Informazioni
Per i suoi 35 anni la Vox Blenii organizza una serata di festa sabato 16 novembre alle 20.30 presso il Cinema Blenio di Acquarossa. Riservazioni da lunedì 4 novembre allo 091 8712884.


Trentacinque anni di canto popolare

I canti della Vox Blenii sono il risultato di un meticoloso lavoro di ricerca e salvaguardia
/ 14.10.2019
di Mara Zanetti Maestrani

Cominciamo dal nome; perché Vox Blenii? Tutto risale a un’allegra e spensierata serata a Ponto Valentino, nel locale salone parrocchiale, 35 anni fa. Era il 4 marzo del 1984 ed era tempo di carnevale. Un carnevale che a Ponto era ed è ancora molto sentito. Proprio in questa occasione, tra una battuta e una risata, tra il serio e il faceto, nacque tra gli allora giovani componenti del gruppo l’idea di chiamarsi Vox Blenii, come allusione ironica e in lingua latina, al mensile «Voce di Blenio» che già allora si leggeva in valle e ne riportava le notizie minute.

Ora, e da decenni, il gruppo è composto dagli inossidabili Aurelio Beretta (fisarmonica, percussioni e voce), Remo Gandolfi (violino, viola, chitarra, mandolino e voce), Gianni Guidicelli (chitarra e voce), Luisa Poggi (voce e percussioni) e Francesco Toschini (contrabbasso e voce), mentre nei primi sette anni ne facevano parte anche Antonio Cima e Ivano Lanzetti. La Vox Blenii nel corso dei suoi 35 anni di vita, si è guadagnata un posto di tutto rispetto tra i gruppi di musica popolare dell’area sudalpina ed è oggi ritenuta una vera cultrice del canto «della gente comune». L’anniversario che compie la trova in piena forma, con alle spalle sette CD (con un centinaio di pezzi in totale) di cui l’ultimo, presentato 5 anni fa in occasione del 30esimo anniversario, è intitolato E la mi manda.

In più di tre decenni di meticolosa ricerca di canzoni popolari (dal 1985 al 2015), il gruppo ha registrato 150 musicassette, tutte rigorosamente archiviate e digitalizzate da Aurelio, comprendenti oltre 200 ore di incisioni, successivamente selezionate per un totale di ben 1600 canti, filastrocche e storie. È a questo archivio che la Vox Blenii attinge per la riproposta dei canti. La prima importante cantora-informatrice fu Rosina Prospero di Malvaglia (1910-1995), registrata dal gruppo nel l988, nata e vissuta nella «villa» di Anzano in Valle Malvaglia. La Vox Blenii è quindi depositaria di un grosso patrimonio di canti tradizionali popolari orali, che col passare del tempo, rischierebbe di andare irrimediabilmente perso. Basti pensare che alcune testimonianze raccolte dagli informatori – quasi un centinaio, tutti pressoché ultraottantenni e molti dei quali nel frattempo purtroppo deceduti – sono addirittura uniche.

Ma a cosa è dovuto l’intramontabile successo della Vox Blenii, gruppo tutto sommato molto spontaneo che canta e suona senza l’ausilio di amplificazioni e i cui componenti non leggono la musica? Molto probabilmente è proprio la somma di tutto questo, ossia è l’autenticità, il fattore vincente di questa particolare formazione musicale. 

Nel corso di un’intervista che feci al fisarmonicista e principale ricercatore dei canti, Aurelio Beretta, in occasione del 30simo del gruppo, egli mi disse che «la gente sente che non cantiamo canzoni d’autore o commerciali, bensì canti che raccontano in modo diretto e veritiero storie di tutti i giorni della gente comune di un tempo. Canzoni che con pochi accorgimenti potrebbero essere «molto attuali» e traslate nella vita odierna. Storie di vita, di nascita, di morte, di lavoro e di grandi passioni, di disgrazie e di tradimenti. Storie che la gente sente essere state tramandate per anni, da generazione a generazione. Si tratta di vicende che coinvolgono gli affetti e che riescono ancora a toccare delle corde profonde in ogni persona, proposte diversamente da quanto oggi magari fanno i moderni mezzi di comunicazione». Oltre a questi fattori, quel che appare subito evidente all’occhio del pubblico che ascolta e vede la Vox Blenii, è anche la sua maniera semplice e schietta di porsi e l’esecuzione dei brani fatta in modo il più possibile rispettoso della versione originale. E anche la voce di Luisa: è una di quelle che non si dimenticano facilmente. Ti entra dritta nel cuore, lo fa vibrare e vi lascia un indelebile segno…

Nel ricco repertorio della Vox ci sono anche delle ballate arcaiche segnalate in Italia e tutta Europa già nel 1500 e arrivate poi in Ticino e nelle sue vallate portate da viandanti, pellegrini, mercanti o soldati, con le inevitabili trasformazioni e varianti locali. Un esempio di queste ballate medioevali è L’inglesa, la cui informatrice è stata Rosa Mandioni-Maestrani di Prugiasco (1912-2006). Poi ci sono i canti popolari, che risalgono più o meno alla fine del 1800 inizio 1900 cantati e raccolti dal gruppo nelle Tre Valli Ambrosiane (Riviera, Leventina e Blenio), in Valle Calanca e in altri luoghi del Ticino e del Grigioni italiano. Tante di queste testimonianze erano trasmesse dai braccianti, artigiani, boscaioli e pastori presenti numerosi nelle nostre vallate. L’influsso proveniva specialmente dalla Valle d’Intelvi, da Bergamo e da Brescia.

L’impegnativo, ma anche piacevole, lavoro di raccolta della versione originale di un canto viene solitamente svolto da Aurelio e Luisa che si recano da persone da loro conosciute perché hanno già fornito delle canzoni o altrimenti su segnalazione di amici e parenti. Parlando così a ruota libera con l’informatore, egli racconta e rievoca ricordi d’infanzia e gioventù. E allora si portano alla luce tracce di melodie e di parole. Canti che sono arrivati a noi come ultimi frammenti di una civiltà e di una cultura contadina e operaia ormai estinta. Dall’ascolto diretto dei cantori e dal successivo ascolto con tutto il gruppo di queste prime fonti orali, inizia il lavoro vero e proprio: si «improvvisa» e si fanno arrangiamenti ricostruendo il più fedelmente possibile il testo e la melodia del brano. L’interpretazione musicale che ne segue è molto semplice, essenziale, e forse per questo riesce a coinvolgere facilmente chi ascolta.

Ogni anno la Vox Blenii tiene una decina di intrattenimenti e concerti, sia in Ticino che nella Svizzera tedesca; più sporadicamente all’estero. Per otre 20 anni, ad Acquarossa, ha inoltre organizzato la Tre Giorni di Musica popolare, un bellissimo capitolo della vita culturale della Valle di Blenio.