Un monello di ottant’anni

Personaggi – Yor Milano si appresta a festeggiare un anniversario importante e, da vero uomo di spettacolo, lo farà su un grande palco: il 29 maggio appuntamento al LAC
/ 07.05.2018
di Alessandro Zanoli

Difficile resistere alla sua simpatia. Incontrare Yor Milano è sempre un’occasione di divertimento. Come trovarsi in un minuscolo show preparato appositamente per l’interlocutore, misurato sui suoi interessi e le sue curiosità. «Sono stato creato per divertire» dice con una sorprendente sicurezza il comico ticinese. «Fin da piccolo mi piaceva radunare gli altri bambini intorno a me, metterli a sedere e proporre loro uno spettacolo inventato, in cui recitavo tutti i personaggi». «Poi» conclude con un tocco di ironia «passava qualche amico più furbo a incassare i biglietti. E teneva per sé la somma raccolta...».

L’occasione di incontrarlo è data dal modo particolare con cui il popolare uomo di spettacolo intende celebrare il suo prossimo compleanno. Ottant’anni di Yor Milano meritano di essere festeggiati sul palco, su un grande palco. Ecco allora che gli è offerta la possibilità di usufruire del LAC di Lugano. «Lugano Lovely Lady» dice una sua canzone dedicata alla città sul Ceresio: ed è qui in fondo che, nel corso di oltre cinquant’anni, ha potuto esprimersi la sua carriera multiforme. Difficile infatti costringerlo in un unico mestiere. Attore, presentatore, regista, capocomico... ultimamente anche scrittore, direttore di una rivista e doppiatore in dialetto di film famosi: sono i ruoli che ha ricoperto con energia nel corso degli anni. «E non dimentichiamo anche la mia passione per la musica. Mi piace molto cantare, adoro lo stile di Frank Sinatra». E la vivace componente «swing» di Yor Milano non mancherà di essere messa in luce durante lo spettacolo al Lac. Yor sarà infatti accompagnato da un’ottima Big Band... ma non anticipiamo troppo. Certo, gran parte del pubblico ticinese può dire che Yor Milano sia stato una figura rappresentativa del servizio pubblico radiotelevisivo, dagli anni 60 in poi. «Ci sono persone che quando mi incontrano mi dicono “tu sei la storia della televisione”. Sicuramente esagerano, però sono riconoscimenti che fanno piacere». Le tappe della sua carriera sono avvincenti, come momenti di una lunga avventura, tanto che diventeranno la trama portante dello spettacolo previsto il prossimo 29 maggio al LAC. 

«Prima alla radio poi alla televisione ho potuto fare di tutto: dai programmi televisivi per i bambini, all’intrattenimento radiofonico mattutino; poi il quiz televisivo e la fortunata serie delle “candid camera” radiofoniche “Il microfono in tasca”». Qui gli aneddoti si sprecano e sono francamente divertenti. Il suo «Professor Mailand» era riuscito a «bucare l’etere»: da ragazzi ricordo che usavamo spesso per scherzare tra noi il suo accento svizzero tedesco posticcio e il suo intercalare: «Scusi, io ho un problema...».

La carriera di Yor Milano, comunque, sembra aver trovato la sua consacrazione nel teatro dialettale. La presenza nel gruppo degli attori che facevano parte della compagnia di Sergio Maspoli, i quarant’anni di collaborazione con Vittorio Barino poi, nel 1999, la nascita del Tepsi (Teatro popolare della Svizzera italiana) hanno impresso in numerose generazioni di ticinesi un ricordo di serate divertenti davanti alla TV. Tanto che quando la Rsi decise, dopo molti anni, di interrompere una collaborazione che aveva dato a luogo a commedie e sit-com di successo, il distacco fu difficile. «Sembrava che il teatro dialettale non interessasse più. Le necessità economiche costringevano a tagli di bilancio di cui il teatro dialettale è stata una delle vittime. A me pareva impossibile che un’attività così importante potesse essere messa da parte».

Sganciata dalla collaborazione con l’ente, la compagnia di Yor Milano ha continuato a farsi onore, e soprattutto a mettere in luce nuovi talenti. Una parziale soddisfazione, e questo lo aggiungiamo noi, è stato il riconoscimento avvenuto in occasione della discussione attorno all’iniziativa «No Billag». Proprio in quel contesto Yor Milano è stato chiamato a difendere il servizio pubblico e lui, molto sportivamente, si è prestato con i suoi vecchi compagni della Famiglia da gent viscura per sostenere la campagna in favore della SSR con alcuni divertenti video pubblicati su Youtube e diffusi dai social.

E del resto viviamo in un momento storico difficile per i media tradizionali. Il pubblico si rivolge a canali di intrattenimento come Internet o le tv a pagamento e in questo contesto il servizio pubblico si trova in difficoltà. «Tutto viaggia in modo molto veloce e le abitudini sono cambiate. L’altra sera ero ad assistere a uno spettacolo a teatro e mi sono reso conto che alla fine del primo atto, appena le luci si sono accese, tutti erano già con la faccia incollata allo smartphone. Sono rimasto basito». In questo contesto come inventare una strategia per recuperare il pubblico, da parte di un’ente televisivo nazionale? Lo chiediamo a un professionista che ha dalla sua una sicura esperienza dei meccanismi della comunicazione: «Non lo so, la domanda è molto difficile. Ogni tanto penso che l’unica possibilità sia puntare sulla creazione di “personaggi”. Il pubblico ha bisogno di affezionarsi a delle figure che poi diventano elementi di traino, dei punti di riferimento». La riflessione è molto precisa e interessante: volendo osservare la carriera di Yor Milano a ritroso è indubbio che lui sia riuscito nell’intento, per ciò che lo riguarda.

La chiacchierata con Yor Milano (e la serata al LAC ne sarà una versione scenografica, ad uso del pubblico ticinese) ripercorre decine di aneddoti e rievoca collaborazioni importanti. Amicizie e contatti con protagonisti del mondo teatrale, televisivo, radiofonico italiano, in un momento storico in cui era gioco forza sfruttare la popolarità di quel mercato. Legami che sono rimasti ancora oggi. Mentre parliamo, il suo telefono squilla e Yor continua a tessere la tela dello spettacolo che lo riguarda. Al momento di congedarci coglie l’occasione per un regalo: il suo libro di barzellette Non c’è più niente da ridere. Ergo fate il pieno. Gliene rubiamo una, per chiudere l’intervista: «Questa è capitata a me. In un ospedale, in un reparto di pediatria, ho fatto uno spettacolo. Alla fine ho detto ai bambini: “Vi auguro di guarire tutti prestissimo”. Allora uno di loro si è avvicinato e mi ha detto: “Speriamo che anche tu guarisca presto!!!”». Auguri, Yor!