Correva l’anno 1879 quando i due fratelli Giovanni Battista e Celestino Leoni, originari di Contone, oggi comune di Gambarogno, non trovando occupazione in patria decisero di emigrare in direzione di Bratislava, ora capitale della Slovacchia e allora parte dell’Impero austro-ungarico. La scelta della destinazione fu probabilmente casuale non avendo i due giovani alcun punto di appoggio o di riferimento da parte di connazionali, i cui flussi migratori erano perlopiù rivolti verso altri paesi europei se non oltremare. Del loro soggiorno a Bratislava non si hanno testimonianze. Di Celestino si persero addirittura le tracce mentre si sa che il fratello approdò poco dopo a Vienna dove riuscì a trovare lavoro in una ditta specializzata nella pulizia dei camini. Vi lavorò per alcuni anni prima di mettersi in proprio allorché gli venne offerta la possibilità di coprire quale spazzacamino il distretto di Kaltenleutgeben alla periferia di Vienna dove nel frattempo si era stabilito con la famiglia.
Contemporaneamente il figlio Ludwig si era pure avviato alla professione di spazzacamino seguendo la formazione dall’apprendistato fino all’ottenimento della maestria che gli permise nel 1919, alla morte del padre, di continuare l’attività della piccola azienda familiare. Ludwig ebbe a sua volta un figlio, di nome Hans, nato nel 1931, che pure continuò la tradizione professionale di famiglia, in fondo più per necessità che per scelta spontanea. La seconda guerra mondiale era appena terminata e la situazione, ricorda Hans Leoni, era catastrofica. Sul mercato del lavoro infatti mancava la manodopera; gran parte degli uomini era morta al fronte sicché Hans ritenne un dovere imprescindibile aiutare il padre nel suo lavoro. Ottenuto il diploma di maestria quale spazzacamino egli iniziò a lavorare nella piccola azienda paterna di cui assunse la gestione succedendo alla morte del padre nel 1952. Ancora oggi riaffiorano nella sua memoria le ristrettezze, le sofferenze e le paure vissute durante la guerra quando rievoca i bombardamenti aerei su Vienna, le ripetute interruzioni delle lezioni di scuola e le ore trascorse nei rifugi antiaerei nonché i frequenti cambiamenti di sede scolastica dal centro cittadino verso la campagna, siccome gli edifici scolastici venivano adibiti a lazzaretti. Con un profondo senso di riconoscenza verso il nostro Paese rammenta le regolari distribuzioni, al termine del conflitto mondiale, di pacchi dono di generi alimentari provenienti dalla Svizzera, un sollievo per molti abitanti.
A differenza dei suoi antenati che con il cantone di origine hanno tenuto contatti molto sporadici, Hans Leoni ha riallacciato i legami con il Ticino che più volte ha visitato, riannodando relazioni di parentela, e soprattutto frequentando i raduni che le associazioni professionali organizzavano al museo degli spazzacamini a Santa Maria in Val Vigezzo. Un’occasione questa che gli ha consentito di scoprire momenti della storia dell’emigrazione ticinese e in particolare il tristissimo capitolo dello sfruttamento di minorenni quali spazzacamini. Hans Leoni ha deposto gli attrezzi di lavoro nel 1996 a 65 anni. Con lui finisce la generazione degli spazzacamini della sua famiglia, avendo suo figlio preferito avviarsi agli studi accademici. Ma probabilmente si esaurisce con i Leoni la presenza di spazzacamini ticinesi nella capitale austriaca non essendoci testimonianze, a sua conoscenza, di altri emigranti ticinesi operanti a Vienna in questa professione.