«Chiamatemi Ishmael…». Così chiede da subito ai suoi lettori il narratore di Moby Dick di Melville, l’unico sopravvissuto dell’epico racconto. Nientemeno che il nome appartenente al primo figlio del patriarca Abramo nel libro della Genesi.
Nasciamo tutti con un nome che non abbiamo scelto. Un nome per sempre? Nient’affatto. Cambiarlo nel corso della vita è possibile. Basta che il motivo che induce a modificarlo non urti la legge. In Ticino nel 2022 sono stati complessivamente circa 140 coloro che hanno richiesto all’Ufficio dello stato civile a Bellinzona di mutare il nome di battesimo e/o persino entrambi i titoli identitari, sia il nome sia il cognome. Una richiesta che, salvo rare eccezioni, viene di norma accolta, a patto che «l’istante dimostri di potersi avvalere di motivi degni di rispetto, come indica l’articolo 30 del Codice civile». Molteplici sono le ragioni che inducono a questa scelta, in apparenza impensabile, eppure – viste le cifre – il fenomeno non sembra trascurabile. Affrontiamo la singolare tematica con Dunja Valsesia, capo dell’Ufficio dello stato civile.
Quali sono i motivi che spingono a cambiare il proprio nome?
Le richieste sono sempre alcune centinaia all’anno e le ragioni sono diverse. Ad esempio molte persone vivono profondi conflitti familiari che le spingono a voler assumere il cognome della famiglia dell’altro genitore per il quale provano un maggior sentimento di appartenenza. Ci sono poi persone che si rivolgono a noi, anche solo per togliere dai documenti di identità i secondi e i terzi nomi; oppure, al contrario, per eleggere quale nome definitivo proprio il secondo o il terzo assegnatogli dai genitori. Capita inoltre che molti siano iscritti nei registri dello Stato con un determinato nome, ma che nella loro vita quotidiana, nella società, vengano di fatto regolarmente chiamati con un altro nome. Un esempio concreto: se Giuseppina nell’uso quotidiano si identifica regolarmente con il nome Giusi può decidere di inoltrare istanza di cambiamento del nome. Chiaramente il nome scelto non deve urtare la sensibilità altrui, non sono pertanto ammesse denominazioni riconducibili a ideologie estremiste, quali il nazismo o il fascismo o che inneggiano a manifestazioni negative, come il razzismo o ancora che si traducono in parolacce o in termini offensivi. In Ticino – per ragioni di protezione dei dati non posso rivelare casi specifici – abbiamo però avuto qualche richiesta particolare, di nomi comuni non gravi dal profilo etico ma decisamente inopportuni da portare su una persona. Per il momento non siamo tuttavia mai dovuti ricorrere al respingimento formale di istanze, perché siamo sempre riusciti, grazie al dialogo, al colloquio con le persone stesse, a trovare soluzioni accettabili e condivise. Altra casistica che si presenta abbastanza regolarmente è quella legata al desiderio di commemorare una figura familiare venuta a mancare, in particolare uno dei nonni, attraverso l’apposizione del secondo nome della persona scomparsa a quello del nipote. Ogni situazione viene insomma valutata, caso per caso, secondo le diverse circostanze.
Appare piuttosto semplice ottenere un cambiamento all’anagrafe...
Sì e no. Fino al 2013 la legislazione era più restrittiva: un cambiamento del nome poteva essere accordato soltanto per motivi gravi. Oggi è richiesto un interesse degno di rispetto. Secondo costante giurisprudenza e prassi «sussistono motivi degni di rispetto se il nome determina svantaggi o disagi a chi lo porta e limita il suo avanzamento. I motivi del cambiamento non possono essere irrilevanti, ma evidentemente comprensibili. È a discrezione dell’autorità decidere, sulla base dei principi di diritto ed equità, se nel caso concreto esista un motivo per la modifica». Il cambiamento formale del nome/cognome può essere motivato dalla necessità di semplificare l’ortografia oppure perché si tratta di terminologie ridicole, spiacevoli o indecenti particolarmente penalizzanti. Un nome non si può tuttavia cambiare così a piacimento. Occorre dimostrare che sussiste un interesse degno di rispetto e normalmente richiediamo che l’istanza sia attestata da un medico psicologo, che comprovi che la persona effettivamente si identifica nel nuovo nome scelto e che sia disposta a mantenerlo in modo definitivo.
Un’altra ragione valida per cambiare nome riguarda chi sceglie di cambiare sesso?
Questo è un altro ambito. Dal 1° gennaio 2022, grazie a una revisione legislativa, le persone che hanno la convinzione intima di non appartenere al sesso iscritto nel registro di stato civile hanno la possibilità di cambiare sesso in maniera snella tramite semplice dichiarazione di fronte all’Ufficiale dello stato civile. In passato questo avveniva unicamente in Pretura. In totale lo scorso anno si sono contati una trentina di casi. La pratica del cambiamento del sesso include implicitamente la facoltà della modifica del nome, pertanto non è necessario formulare un’istanza. Come non occorre nessuna pratica per i coniugi che, dopo il divorzio, scelgono di riottenere il cognome da nubile/celibe. Basta infatti una dichiarazione all’ufficiale dello Stato civile.
L’Ufficio dello stato civile si occupa anche di matrimoni. Qual è la fotografia più aggiornata?
La raccolta dei dati statistici relativa ai numeri registrati a fine 2022 è in corso proprio in questi giorni. Dai primi riscontri – si tratta di un orientamento – si sono registrati in Ticino circa 1500 matrimoni, un dato in linea con gli anni passati. Va evidenziato che a partire dal 1. luglio 2022 sono entrate in vigore le norme che consentono alle coppie omosessuali di sposarsi. In Svizzera da quella data non è quindi più possibile costituire nuove unioni domestiche registrate. I partner in unione domestica registrata costituita prima del 1. luglio scorso possono continuare a vivere secondo questo statuto o richiedere la conversione in matrimonio. Nel 2022 indicativamente sono stati celebrati una ventina di matrimoni omosessuali e sono state registrate una sessantina di conversioni di unioni domestiche registrate in matrimoni. Una curiosità che abbiamo notato è che anche i mesi di agosto e dicembre, normalmente poco richiesti per i matrimoni, nell’anno appena concluso hanno registrato diverse celebrazioni. A influenzare questa scelta possono essere state da un lato la fine delle restrizioni pandemiche ancora in vigore fino a fine marzo e dall’altra l’entrata in vigore del matrimonio per tutti.