«Yes, we can». Ricordate? Era il vincente slogan di Barack Obama che contribuì al suo ingresso alla Casa Bianca nel 2009. L’ex presidente Usa aveva usato, con una mobilitazione dal basso, anche un’altra idea per sopperire ai costi della campagna elettorale: il crowdfunding, da crowd (folla) e funding (finanziamento), cioè una raccolta fondi online per il finanziamento di progetti di qualsiasi natura. Ebbene, da allora questa singolare modalità di raccolta di versamenti via Internet s’è fatta strada nel mondo, salendo alla ribalta, fino a toccare le nostre latitudini, coniugandosi con il sogno di realizzare progetti locali, coinvolgendo e convincendo gli utenti a contribuire a un’idea innovativa.
Dal furgone ecologico alla sala prove per una filarmonica, da un museo del legno alla creazione di un sentiero bio-geologico. In Ticino opera da quattro anni e mezzo – e in questo momento si trova nel suo pieno rilancio e rinnovo – la piattaforma di crowdfunding www.progettiamo.ch, una delle prime a carattere pubblico che illustrando minuziosamente scopi e finalità di decine di progetti si prefigge di realizzare iniziative di respiro locale messe a punto da chiunque voglia portare a buon fine un’idea, un evento, un servizio, una struttura «purché il progetto abbia un chiaro legame con il territorio ticinese». Promotori di progettiamo.ch sono i quattro Enti regionali per lo sviluppo presenti nel Cantone che hanno quale finalità pubblica – sostenuta da Confederazione, Cantone e Comuni nell’ambito della politica regionale – di promuovere e valorizzare il potenziale economico e territoriale della propria regione.
Ad oggi progettiamo.ch ha realizzato 86 progetti. Per saperne di più sul funzionamento di questo sito online, luogo in cui ogni sogno può divenire realtà, abbiamo avvicinato l’ideatore della piattaforma nonché uno dei promotori attivi in uno dei quattro enti regionali per lo sviluppo, quello del Locarnese e Vallemaggia, Igor Franchini, 41 anni, economista, che dedica parte del suo lavoro come regional manager ad amministrare e gestire la piattaforma. «Chiunque abbia un progetto valido – una persona singola, un’associazione, un gruppo di amici – ha diritto di accesso alla piattaforma» – esordisce il nostro interlocutore, che tuttavia distingue: «Il crowdfunding non è un bancomat, è una vetrina, una possibilità di comunicare al pubblico il proprio messaggio. E non vi è nessun incasso se le promesse di versamento non raggiungono la somma complessiva richiesta».
Come s’inizia? «I progetti – gestiti a livello regionale: 4 amministratori per le 4 regioni, Locarnese, Bellinzonese, Luganese e Mendrisiotto – devono avere un chiaro legame con il territorio ticinese. In generale il nostro obiettivo – sottolinea Franchini – non è quello di scartarli o selezionarli ma di garantire quel livello minimo affinché il progetto abbia reali chances di successo. Spesso i promotori che si rivolgono a noi hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a mettere bene a fuoco gli elementi chiave dei loro progetti. Tra i nostri compiti, quali enti pubblici, c’è quello di supervisionare l’intero processo e fungere da supporto ai promotori dei progetti per rafforzarli nei diversi aspetti: presentazione, foto, video, finalità, preventivo di spesa, somma richiesta e via di seguito».
Come avviene concretamente l’iter? «Facciamo firmare un contratto ai promotori di progetto nel quale si assumono precisi impegni: intanto quello che, se la raccolta fondi va a buon fine, devono ad esempio inviare una lettera di ringraziamento personalizzata a tutti i finanziatori, indicando i benefit di cui hanno diritto. Per benefit s’intende che per ogni fascia di finanziamento può essere prevista una contropartita, non in denaro, ma simbolica, per creare coinvolgimento, perché chi investe si senta parte del progetto. Ricordo ad esempio che un gruppo di giovani che aveva realizzato degli “snow-food” aveva convenuto come benefit in occasione della prima uscita in montagna di gridare al cielo un grazie seguito dal nome di ogni investitore. Una trovata simpatica ed emozionale nello stesso tempo. Ma, aspetto importante, i promotori dei progetti sono tenuti a inviarci i giustificativi contabili di come vengono concretamente utilizzati i fondi. In questo senso noi fungiamo da garanti. Controlliamo il processo da cima a fondo, dalla presentazione online fino alla sua realizzazione. Diamo così garanzia di serietà. Per i finanziatori è fondamentale sapere che c’è un ente terzo che assicura e verifica che i soldi versati siano effettivamente investiti per la realizzazione del progetto».
Accedendo alla piattaforma gestita dai 4 Enti regionali di sviluppo si visualizzano immediatamente e chiaramente le finalità di ogni crowdfunding: aprendo ogni scheda di progetto vi si possono inoltre leggere gli scopi, i nomi dei promotori, la somma complessiva richiesta e le modalità, e con pochi e semplici clic gli utenti interessati possono aderire ai progetti con il loro sostegno. «Quel che noi diciamo ai promotori è che maggiore è il loro attivismo, via e-mail o social ma soprattutto attraverso il contatto diretto con tutti i potenziali interessati, più il crowdfunding funziona», sottolinea Franchini, che aggiunge: «I progetti sono suddivisi in tre sezioni: la sezione “sosteniamo” (progetti legati al territorio, iniziative culturali, ecc.); la sezione “doniamo” (sono i classici progetti di solidarietà legati ad esempio all’infanzia, a un orto didattico biologico o alla protezione degli animali) e la sezione “finanziamo” che prevede progetti a scopo di lucro ma che in genere si distinguono per un forte legame sociale e con il territorio, ad esempio l’aiuto per la produzione della farina bona, o l’acquisto di un furgone per una società attiva nel riciclaggio di rifiuti, sempre e comunque al centro c’è una causa sociale e il potenziale interesse di una comunità locale, una peculiarità essenziale affinché l’iniziativa sia attrattiva e possa ottenere riscontri concreti».
Ma come vi distinguete dalle altre piattaforme di crowdfunding? «Una differenza importante è che la nostra piattaforma è completamente gratuita, non tratteniamo alcuna commissione sugli importi raccolti. Garantiamo così che il 100% dei fondi vada a beneficio dei progetti. Aiutiamo inoltre i promotori ad accedere anche ai canali tradizionali per finanziare i progetti, quali i Fondi di promovimento regionale. In media si riescono a raccogliere con il solo crowdfunding 4mila franchi a progetto. La rimanenza viene racimolata con i canali e i tipi di raccolte tradizionali, dai mezzi propri dei singoli promotori, i quali si attivano, in taluni casi, a ricercare aiuti anche da fondazioni o altri enti terzi. Tutte le modalità di finanziamento sono esplicitate in modo trasparente nel sito».
Ma tutti onorano poi effettivamente la promessa di pagamento? «Più del 95% delle somme promesse vengono versate. Il contributo medio singolo è di 200 franchi. I tempi di realizzazione? Ogni progetto può fissare le proprie tempistiche. In media qualche mese è sufficiente per portare a buon fine un’iniziativa».
Qual è il consuntivo odierno di progettiamo.ch? «Attualmente i progetti realizzati sono 86. Il tasso di successo è pari al 76%, una percentuale superiore alla media internazionale, che si attesta attorno al 60%». Significa dunque che 1 su 4 fallisce? «Sì, ed è fisiologico. Ma 3 su 4 ce la fanno».
A quali nuovi orizzonti guarda progettiamo.ch, al traguardo dei suoi quattro anni e mezzo di attività? «Stiamo completamente rinnovando il sito. Prevediamo pertanto entro dicembre-gennaio di potenziare e rilanciare la piattaforma, lasciando comunque immutato il suo spirito e le sue finalità».