Studenti che aiutano studenti

Formazione – Per la prima volta quest’anno la collaborazione tra il Decs e l’Associazione Mise ha reso possibile l’offerta di un supporto scolastico mirato durante le settimane estive
/ 31.08.2020
di Guido Grilli

Prove di matrimonio nel campo delle lezioni di recupero. Unire le forze e promuovere collaborazioni tra ente pubblico e associazioni è possibile. Soprattutto se si sono condivisi una pandemia e un lungo periodo di scuola a distanza. È proprio per questa stessa ragione che, inevitabilmente, lo scorso anno scolastico ha procurato a molti studenti qualche lacuna in più.

A dimostrazione che le sinergie possono mostrarsi vincenti, c’è la positiva esperienza comune appena conclusa in agosto, che ha visto la singolare cooperazione tra il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport e l’ultra quindicennale Associazione Mise, nata nel 2006, senza scopo di lucro, la quale fa da ponte tra allievi che necessitano di un supporto scolastico e studenti universitari e liceali, a disposizione tutto l’anno per garantire degli incontri di studio nelle materie più «ostiche». In questa iniziativa il Cantone ha messo in campo le aule scolastiche, la stampa delle dispense e i docenti per coadiuvare le competenze di lungo corso dell’Associazione Mise. La sinergia ha dato luogo a settimane estive di supporto scolastico per gli studenti che frequentano le scuole medie superiori: licei e scuola cantonale di commercio.

«Si è trattato di una prima prova di collaborazione che ha certamente dato buoni frutti», dichiara Davide Speziga, 38 anni, presidente e fondatore dell’Associazione Mise e docente di biologia al liceo di Bellinzona. «Il compito richiestoci dal Decs, forti della nostra esperienza, è stato quello di un sostegno allo studio. Il nostro sodalizio ha sempre dichiarato di non volersi sostituire alla scuola, anzi di porsi al suo servizio. All’inizio di luglio sono stato contattato dal capo della sezione dell’insegnamento medio superiore, Daniele Sartori, proprio per capire come potevamo organizzare dei corsi di sostegno nel Medio superiore. Noi, che eravamo già attivi da anni con i corsi estivi per gli allievi da inizio Medie ai primi anni del Medio superiore, abbiamo più o meno clonato la formula e quindi ad agosto abbiamo in poco tempo esteso la proposta didattica, creando corsi settimanali di recupero ad hoc per studenti liceali e della scuola cantonale di commercio».

«Studenti che aiutano studenti». Sono queste le poche, quanto essenziali parole che riassumono gli scopi dell’Associazione Mise. Il motto è presente nella home page del sodalizio all’indirizzo www.mise.ch. Ma qual è il consuntivo dell’esperienza di partenariato con il Decs? «Il bilancio è molto positivo. Abbiamo svolto i corsi a Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio, organizzati in sole tre settimane. In tre sedi i partecipanti hanno colmato tutti i posti a disposizione e ci sono state inoltre liste d’attesa. A causa del Coronavirus e delle necessarie distanze sociali abbiamo infatti dovuto limitare a 36 i posti a disposizione per ogni sede». La sinergia Mise-Cantone ha conosciuto vantaggi anche dal profilo finanziario per le famiglie. «La novità di quest’anno, con la collaborazione del Decs, è che il Cantone ha riconosciuto il 50% della spesa a favore delle famiglie».

L’associazione aiuta anche gli allievi delle Medie e delle Elementari? «Sì, abbiamo già da anni dei poli ad Acquarossa, Ambrì, Bellinzona, Lugano, dove offriamo settimane intere per alcune materie, matematica in primis, le scienze, in particolare fisica e chimica, tedesco e inglese. Quest’anno sono stati complessivamente circa 380 i partecipanti, distribuiti in tutto il Cantone. Proponiamo le stesse materie anche durante tutto l’anno scolastico. Circa un anno fa abbiamo aggiornato la piattaforma online, che mette in contatto studenti universitari e liceali, ossia i nostri collaboratori, con gli studenti più giovani per potersi incontrare. Per gli allievi delle Elementari il focus è soprattutto orientato al passaggio e all’ingresso nella scuola Media. Quanto alle Medie, oltre al passaggio verso il Medio superiore, la maggior parte delle richieste riguardano matematica, tedesco (le materie con i livelli) e l’italiano per allievi di famiglie di lingua madre straniera con difficoltà linguistiche».

Sull’altro fronte dell’iniziativa ci sono gli universitari e i liceali di Mise che possono accumulare prime esperienze di insegnamento, oltre a racimolare qualche soldo per far quadrare il loro bilancio di studenti. «Indicativamente i collaboratori studenti di Mise richiedono alle famiglie per la preparazione del supporto e l’incontro 35 franchi. Dal canto nostro, grazie ad alcuni sponsor e donazioni, paghiamo il sito Internet e riversiamo la rimanenza nelle iscrizioni dei corsi estivi per abbassare la quota a carico dei partecipanti. Di modo che una famiglia va a pagare qualcosa come dai 7 ai 10 franchi all’ora di corso per figlio. Quelle impartite non sono lezioni canoniche, sono un supporto allo studio: l’attività è differenziata, si va al ritmo dello studente cercando di fargli superare gli ostacoli. La nostra associazione conta una sessantina di collaboratori. Il gruppo varia nel tempo; dopo due-tre anni di operatività, una volta al Master, i collaboratori abbandonano Mise, ma qualcuno rimane attivo nelle commissioni di lavoro del sodalizio».

Da dove sorge il nome dell’associazione? «“Mise” non è un acronimo, bensì l’abbreviazione di “misericordioso”: ai tempi ero studente al Politecnico di Zurigo, avevo appena iniziato gli studi in biochimica. Allora, con due compagni, uno dei quali mi affianca ancora oggi nella gestione dell’associazione, noi stessi eravamo aiutati da un professore del Politecnico, che avevamo soprannominato “misericordioso”. Da lì, forse per imitazione, tornando in Ticino, aiutavamo dei compagni più giovani agli studi liceali nelle materie scientifiche e pian piano le richieste sono aumentate e così abbiamo fondato l’associazione Mise. Quanto a me la vocazione di docente, dopo supplenze nel periodo degli studi nei licei e alle scuole Medie, si è compiuta. Mi sentivo più realizzato in aula che entrando in un laboratorio di biochimica».

Conoscerà un seguito la convergenza tra la vostra associazione e il Decs? «Siamo ancora nel campo delle idee e delle ipotesi. Stileremo un bilancio. Sono dell’avviso che questa iniziativa andrebbe mantenuta nel tempo sia durante questo nuovo anno scolastico sia durante l’estate: sono gli studenti che hanno partecipato ai corsi che lo richiedono in primis. Magari con qualche supporto al sabato, come dopo scuola, come studio assistito. Quello che trovo interessante è che i docenti delle varie sedi scolastiche si sono riuniti per offrire qualcosa di condiviso. Provo a spiegarmi: ci sono normalmente nei licei dei piani di istituto, che sottostanno ai piani cantonali, ma ogni sede ha una certa libertà di manovra. In agosto, nell’offrire questi corsi nelle principali regioni del Cantone, l’idea è stata proprio quella di conseguire un’unità di materia: fornire gli stessi contenuti, quindi un dossier con esercizi uguali, uniformati per tutte le sedi: un primo risultato da affinare nel tempo. Abbiamo per questo avuto un momento di incontro tra i docenti delle varie sedi e gli studenti universitari dell’associazione. Abbiamo realizzato obiettivi comuni, sulla base del materiale che la nostra associazione aveva elaborato da dieci anni a questa parte e quello dei docenti. La nostra associazione non ha certo la pretesa di essere professionista, ma quanto siamo riusciti a raggiungere, insieme al Decs, lo trovo un grande valore aggiunto, che va a favore degli studenti e delle famiglie».