Un cuore per il cavallo

Mondoanimale - La millenaria relazione fra uomo e cavallo passa per le sottili sfumature dell’etica
/ 22.04.2019
di Maria Grazia Buletti

Pur essendo un animale domesticato dalla notte dei tempi, il cavallo ha mantenuto quella sua peculiarità selvatica e istintiva che lo rende affascinante, attrattivo e misterioso ai nostri occhi. «Non traggano però in inganno la sua natura di preda e il suo cervello emotivo che tanto differisce dal nostro, perché malgrado ciò, per il cavallo, il rapporto e la comunicazione con l’uomo rimangono fondamentali», afferma la presidente della Commissione Cavallo e Ambiente della FTSE, Ester Camponovo. Per questi animali dalla spiccata sensibilità d’animo l’uomo rimane dunque un punto di riferimento con cui imparare a dialogare, ma la condizione di reciprocità di questo incontro è ancora più importante e non è certo da sottovalutare, spiega la nostra interlocutrice: «Ciò che dobbiamo avere ben presente, è il fatto che per l’uomo è fondamentale sapersi avvicinare e rapportare al cavallo in modo adeguato e opportuno, in tutta sicurezza, vivendo esperienze che siano consapevoli e positive per entrambe le parti: uomo e cavallo». 

È questo uno dei motivi, per cui si ripete, per il nono anno consecutivo, la Giornata cantonale dedicata al cavallo. Avrà luogo sabato 18 maggio in tutte le strutture equestri del territorio ticinese che apriranno le loro porte e permetteranno per l’appunto alla popolazione di scoprire un animale dal grande fascino ma non più così familiare com’era un tempo. «“Un cuore per il cavallo” sarà il motto che proponiamo quest’anno, per mettere in risalto il benessere di questi animali, l’approccio corretto nella relazione tra noi e loro, senza tralasciare di sottolineare l’importanza dell’etica indispensabile alla pratica degli sport equestri», spiega Stelio Pesciallo, presidente della Federazione sport equestri (FTSE) che è promotrice dell’evento divenuto una consuetudine primaverile. 

La conoscenza degli equini, nel loro animo, nelle loro esigenze e nelle abitudini acquisite con la domesticazione, si interseca allora con l’apprendimento da parte di noi esseri umani delle competenze necessarie di tutto quanto ruota loro attorno, con un unico chiaro obiettivo, spiega Pesciallo: «Il mio cavallo deve sentirsi veramente a casa quando sta in scuderia, o nel luogo in cui vive». 

Lo slogan che la Federazione ticinese ha preso in prestito dalla Federazione svizzera sport equestri (FSSE), d’altronde, riassume tutte le sfumature di questi intenti che si intersecano a loro volta con le regole etiche imprescindibili della completa relazione uomo-cavallo il cui sviluppo, dice la Camponovo: «Confluisce nella condotta che cavalieri e amazzoni devono apprendere dapprima, e poi mettere in campo, nella pratica di tutti gli sport equestri». Il cavallo va posto sempre al centro della relazione fra due specie tanto differenti quanto affini fra di loro, perché il suo destino è nelle mani dell’essere umano. 

«È un animale molto affettuoso, comunicativo ed empatico, contraddistinto da una grande capacità di adattamento non solo nei confronti dei suoi simili, ma anche verso di noi», puntualizza la nostra interlocutrice, sottolineando che «chiunque abbia dei rapporti con i cavalli, siano essi in ambito sportivo, ricreativo o professionale, dovrebbe volere, e assicurare, sempre il meglio per questi magnifici animali». Ma anche il «meglio» può essere relativo: «Sappiamo davvero sempre tutto e precisamente cosa sia meglio per il nostro cavallo?» si interroga Pesciallo.

Ecco che il senso di «etica» promosso da questa manifestazione di porte aperte delle scuderie, diventa sinonimo di comportamento corretto e responsabile in qualsiasi situazione e nei confronti di tutti gli esseri viventi, siano essi uomini o cavalli. D’altronde, si sa che per le questioni di ordine etico non sempre esistono risposte univoche: «Ma siamo pure coscienti del fatto che dobbiamo saperci prendere cura nel migliore dei modi di un animale tanto bello, sensibile, volonteroso e affine a noi, quanto diverso dalla nostra natura e per le sue necessità». Secondo i nostri interlocutori, ciò si rende possibile soltanto attraverso la costante conoscenza degli equini, all’instaurare di una relazione leale, ma senza cedere all’umanizzazione o, peggio, all’abuso: «L’etica non si riduce a un semplice codice relazionale o di comportamento, e non si limita all’impiego del cavallo, ma si estende naturalmente al suo mantenimento, accudimento e alla sua gestione quotidiana». 

La Giornata cantonale del cavallo di sabato 18 maggio (i cui programmi di ogni scuderia si possono consultare su www.equiticino.ch) vuole dunque porre l’accento su tutto ciò che va ben oltre i punti fissati nei regolamenti sportivi e nella completa ed esaustiva legislazione elvetica in materia di protezione degli animali. «L’etica ci deve portare a mettere davvero il nostro cuore nella relazione con il cavallo», conclude Ester Camponovo.