La Val Calanca è talmente bella, selvaggia e incontaminata che le hanno rubato il cuore. È di qualche tempo fa il «furto d’immagine», certamente involontario ma clamoroso, della foto del Lagh de Calvaresc, il laghetto alpino a forma di cuore sopra le cascate di Augio. A perpetrare lo scippo è stata l’editoria italiana, in particolare il magazine «Milano Città Stato», che utilizzando le immagini del laghetto calanchino ha illustrato il borgo mantovano di Castellaro Lagusello. Un paesello della Val Padana dove sì c’è un laghetto a forma di cuore, ma che essendo uno specchio d’acqua di pianura, in mezzo alla campagna, è di tutt’altro fascino rispetto a quello calanchino, le cui limpide acque riflettono le cime prealpine. Incidente diplomatico sfiorato ma subito rientrato, con tanto di scuse dei responsabili del magazine. «Quando ho visto il nostro lago sui social che illustrava il servizio che parlava di tutt’altro sono sobbalzato sulla sedia, poi per fortuna tutto è rientrato. S’è trattato di un errore grafico, subito rimediato», spiega Henrik «Bingo» Bang, direttore del progetto di Parco Val Calanca (www.parcovalcalanca.swiss).
La striscia di valle laterale bagnata dal fiume Calancasca, che si sviluppa dalle vette del Puntone di Fraciòn, a 3200 mslm fino a Buseno), per complessivi 120,5 kmq è al centro di un progetto di riconoscimento di parco naturale regionale a livello svizzero. Il Parco Val Calanca è attualmente il più piccolo tra i parchi svizzeri e rappresenta il primo parco naturale regionale della Svizzera italiana. Il progetto, che nel giro di tre anni porterà questo territorio a formulare una «charta del parco», vale a dire un documento programmatico che sarà sottoposto al voto della popolazione residente (poco più di 430 abitanti), è entrato nella sua fase cruciale, quella della istituzione.
Henrik Bang, ingegnere forestale, da oltre un anno è alla testa di un piccolo team – che ha la sua sede operativa nel palazzo del Pretorio di Arvigo – incaricato di dare concretezza al progetto dall’Associazione Parco Val Calanca, costituitasi nel novembre 2019 e composta dai tre Comuni calanchini promotori dell’iniziativa, Rossa, Calanca e Buseno, oltre che dal Comune altomesolcinese di Mesocco, sul cui territorio si sviluppa una parte della futura oasi regionale. Alla riuscita della candidatura a Parco nazionale regionale della Calanca contribuiscono anche il Canton Grigioni, la Confederazione e alcuni sponsor privati.
Il budget annuale a disposizione della direzione del parco per il periodo 2020-2023 è di 630mila franchi e con questo, oltre ai costi del personale, si finanziano i vari progetti che serviranno a consolidare il territorio dal punto di vista naturalistico, a promuoverne l’attività economica e agricola, senza dimenticare, l’educazione ambientale, la cultura e l’arte. «Contrariamente al Parc Adula e al Parco del Locarnese, che sono stati bocciati dal voto popolare, questo progetto parte dal basso, cioè dalla volontà dei cittadini e dei Comuni e di chi li amministra di dare visibilità e sviluppo ad un territorio che ha già delle peculiarità da salvaguardare, come ad esempio la natura, ma anche delle attività da promuovere o da recuperare. E proprio durante il periodo di pandemia, dove si è spesso andati alla ricerca dell’isolamento, la Val Calanca ha potuto offrire il meglio di sé, con tanti turisti che l’estate scorsa l’hanno visitata, percorrendo in lungo e in largo i suoi sentieri e scoprendo un luogo antico, scenografico, discosto, ma non per questo isolato, anzi proiettato in un futuro sostenibile», spiega il direttore del Parco.
Sono tre i «pilastri» sui quali si regge il percorso di concretizzazione del progetto di Parco nazionale regionale della Calanca: salvaguardia e valorizzazione di una natura e un paesaggio che spesso lascia senza fiato; rafforzamento delle attività economiche presenti sul territorio, agricoltura e allevamento su tutte, orientando però le iniziative artigianali e imprenditoriali a un imprescindibile sviluppo sostenibile; sensibilizzazione ed educazione ambientale, soprattutto rivolta ai giovani, con un occhio di riguardo alle iniziative culturali e artistiche, anche piuttosto originali, che non mancano in valle. «In questo primo anno di “rodaggio” abbiamo già finanziato e promosso diversi interventi, sia in ambito paesaggistico, economico e culturale. E devo dire che la gente della Calanca e anche chi viene da fuori ha dimostrato grande interesse e inventiva per valorizzare e promuovere il nostro territorio. Le idee non mancano e come gestori del progetto Parco Val Calanca abbiamo il dovere di ascoltare tutti, dare il nostro contributo di conoscenza e organizzazione, avviare attraverso piccoli finanziamenti delle “start up” che possono poi svilupparsi».
Proprio recentemente, spiega ad esempio Bang, i fondi a disposizione del Parco hanno contribuito all’avvio della Calanca Swiss Herbs, azienda artigianale di Rossa che, attingendo da una tradizione famigliare, raccoglie e distilla erbe curative di montagna per realizzare olii essenziali e prodotti che spaziano dalla gastronomia alle terapie naturali e alla cosmetica. All’orizzonte anche contributi finanziari nell’ambito culturale, come il sostegno al progetto «Ispace» che prevede la realizzazione in legno locale di una decina di strutture/opere artistiche posizionate lungo i sentieri di Rossa (una è già stata realizzata) e utilizzabili anche come originali e naturali «on space» aggregativi e culturali. Quindi sono già programmati nel 2021 una ventina di eventi e attività in valle che spaziano da corsi di potatura alle settimane verdi con i ragazzi delle scuole, dalle rassegne gastronomiche o feste dell’alpigiano, ai convegni a tema o festival musicali, tutti appuntamenti organizzati dalla direzione del Parco in collaborazione con diverse associazioni culturali del territorio, prima fra tutte il Centro ricreativo e culturale «La Cascata» di Augio.
«Questa è sì una piccola valle discosta, ma ha tutte le potenzialità per diventare un microcosmo condensato di natura, a volte aspra ma sempre affascinante, visione e capacità artigianale, rispetto per le tradizioni contadine e creatività. E il nostro compito come progetto Parco Val Calanca è di creare le condizioni affinché chi visita, soggiorna o decide di trasferirsi a vivere in questa valle possa sempre trovare il suo habitat ideale. Anche dal punto di vista logistico e lavorativo, non solo turistico. Abbiamo tanti rustici o case vuote, ad esempio, che possono essere trasformate in luoghi di lavoro permanente, con tanto di fibra ottica già disponibile», conclude Henrik Bang.
E volete mettere, aggiungiamo noi, la differenza? Anziché inventarsi degli sfondi esotici per i collegamenti domestici su Zoom stupire i nostri interlocutori e colleghi con la schermata in tempo reale sulle imponenti cascate di Augio o sulle caprette che pascolano attorno a Braggio e Landarenca, storici nuclei adagiati sui monti e raggiungibili solo con una teleferica. Che invidia!