«Tra i vari obiettivi del progetto vi era anche quello di far sedere i Comuni della regione attorno al medesimo tavolo, al fine di portare avanti lo stesso concetto: credo proprio si stia andando in questa direzione. Lo si fa per valorizzare il Locarnese, per tutti i cittadini della zona, ma anche per i turisti. Un processo osservato con particolare attenzione sia dal Cantone che dalla Confederazione». Queste le parole dell’ingegnere forestale Giovanni Monotti, curatore del progetto sull’area di svago del Locarnese, che proprio in queste settimane sta prendendo forma.
Un’idea lanciata qualche anno fa e che, dopo un minuzioso lavoro preparatorio, si sta facendo strada con decisione. Partito nel 2013, grazie all’intuizione dell’allora Ente regionale del turismo, il progetto denominato «Dall’Europa all’Africa lungo una golena» è stato selezionato dalla Confederazione, al pari di altri 32 meritevoli su una rosa di 149 studi inoltrati, quale Progetto modello Sviluppo sostenibile del territorio 2014-2018. «Questo, in particolare, rientra nel tema prioritario degli spazi liberi multifunzionali negli insediamenti e nelle zone di riposo di prossimità negli agglomerati», spiega Monotti.
Ma di che cosa si tratta in concreto? «L’idea di fondo è quella di elaborare un concetto condiviso di sviluppo delle attività legate allo svago che sia identitario del comprensorio, tenendo conto delle molteplici vocazioni dell’area: agricola, naturalistica, paesaggistica, ricreativa e turistica. Il tutto nelle aree circostanti i due fiumi Maggia e Melezza. In buona sostanza si vogliono mettere in rete le aree pubbliche e gli spazi verdi esistenti, grazie ad una serie di interventi e di progetti volti a migliorare l’accessibilità alle zone e ad aumentarne la loro fruibilità» aggiunge ancora l’ingegner Monotti.
«Abbiamo prima di tutto definito un perimetro all’interno del quale operare – una superficie di poco più di 800 ettari – e poi abbiamo lanciato un sondaggio online per raccogliere i pareri dei fruitori di queste aree, le loro esigenze, puntando quindi su un processo partecipativo democratico, non su qualcosa calato dall’alto. Abbiamo avuto più di 5mila visite al sito e oltre 400 risposte al questionario. Questa indagine ci ha permesso di capire che cosa funziona e dove invece ci sono degli aspetti da migliorare o da correggere. In parallelo abbiamo anche eseguito un’attenta e scrupolosa analisi tecnica della zona per scovarne pregi e difetti, punti deboli ma anche le sue qualità. È stato un lavoro importante che ha permesso di caratterizzare nel dettaglio le varie zone, distinguendole per le loro peculiarità e le loro modalità d’uso».
I risultati dell’analisi di dettaglio, come pure quelli del sondaggio, hanno evidenziato gli aspetti positivi e le caratteristiche della zona, ciò che la gente apprezza, ma al contempo anche quei punti che andrebbero migliorati. Ecco perché «abbiamo elaborato una serie di misure concrete, raccolte in un catalogo di schede, distinte in funzione della loro priorità nell’ottica del conseguimento degli obiettivi di progetto». Ma cerchiamo di capire meglio e nel concreto che cosa si potrebbe fare all’interno di questo grande perimetro: «ad esempio mancano panchine, occorre creare delle rampe tra i due argini in modo che anche le mamme con le carrozzine e le persone con difficoltà motorie possano usufruire con maggior facilità degli spazi pianeggianti inferiori». O ancora: «alcune tratte del tracciato principale che si snoda attorno ai due fiumi necessitano di migliorie, anche nell’ottica della loro messa in sicurezza. Inoltre è emerso chiaramente che in tutta la zona c’è penuria di servizi igienici o di aree grill organizzate». Insomma molteplici sono le proposte volte a migliorare queste aree privilegiate e suggestive del Locarnese dove è possibile trascorrere il tempo libero da soli o con tutta la famiglia.
Ma come spiega ancora lo stesso curatore del progetto, accanto a queste proposte sul tavolo ce ne sono molte altre, anche di carattere culturale o di tutela del contesto naturalistico come ad esempio la creazione di itinerari tematici sulla scorta dell’astrovia lungo la Maggia, rispettivamente la promozione di importanti misure volte a contrastare la proliferazione delle piante infestanti, o ancora per valorizzare il patrimonio naturale delle Gole della Maggia.
Ci sono quindi tante idee e la voglia di concretizzarle non manca. «Ora abbiamo uno strumento di lavoro che definisce delle linee guida ed elenca quali misure occorre realizzare per conseguire gli obiettivi prefissati. Bisogna quindi chiarire chi fa che cosa. Per questo stiamo creando un gruppo operativo composto da cinque rappresentanti dei Comuni coinvolti (Locarno, Ascona, Terre di Pedemonte, Losone, Centovalli). Vi sono anche dei partner esterni come il Cantone, l’Ente regionale di sviluppo, il Concordato intercantonale dei trasporti e l’Organizzazione turistica regionale che verranno coinvolti di volta in volta su progetti specifici. Il progetto nel suo complesso ha raccolto gli interessi degli enti e a breve si potrà partire con l’attuazione di alcune misure definite prioritarie, quali la realizzazione e la posa di una cartellonistica unitaria, la realizzazione di panchine e di un sistema di accesso agevolato alle aree di svago» rileva ancora Monotti.
«Dall’Europa all’Africa lungo una golena» è, dunque, un importante progetto che ha permesso di mettere d’accordo più comuni coalizzandoli attorno all’obiettivo principe di promuovere l’area centrale del Locarnese e affermare ancora di più la sua vocazione ricreativa a pieno vantaggio della popolazione locale e dei turisti che la raggiungono e vi soggiornano.