Dove e quando
La mostra resterà aperta fino alla fine di ottobre 2018. Al Museo dei fossili in via Bernardo Peyer 9, 6866 Meride. info(at)montesangiorgio.org
Orari d’apertura da ma a do dalle 09.00-17.00 Chiuso tutti i lunedì. www.montesangiorgio.org/news-ed-eventi/news/News-45.html


Tesori nascosti

Mondo sommerso – La vicinanza di mari lontani fra passato e presente
/ 20.08.2018
di Sabrina Belloni, foto Franco Banfi

Il mare tropicale delle vacanze contemporanee, dato per scontato e quasi senza più segreti, e il mare di milioni di anni or sono, pieno di mistero e di fascino: questo è il confronto evidenziato dalla mostra fotografica Tesori Nascosti, allestita nella storica corte interna del Museo dei fossili del monte San Giorgio a Meride, realizzata con passione e molta professionalità dai responsabili del museo.

Si tratta di una singolare esperienza visiva e di un’iniziativa culturale unica, che consente di riflettere su due ambienti paralleli (la montagna e il mare) laddove nel periodo geologico Triassico esisteva un unico ambiente marino (l’oceano della Tetide) che qui era caratterizzato dalla presenza di isolotti e banchi di sabbia fine, come le odierne Maldive: un arcipelago costruito all’epoca da alghe calcaree, non distante da vulcani attivi. Sicuramente fatichiamo a immaginare un tale paradiso tropicale assolato al posto delle colline, dei boschi, del laghi e delle Alpi attuali.

I fossili degli animali marini riemersi dal sottosuolo ricoperto di boschi del monte San Giorgio, sono testimoni dell’esistenza di un ecosistema totalmente diverso da quello attuale nel luogo in cui sono stati ritrovati, pertanto dei cambiamenti ambientali che hanno caratterizzato l’evoluzione del nostro territorio.

Sono altresì una dimostrazione tangibile di quanto poco gli animali marini preistorici siano mutati morfologicamente rispetto alle specie odierne che vivono negli oceani tropicali, a migliaia di chilometri da Meride, a testimonianza che le trasformazioni della vita nei bacini acquiferi sono avvenute finora con estrema lentezza, ma che i flussi migratori erano una realtà diffusa anche nella preistoria.

Nell’osservare le immagini dei fossili dei rettili, dei pesci e degli invertebrati marini, confrontate con le fotografie degli esemplari odierni, discendenti da quegli antichi progenitori, la curiosità si fa strada fra le emozioni: il desiderio di conoscere, scoprire e approfondire la vita dell’esemplare progenitore e del discendente attuale, indissolubilmente legati sia dai mutamenti e dall’evoluzione correlati al trascorrere del tempo, sia dall’incessante perpetuazione e replicazione degli elementi caratteristici delle diverse specie. 

La visita al museo e alla mostra, oltre a essere una sensazionale pausa ricreativa e di svago, stimola la riflessione sulle basi fondamentali dell’esistenza: osservando i dettagli dei fossili si percepisce l’essenzialità della costante procreazione di esseri viventi che permette alle specie più diverse di resistere nelle ere geologiche, sopravvivendo ai mutamenti ambientali e adattandosi all’ambiente loro contemporaneo, consentendo il perdurare della vita nel fluire del tempo, il trasferimento del patrimonio di conoscenze, competenze e relazioni acquisite da una generazione alla successiva, l’importanza dell’insegnare a vivere, dell’imparare come comportarsi in determinate situazioni. Si intuisce l’impegno enorme dei progenitori a trasmettere le conoscenze da una generazione alla successiva e quello dei figli ad apprendere arricchendo queste conoscenze delle novità contemporanee, la fatica di crescere e di adattarsi ai mutamenti e alla trasformazione del territorio. 

La storia e l’evoluzione sono un continuo passaggio del testimone in cui il compito di una generazione non si limita al prolificare e quindi alla replicazione dei geni, ma si compie nella capacità di insegnare a vivere.

La mostra rappresenta un percorso di grande rilevanza educativa. Visitandola ci accorgiamo che gli esemplari degli animali marini dei nostri giorni, che molti sicuramente hanno già ammirato durante un’immersione, un semplice tuffo dalla riva oppure una gita ai grandi acquari come quello di Genova, sono incredibilmente simili ai progenitori ritrovati nelle rocce, ricoperte dai boschi, tra le colline del monte San Giorgio. La straordinaria documentazione fotografica realizzata appositamente e visibile durante la mostra Tesori Nascosti, attira l’attenzione su caratteristiche morfologiche particolari e aspetti che difficilmente sarebbero notati a occhio nudo, anche da un visitatore attento, osservando i fossili conservati nelle teche. 

La fotografia di precisione, così tanto dettagliata, si è rivelata essere uno strumento formidabile per enfatizzare il parallelismo fra il mondo antico e quello moderno, per evidenziare l’estetica delle forme di vita passate e attuali, diventando un percorso di congiunzione fra la scienza paleontologica e l’arte visiva.

La mostra è destinata alla divulgazione di una sensibilità ambientale centrata sul rispetto e la salvaguardia, nonché alla conoscenza di un patrimonio scientifico inestimabile, per l’ottimale stato di conservazione dei fossili, sebbene poco conosciuto al grande pubblico. È uno stimolo a conoscere il passato per vivere il presente in modo sostenibile. 

I resti fossili, conservati meravigliosamente, sono venuti alla luce tramite il lavoro affascinante dei paleontologi, che inizia con fasi di ricerca e prosegue con affioramenti, scavi mirati e capillari, il riconoscimento, la conservazione, la valorizzazione e l’importantissima fase di divulgazione. Frantumare le rocce ed estrarre frammenti di fossili fragili come merletti non è un lavoro glamour, ma è appassionante ed essenziale per capire la nostra evoluzione. Ma anche trovare i finanziamenti per fare buona informazione è sempre più difficile, richiede tempo, pazienza e dedizione. 

La mostra fotografica, che accompagnerà i visitatori sino al 31 ottobre, è quindi anche un progetto di sensibilizzazione, e integra le attività ludiche e di intrattenimento educativo che sono organizzate dal museo durante tutto l’anno. È stata voluta, progettata e realizzata per incrementare la valorizzazione di un territorio ricco di storia e di rilievi naturalistici, un sito di giacimenti di fossili marini del Triassico Medio fra i più importanti a livello mondiale, stratificato all’interno di una successione di rocce di oltre 600 metri di spessore che coprono un arco temporale di quattro milioni di anni (da 243 a 239 milioni di anni or sono), elemento che permette lo studio evolutivo degli organismi di un unico territorio in cui variavano le condizioni ambientali. Si contano circa 25 specie di rettili, per lo più marini, adattati alla vita acquatica e anfibia, 50 specie di pesci cartilaginei e ossei rinvenuti in stadi di crescita ed età diversi, e oltre 100 specie di invertebrati (molluschi, crostacei, echinodermi), oltre ai vegetali.

Il sito paleontologico del monte San Giorgio è patrimonio UNESCO dal 2003.