SCV 1. Ovvero: Stato Città del Vaticano 1. Questa la targa sfoggiata dall’ultima arrivata: una Mirai tutta bianca. Mercoledì 7 ottobre è entrata una nuova auto nel garage del Papa. Donata dalla Casa Giapponese Toyota, è stata consegnata a Papa Francesco a Roma, nei pressi della Domus Sanctae Marthae, la sua residenza.
Mirai è uno tra i modelli tecnologicamente più innovativi presenti oggi sul mercato: si tratta di una vettura alimentata a idrogeno. Dal tubo di scappamento emette solo acqua. Mirai, in giapponese significa futuro, è prodotta in serie dal 2014. Ciò nonostante, si tratta di un’auto scarsamente diffusa, soprattutto in Europa. Il motivo? Semplice. Vi sono pochissimi punti dove poter fare rifornimento. Pensate che per fare il pieno alla nuova auto del Papa dovranno recarsi sino a Bolzano dove si trova l’unica, per ora, stazione di rifornimento di idrogeno in Italia. Considerando che Mirai ha un’autonomia di circa 500 chilometri e che per andare da Roma a Bolzano se ne devono percorrere 650, appare evidente che per fare il pieno dovrà essere trasportata.
La vettura è uno dei due esemplari appositamente realizzati da Toyota Motor Corporation per gli spostamenti del Santo Padre in occasione del Suo Viaggio Apostolico a novembre dello scorso anno in Giappone, e precedentemente donati alla Conferenza Episcopale Giapponese.
La nuova auto di Papa Francesco è stata completamente modificata rispetto la versione di serie. Lunga 5,1 metri, ha un’altezza di 2,7 metri incluso il tetto. Questo per far sì che il Santo Padre possa stare seduto, oppure anche in piedi. Alle spalle della sua poltrona sono previsti due strapuntini per gli ospiti e al di fuori dell’abitacolo, sopra il paraurti posteriore ci sono due pedane per le guardie del corpo. Non è invece prevista una blindatura.
Insomma, deriva dall’auto di serie, ma non è proprio uguale. Toyota Mirai in versione standard è acquistabile in Svizzera a un prezzo di 89’900 franchi. Ma ha senso oggi comprare una vettura a idrogeno? Il «Corriere del Ticino» a fine agosto scriveva: «Entro quest’anno sull’asse San Gallo-Ginevra saranno cinque i distributori di idrogeno aperti, un sesto seguirà a febbraio 2021. Per contro non ci sono piani ben definiti per implementare l’idrogeno sull’asse del San Gottardo».
Ancora pochi, ma la crescita di stazioni di servizio dedicate potrebbe essere rapida. Come funziona un’auto a idrogeno? Partiamo proprio dal rifornimento. Decisamente veloce. Bastano non più di cinque minuti in tutto, incluse le procedure di sicurezza necessarie. E poi? L’idrogeno viene inviato dal serbatoio alle celle (fuel cell) dove si combina con l’aria: l’incontro di idrogeno e ossigeno genera una corrente elettrica. Il solo prodotto di scarto è vapore acqueo. L’energia così prodotta serve a far funzionare un motore elettrico che consente il movimento al mezzo. Quindi alla fine Toyota Mirai è un’elettrica che si alimenta con una fonte di energia inesauribile come l’idrogeno.
Il vantaggio è quello di poter rifornire in tempi molto rapidi, mentre lo svantaggio attuale è quello di non poter fare il pieno dalla presa di corrente nel garage di casa. Oggi lo sa anche Papa Francesco.