La zona di Gola di Lago-Monti di Bigorio-Monti di Condra è certamente una zona ricca e interessante, non solo per i turisti o gli escursionisti, ma anche per le specie animali e vegetali che trovano in quest’area pregiata degli ambienti particolari e adatti alla propria sopravvivenza. Collocata a cavallo dei mille metri di quota, l’area è ora stata ulteriormente arricchita grazie al recupero di un prato alberato (o bosco pascolato), dove gli animali potranno tornare a brucare l’erba e alcune specie selvatiche troveranno un habitat ideale.
I lavori di ripristino e valorizzazione hanno coinvolto una superficie di quasi quattro ettari, dove negli anni, con l’abbandono dell’agricoltura, il bosco ha potuto avanzare e occupare questa e altre zone precedentemente sfruttate come superfici da falcio e da pascolo: «Dove oggi si trova la betulla, anni fa si trovavano pascoli e prati estensivi. Con il progetto si è voluto valorizzare un’area imboscata con tendenza evolutiva verso un bosco chiuso e povero in specie, in un prato alberato, interessante per l’agricoltura e con una ricca diversità floristica e attrattiva per molte specie faunistiche», spiega Paolo Piattini, ingegnere forestale e progettista dell’intervento promosso dal Patriziato di Sala Capriasca.
A beneficiare degli interventi non saranno quindi solo i molti camminatori che transitano sui sentieri di questa zona, ma anche il settore primario che avrà a disposizione un pascolo in più per i propri animali. L’area interessata è infatti già stata delimitata in parte con 121 pali in castagno, dove l’agricoltore che carica l’alpe Moschera, situato nelle vicinanze, potrà apporre il filo elettrico nel periodo di pascolo e contribuire in modo essenziale al mantenimento delle opere di ripristino.
I lavori si sono conclusi a fine 2018 e hanno visto dapprima una scelta degli alberi da mantenere. Il legname tagliato, circa 500 metri cubi, è stato allontanato mentre i rami sono stati in parte tritati sul posto e in parte utilizzati per creare venti nicchie ecologiche, luogo di rifugio per alcune specie di animali. In seguito ai lavori di esbosco si è pure proceduto alla cura del terreno, con una semina che ha permesso lo sviluppo e la crescita di una cotica erbosa al di sotto delle betulle e degli altri alberi che sono stati conservati in questo pascolo boschivo.
Il progetto è stato completato con la posa di tre panchine con schienale realizzate in legno di castagno locale, due cartelli informativi, il consolidamento di 140 metri di muri a secco perimetrali e la realizzazione di sei briglie in castagno contro l’erosione a valle dell’area umida d’importanza locale. Gli interventi hanno richiesto un investimento di circa 110mila franchi, sostenuto dal Patriziato di Sala Capriasca (promotore del progetto), Comune di Capriasca, Ente sviluppo regionale del Luganese, Sezione forestale cantonale e Fondazione Göner, valorizzando così un’interessante area naturale: «Il progetto è stato sicuramente un successo» commenta l’ingegnere Piattini. La valorizzazione degli habitat è uno dei tasselli fondamentali per mantenere e migliorare la biodiversità presente e i Monti di Cima rientrano in una zona prioritaria per la salvaguardia di specie in declino quali la lepre comune e il fagiano di monte». L’area interessata fa inoltre parte della zona di tranquillità Cima di Lago – Monte Bigorio che il Cantone ha posto in consultazione lo scorso novembre (il Gruppo di lavoro sta ora analizzando le considerazioni ricevute) e dove, proprio anche a tutela delle due specie citate, è stato previsto l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio nel periodo dal 1° marzo al 31 luglio 2019 (vedi «Azione11» del 11 marzo 2019).