Offrire alla popolazione spazi pubblici concepiti per soddisfare le esigenze delle sue diverse fasce, in funzione dell’età, delle diverse abilità, ma in particolare tenendo conto delle differenze fra donne e uomini. La prospettiva di genere nella pianificazione del territorio nella nostra regione è un tema emergente. La riflessione si è però già sviluppata da alcuni decenni nel resto della Svizzera e buone pratiche sono riscontrabili anche nella vicina Italia. Singole iniziative all’avanguardia non mancano comunque nemmeno nel nostro Cantone, come dimostra il percorso del Comune di Mendrisio. In una giornata di riflessione intitolata «Che genere di territorio», organizzata a inizio giugno al Monte Verità di Ascona da tre servizi cantonali – Divisione dell’ambiente del Dipartimento del territorio, Servizio delle pari opportunità della Cancelleria dello Stato e Divisione della formazione professionale del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport – si è partiti dall’esperienza dell’associazione LARES, attiva nella Svizzera tedesca e romanda a favore di un cambiamento culturale nella pianificazione e nella costruzione da declinare in una visione di genere.
LARES, il cui nome di origine latina fa riferimento agli spiriti protettori romani, è stata fondata nel 2013 a Berna sulla base di un precedente progetto cittadino sostenuto dalla Confederazione. Il successivo sviluppo in Romandia risale al 2019 dopo una presentazione simile a quella avvenuta in Ticino. L’obiettivo dell’associazione è di promuovere una società fondata sul partenariato fra donne, uomini e tutti coloro che si definiscono in altro modo, rendendo visibili le esigenze dei diversi generi a livello di utilizzo dello spazio. In questi anni LARES ha consigliato e accompagnato nel nostro Paese enti pubblici e collettività in progetti di trasformazione dello spazio urbano facendo della visione di genere il filo conduttore dei medesimi.
Sarah Droz, membro di comitato LARES Svizzera, di professione ingegnera della mobilità, ha illustrato ad Ascona come si procede per integrare i principi di questa visione nei progetti concreti. Spiega la rappresentante di LARES: «Innanzitutto è necessario capire che si agisce a più livelli: dalla struttura urbana (alloggi e spazi esterni) alla disponibilità di negozi e servizi, dalle infrastrutture sociali (come le scuole) alla mobilità, al senso di sicurezza. Al centro dell’attenzione rimangono le esigenze quotidiane di donne e uomini, esigenze che variano a dipendenza dei ruoli che ognuno assume nella società».
Un altro aspetto rilevante riguarda le tappe degli interventi. Prosegue la nostra interlocutrice: «La prospettiva di genere va integrata nella visione del committente così come nelle diverse fasi di allestimento del progetto a cominciare dal concorso. È il caso del parco di quartiere Pfingstweid a Zurigo, per il quale le nostre raccomandazioni sono state inserite già nel bando di concorso. Il parco può così soddisfare le aspettative di tutti i suoi fruitori con aree destinate a diverse attività ed altre più tranquille. Grazie alle alberature sono state create schermature naturali che suddividono le varie zone favorendo un senso di sicurezza poiché si evitano spazi troppo chiusi». Per Sarah Droz è inoltre importante mostrare dal vivo le situazioni reali attraverso passeggiate urbane (a programma nella giornata ticinese) «per rendersi conto non solo di chi utilizza determinati spazi ma anche di chi non li utilizza e perché».
Per facilitare l’attuazione di progetti inclusivi e partecipativi, LARES ha pubblicato una guida sostenuta da diversi partner fra i quali i Cantoni che hanno già beneficiato della sua consulenza. La versione in italiano, realizzata in collaborazione con il Cantone Ticino e arricchita con esempi locali, è stata presentata all’evento asconese. «I punti cardinali del genere nella pianificazione del territorio» è il titolo dell’opuscolo destinato a professionisti e professioniste del settore come pure alle persone che si occupano di imprenditoria, investimenti, insegnamento o sono comunque interessate all’argomento.
La guida – spiega Rachele Santoro, delegata cantonale per le pari opportunità e coordinatrice della giornata di riflessione – è uno strumento di base per capire cosa significa operare in una prospettiva di genere nell’ambito della pianificazione e della costruzione e come in seguito passare all’azione. Le Città che si sono già attivate in tal senso, come Berna e Ginevra, dimostrano le opportunità legate a questa visione. Nella Città sul Lemano, ad esempio, sono state rinominate cento strade al femminile e si sono ripensate le illuminazioni su determinati percorsi per renderli più sicuri. Gli interventi non sono sempre eclatanti. Il problema è piuttosto la mancanza di consapevolezza dovuta al fatto che alcuni stereotipi sono talmente interiorizzati da non essere percepibili come può essere il caso di un’area ricreativa scolastica con spazi destinati in prevalenza a giochi maschili. Con la guida di LARES si spera di sensibilizzare in particolare i Comuni. È infatti a questo livello che si riqualificano maggiormente gli spazi urbani ed è quindi l’ambito ideale per agire auspicando anche il coinvolgimento di chi vive la quotidianità dei luoghi».
Fra i luoghi dove la prospettiva di genere è da alcuni anni al centro dell’attenzione figura la Città di Mendrisio. «La riflessione su questo tema – spiega la vicesindaca Francesca Luisoni – è partita nel 2016 con una mozione interpartitica che chiedeva di aderire alla «Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale» e di introdurre il Bilancio di genere. Quest’ultimo ha costituito un grande lavoro, conclusosi nel 2020, grazie al quale si è messa a fuoco la tematica e sensibilizzata l’amministrazione comunale. Su questa base sono stati realizzati alcuni progetti, come le «Vie al femminile», ma l’impegno maggiore inizia proprio ora con la nuova fase costituita dal «Piano di Azione per le Politiche di genere» presentato due settimane fa». La nuova sensibilità politica di Mendrisio ha portato anche alla creazione dello specifico Dicastero delle politiche di genere affidato a Françoise Gehring. Nel corso della presentazione del Piano di Azione la capodicastero ha sottolineato che «leggere la realtà con gli occhiali di genere significa aprirsi a una società più inclusiva, forte e dinamica». «La prospettiva di genere – conferma Francesca Luisoni – è ora applicata nell’esame e nella realizzazione di ogni progetto, in particolare al momento attuale in quello del nuovo comparto della stazione ferroviaria». A questo proposito la presentazione dell’associazione LARES ha fornito a Francesca Luisoni nuovi elementi mirati che la Città di Mendrisio può fare propri nel suo percorso.
Volgendo lo sguardo a sud, si può prendere ispirazione anche da Milano che si sta muovendo secondo principi analoghi. Risalgono all’anno scorso due iniziative dal forte impatto mediatico. Si tratta dell’inaugurazione del primo monumento dedicato a una figura storica femminile e della pubblicazione di Milano Atlante di genere. La statua si trova nella centrale Piazza Belgioioso e ritrae Cristina Trivulzio di Belgioioso, figura di spicco del Risorgimento attiva in molteplici ambiti. L’Atlante rappresenta uno strumento teorico e pratico per pianificare contesti più inclusivi con focus sulle esigenze delle donne e delle minoranze di genere.
Il cambiamento culturale che porta a focalizzare l’attenzione sulle diverse esigenze legate al genere è quindi in atto. Per tutte le nostre interlocutrici si tratta di tenere presente l’obiettivo strategico di questa prospettiva declinandola in singoli interventi di maggiore e minore portata. La visione di genere offre l’opportunità di prendere in considerazione un punto di vista più ampio per migliorare la qualità di vita nelle zone urbane e negli spazi pubblici a favore di ogni categoria di persone che li utilizza. Dalla configurazione di una piazza a quella di un parco giochi, dal nome di una via alla presenza di una statua, dal tragitto concepito nell’ottica casa-scuola-lavoro alla mobilità lenta, le possibilità di intervenire nel territorio offrendo spazio, visibilità e stimoli alle esigenze femminili sono numerose. L’attività dell’associazione LARES dimostra inoltre che autorità ed enti decisi ad affrontare la questione possono beneficiare di un supporto professionale adeguato.