportello informativo e programmi di sensibilizzazione. Nei prossimi anni in Ticino sono previsti spostamenti di sede sia a Locarno che a Massagno. Sfrutteremo questi cambiamenti per aprire altre Case della socialità, sebbene non in nostre proprietà. Il progetto di Locarno è più avanzato e già nel corso di quest’anno ci inseriremo negli stabili della Cooperativa Isolino a Solduno, caratterizzati da appartamenti a misura di anziano e dalla presenza di attività intergenerazionali.

Da rilevare, che la commissione costruzione del progetto di Bellinzona ha potuto contare sulla presenza di una persona con disabilità e di un familiare in modo da garantire il punto di vista dei diretti interessati. Questo coinvolgimento è d’altronde assicurato anche nel comitato cantonale e traspare a livello di cariche dirigenziali. Il dialogo permanente con i beneficiari delle prestazioni dell’associazione sarà però ulteriormente intensificato grazie a un recente progetto nazionale denominato «Comitato partecipazione e inclusione» volto ad estendere questa possibilità di partecipazione ad un maggior numero di utenti. Solo in Ticino e Moesano gli utenti sono 1600, di cui si occupano 90 collaboratori a tempo fisso, 150 impiegati a ore e 250 volontari. Quella al sud delle Alpi è la terza sede aperta dall’associazione nazionale, che ne conta oggi sedici.

Il centenario di Pro Infirmis Svizzera, caduto nel 2020, non ha purtroppo potuto trasformarsi, come auspicato, in preziosa occasione di incontro a tutti i livelli. L’associazione ha concentrato gli sforzi sulla ricerca di un equilibrio fra la protezione degli utenti e le loro esigenze di vivere una quotidianità il più normale possibile. Il servizio di lingua facile si è rivelato molto utile per accompagnarli nella comprensione delle norme da rispettare, semplificando il contenuto delle disposizioni ufficiali. Per la sezione Ticino e Moesano il 2020 ha però segnato anche un momento propizio proprio in ragione dell’avvio del cantiere della nuova sede. Così come una famiglia costruisce una volta nella vita la propria casa, l’associazione ha sviluppato il progetto della Casa della socialità con l’obiettivo di riunire sotto un unico tetto operatori e beneficiari di più organizzazioni nel segno dell’inclusione.