C’è un nido nel quale sentirsi accolti, a casa. Lì si possono ascoltare e raccontare storie, senza giudizi e pregiudizi, per riflettere, riconoscersi, e capirsi. Per crescere ancora insomma, perché in fondo non si smette mai. Questo nido è anche una rete, che unisce, collega, mette in relazione.
Sto parlando di The deep NEsT, un’associazione, una piattaforma video e audio, sognata e poi creata da Natascia Bandecchi, giornalista, ed Elizabeth La Rosa, fotografa e videomaker, dove la diversità è solo il punto di partenza, «l’arrivo – si legge sulla prima pagina del loro sito – lo scopriamo insieme». Un senso di comunità molto grande, quello che caratterizza queste ragazze legate anche dalla loro militanza a Imbarco Immediato (punto di riferimento ticinese del mondo LGBT+), alle quali si è aggiunta Arianna Lucia Vassere per la parte amministrativa. Insieme portano avanti un progetto che mira soprattutto alla comunicazione e alla sensibilizzazione per un futuro più inclusivo. Sì, perché non illudiamoci. Anche se a oggi sembra di vivere in un mondo in cui la diversità è benvenuta, la strada da fare per sentirsi tutti a proprio agio, rispettati e riconosciuti, protetti e con gli stessi diritti, è ancora lunga. E allora può far solo bene guardare (youtube) o ascoltare (spotify) le interviste realizzate da Natascia ed Elizabeth, e dopo averle ben depositate nel proprio cuore, diffonderle e parlarne.
Aldina Crespi (giornalista, volto storico della Rsi), Roberto Vecchioni (cantautore), Diego Passoni (conduttore radio Deejay), Doris Femminis (autrice, Premio svizzero di Letteratura 2020), Sara Poma (podcaster milanese), ma anche Giulia, Sofia, Federico, Liam, insomma nomi noti e meno noti si concedono alla cinepresa per raccontare, con estrema delicatezza e umanità, le loro testimonianze. Si tratta di percorsi verso la conoscenza e l’affermazione della propria diversità, ma non solo.
«Tutte e due amiamo raccontare storie e il fatto di farle entrare semplicemente nelle case e nei cuori delle persone che guardano e ascoltano le testimonianze, può toccare molteplici aspetti – spiega Natascia Bandecchi – Non ci si sente soli, e le parole rivelano un’autenticità, una verità che ognuno di noi ha. Quello che vogliamo fare, con The deep NEsT è informare in modo semplice e senza costrutti. Il fatto di condividere un pezzetto di vita vissuta può eliminare le barriere e accorciare distanze apparentemente incolmabili. Ci si sente vicini, attraverso l’empatia». Elizabeth interviene: «Vogliamo parlare anche del coraggio dell’essere e del non essere. Andare a conoscere il cuore del perché. La ricerca di sé stessi e di quello che siamo all’interno di una società che ci vuole in un modo, e non nell’altro, e la nostra evoluzione personale. Ci vuole coraggio per essere quello che si è e anche a non essere quello che vogliono gli altri. Noi con The deep NEsT vogliamo aiutare a trovarlo, senza sentirsi soli».
C’è il viaggio alla scoperta della propria omosessualità, della voglia di essere altro, verso la conoscenza di sé, ma troviamo anche l’accoglienza nella propria famiglia della diversità, sia in materia di preferenze sessuali, sia parlando di disabilità (molto bella l’intervista a Sofia, mamma di una bimba nello spettro autistico). E poi il rapporto con le generazioni passate e quelle future, e una società in continuo mutamento ma che in fondo sotto alcuni aspetti continua a marciare sul posto. Cosa significa non essere come la maggioranza della gente che ci circonda? Le stesse autrici di The deep NEsT ogni volta si scoprono un po’ di più attraverso le voci degli altri, in queste interviste che nascono spontaneamente in maniera sorprendentemente armoniosa per chi le guarda. Il prodotto è pensato soprattutto per i giovani (e infatti è sostenuto dall’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani del Cantone Ticino, tramite il «Programma cantonale di promozione dei diritti dei bambini e dei giovani») che si stanno scoprendo e che molte battaglie le stanno per affrontare. Ma come è stato accolto? Elizabeth La Rosa: «per ora non abbiamo avuto la risonanza che vorremmo, è difficile che una persona esterna lasci un commento. Ma da parte di Infogiovani il riscontro c’è. E io invito gli insegnanti a sbirciare sulla piattaforma, il materiale c’è».
Le autrici sono un duo ben assortito, se Natascia è un vulcano in continua attività, Elizabeth la calma. «Questa complementarietà porta a un’assenza di sforzo e così siamo dirette, sincere, anche con chi intervistiamo», racconta la giornalista, alla quale la videomaker fa eco, parlando del loro lavoro: «Si tratta di saper ascoltare e porre le domande giuste. In realtà ci sono persone che aspettano queste domande da tempo». Continua Natascia: «Spesso quando si parla di diversità si pensa, oh poverini… noi sfatiamo i tabù. Vogliamo normalizzare la faccenda: ragazzi, non è una tragedia! Rendiamo speciale ogni storia personale, stra-ordinaria!».
Aldina Crespi, che ha aperto le danze con una biografia toccante, ha raccontato della sua avversione verso la parola tolleranza, che in effetti significa accettare qualcosa considerato comunque in maniera negativa. È un tema molto interessante, per una società che si vuole tollerante: «Si tratta di un’ipocrisia travestita. La diversità è ricchezza. Io sono curiosa, non mi fermo davanti alla diversità. E parafrasando Drusilla alla scorsa edizione di Sanremo: la diversità è unicità».
Ma perché allora secondo voi questa diversità oggi fa ancora paura? Elizabeth: «È l’ignoranza, intesa come non conoscenza, che favorisce questo sentimento. Oggi è cambiato rispetto al passato, certo. Ma c’è ancora quel velo pericoloso che è la tolleranza, vieni “accettato” o “tollerato”». I temi variano: «Noi vogliamo toccare tutte le sfere nelle quali una persona si può sentire sola e isolata. Prima abbiamo trattato soprattutto temi LGBT, poi ci siamo aperti anche alla disabilità. Qualsiasi cosa non conforme rispetto ai canoni della nostra società. Chi vuole può condividere con noi la sua esperienza, noi saremo felici di accogliere le storie».
Consiglio vivamente un viaggio tra queste biografie, perché quello che trasmettono sono soprattutto verità e coraggio, ma anche estrema normalità. Il sito è www.thedeepnest.com. Sono racconti che toccano corde nuove, sotto una bella luce, e sono stati realizzati con grande cura e amore. Un invito a mettere noi tutti più cura e amore nell’ascolto del prossimo, per eliminare l’ignoranza e valorizzare la differenza.