Tutte le bugie sui vaccini

Covid-19 - Pronta la campagna d’immunizzazione, servite le fake news
/ 11.01.2021
di Maria Grazia Buletti

«Otto medici su dieci sono pronti a vaccinarsi, ma se si considera tutto il personale operante all’interno delle strutture sanitarie la quota scende al 50 per cento», rivela un sondaggio (interno all’Ente ospedaliero cantonale) su circa tremila persone. «Quella del personale sanitario rispecchia la percentuale che si stima nella popolazione», conferma il vaccinologo Alessandro Diana. 

Sta di fatto che domenica 27 dicembre in tutta Europa hanno preso il via le prime vaccinazioni. La Svizzera è allineata, dopo l’omologazione del vaccino di Pfizer/BioNTech del 19 dicembre da parte di Swissmedic. In Ticino la immunizzazione contro il coronavirus è iniziata il 4 gennaio, dopo che l’Ufficio federale della salute pubblica ha aggiornato la strategia del caso e pubblicato le raccomandazioni che indicano i gruppi con accesso prioritario al vaccino. Da noi la precedenza va a quei residenti e al personale delle case per anziani il cui consenso è stato raccolto.

Il vaccino è stato prodotto e autorizzato in tempi strettissimi proprio per rispondere all’emergenza sanitaria in atto in tutto il mondo. Questo ha scatenato numerose reazioni di persone dubbiose, negazionisti e no-vax che hanno diffuso parecchie affermazioni del tutto infondate, al punto che il mondo scientifico si sta dando la pena di chiarire le zone grigie che potrebbero confondere la popolazione, portandola a credere nelle bufale. 

È di esempio l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) della vicina Penisola che confuta quotidianamente le fake news più diffuse online e fuori dal web. Un esercizio che abbiamo fatto con il dottor Alessandro Diana, nostro vaccinologo di riferimento, il quale per cominciare smentisce categoricamente la credenza secondo cui i vaccini anti SARS-CoV-2 sarebbero stati preparati troppo in fretta e per questo non sarebbero sicuri come si vuol far credere: «I vaccini sono approvati dalle autorità competenti solo dopo averne verificato i requisiti di qualità e sicurezza. In Svizzera, Swissmedic è stato il primo al mondo a omologare il vaccino Corminaty (ndr: della Pfizer/BioNTech) secondo una procedura ordinaria (e non urgente!)». 

Anche le notizie di mutazioni del virus, con la variante inglese che si dice sia più contagiosa, inducono i detrattori del vaccino ad affermare che sarebbe inutile vaccinarsi perché il virus è già mutato e il vaccino sarebbe dunque inefficace. Falso, spiegano i virologi dell’Iss: «Al momento non vi è alcuna evidenza che la mutazione del virus rilevata nel Regno Unito possa avere effetti sull’efficacia della vaccinazione. I vaccini determinano la formazione di una risposta immunitaria contro molti frammenti della proteina cosiddetta Spike (quella prodotta dal virus per attaccarsi alle cellule e infettarle). Quindi, anche se ci fosse stata una mutazione in alcuni frammenti della proteina Spike è improbabile che possa essere sufficiente a rendere inefficace il vaccino». 

Il nostro interlocutore aggiunge: «Dovesse verificarsi una mutazione della proteina Spike al punto che i vaccini mRNA non siano più efficaci, ci vorrebbero appena sei settimane per produrre un vaccino mRNA con il “nuovo codice”». Un’altra credenza da smentire riguarda la presunta pericolosità del vaccino a mRNA perché modificherebbe il nostro codice genetico. Anche qui univoca la risposta degli specialisti riassunta dal dottor Diana: «Il compito dell’mRNA è solo quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine nella cellula (ndr: senza entrare nel suo nucleo dove sta il DNA: codice genetico che rimane intatto). Perciò si chiama “messaggero”, e in questo caso l’mRNA trasporta le istruzioni per produrre della proteina Spike usata dal virus per attaccarsi alle cellule. L’mRNA rimane dunque nel citoplasma della cellula senza intaccare il nucleo e viene degradato in 48 ore. Grazie alla vaccinazione l’organismo produce anticorpi specifici prima di venire in contatto con il virus e si immunizza contro di esso». 

Altra obiezione degli scettici è che il vaccino sia inutile perché l’immunità durerebbe solo poche settimane. «Sulla base dei dati emersi durante le sperimentazioni, la protezione indotta dai vaccini durerà alcuni mesi. Solo quando il vaccino sarà somministrato a larghe fasce di popolazione sarà possibile verificare se l’immunità durerà un anno (come accade con l’influenza), più anni (come succede con la vaccinazione antipneumococcica, contro infezione da pneumococchi causanti meningiti, polmoniti, infezioni del sangue) o se sarà necessario sottoporsi a richiami», afferma l’Iss. Mentre il vaccinologo aggiunge quanto si sa per certo: «A tre mesi di distanza, nei pazienti che hanno ricevuto il vaccino si è osservato il 95 per cento di efficacia. Tutti speriamo che questo alto livello di efficacia non si eroda col tempo, e solo il tempo ce lo dirà! Comunque sia, e come ben ribadito, se verificheremo un calo dell’efficacia a un certo numero di mesi o anni, allora si potrà definire il giusto lasso di tempo per un richiamo vaccinale». 

Falso pure credere nell’inutilità del vaccino (perché non ucciderebbe il virus e non fermerebbe l’epidemia) ostentata dai detrattori ai quali la risposta scientifica giunge puntuale: «Lo scopo del vaccino è quello di attivare il sistema di difesa dell’organismo contro il virus in modo che, qualora dovesse venirne in contatto, esso sia già pronto ad aggredirlo e a renderlo inefficace». A chi non crede che il vaccino sarà per tutti, pensando che solo i ricchi potranno accedervi a causa degli alti costi, così risponde Diana: «In Svizzera i vaccini saranno resi disponibili gratuitamente per tutti i cittadini, a partire dalle categorie individuate come prioritarie. La vaccinazione, seppur in tempi diversi, sarà offerta a tutti»:

Stiano tranquilli anche i fomentatori di teorie complottistiche che circolano per lo più sui social: «Alcune di esse dichiarano che i governi introducono microchips nei vaccini anti SARS-CoV-2 per “controllare/pedinare” i cittadini. Queste teorie sono false: nel vaccino Corminaty vi sono dieci ingredienti: la molecola principale è l’mRNA che contiene il codice che istruisce le nostre cellule a produrre la proteina Spike. Nel vaccino ci sono gocce di lipidi che permettono la stabilizzazione dell’mRNA, saccarosio, cloruro di potassio e cloruro di sodio». 

Altolà pure a chi vuole farsi vaccinare pensando che dopo la vaccinazione potrà finalmente evitare di indossare la mascherina e incontrare parenti e amici in libertà. Iss e il dottor Diana sono perentori: «Anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione bisognerà continuare a osservare misure di protezione nei confronti degli altri, come la mascherina, il distanziamento sociale e il lavaggio accurato delle mani. Sarà necessario finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno con certezza che, oltre a proteggere sé stessi, il vaccino impedisce anche la trasmissione del virus ad altri». 

Forse, date le circostanze e malgrado noi stessi, quest’anno siamo diventati tutti un po’ virologi. La differenza è che, volendo, ora abbiamo qualche strumento scientifico in più per poter valutare le cosiddette fake news che circolano e vagliare con serenità la nostra decisione circa il farsi vaccinare o no.