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Senza rifiuti in montagna con Sherpa

Iniziative - Il progetto Montagne Pulite sensibilizza escursionisti e gestori delle capanne e dei rifugi in merito allo smaltimento corretto degli scarti amplia il raggio d’azione della nuova iniziativa
/ 13.08.2018
di Elia Stampanoni

Una gita in montagna significa aria aperta, natura e ambienti incontaminati. Per godere appieno di giornate spensierate, un buon pranzo al sacco o in capanna sono l’ideale. Una situazione che può però avere degli strascichi poco piacevoli per chi si occupa di gestire le capanne alpine, a volte sommerse dai rifiuti lasciati sul posto dagli avventori.

Rifiuti che sono in continuo aumento, sia per il numero di persone che frequentano le montagne, sia per le mutate abitudini del consumatore, sempre più abituato a imballaggi e prodotti confezionati o altri generi di consumo che creano scarti. A questo si aggiunge poi anche il littering, malcostume che vede la spazzatura lasciata con noncuranza nell’ambiente e che non ha limiti. Non solo su marciapiedi, strade o piazze: purtroppo il littering arriva anche nei parchi, nei prati, sui laghi e, appunto, in montagna.

L’abbandono e l’accumulo di rifiuti in montagna è un problema crescente che nel 2015 ha portato all’ideazione del progetto Montagne Pulite, promosso dal Dipartimento del territorio del Canton Ticino con il sostegno dell’Azienda cantonale dei rifiuti, Banca Stato e Associazione svizzera non fumatori.

Marcello Martinoni, geografo e coordinatore del progetto, ci spiega il concetto di questa iniziativa: «Montagne pulite nasce per favorire la gestione efficace e sostenibile delle capanne alpine sul territorio ticinese e in particolare dei rifiuti. Il modo migliore di smaltirli è di riportarli a valle, anche perché molte capanne o rifugi alpini non sono raggiungibili con veicoli e quindi il problema diventa ancora più importante e le soluzioni più costose».

Il progetto mira in particolare a sensibilizzare gli utenti della montagna nel produrre meno rifiuti e nel gestirli meglio, ma prevede pure la messa in rete dei gestori delle capanne e dei rifugi per permettere e incentivare uno scambio di esperienze, anche oltre i confini cantonali, così da trovare le strategie migliori da applicare. 

Il motto dell’iniziativa, che ha già raccolto l’adesione di una ventina di capanne e rifugi, è semplice ed esplicito: «Dai un valido contributo se porti a casa i tuoi rifiuti». Gestire i rifiuti in alta montagna non è semplice, dato che devono essere stoccati per molto tempo in attesa del trasporto a valle. Inoltre, per le capanne, smaltire correttamente i rifiuti significa creare ulteriori spese per i trasporti, siano essi con mezzi motorizzati oppure, sovente, tramite ancor più costosi e invadenti voli in elicottero a fine o metà stagione. 

Per incentivare questa piccola ma facile abitudine è quindi stato integrato nel programma di Montagne Pulite il progetto Sherpa, che si rifà all’idea delle guide e dei portatori di alta quota ingaggiati per le spedizioni himalayane. Qui non si tratta però di trasportare pesanti attrezzature e viveri, ma semplicemente di riportare a valle i rifiuti prodotti in montagna. Le capanne e i rifugi aderenti sono muniti di un espositore con una breve spiegazione del progetto, dove gli escursionisti possono trovare dei sacchetti contenenti spazzature da portare «a casa» per poi eliminarli in modo corretto. 

Mentre il gestore può impegnarsi a produrre meno rifiuti, l’escursionista può contribuire portando a casa i propri (e quelli degli altri ospiti) per mantenere la montagna pulita. «È un piccolo gesto – commenta Martinoni – ma noi crediamo che proprio dal piccolo nasca la meraviglia. In questo modo, oltre a dare il buon esempio, si può dare un concreto aiuto alle capanne nel non accumulare troppi rifiuti, diminuendo i costi ambientali e finanziari di voli in elicottero e partecipando nel contempo a mantenere un ambiente bello, pulito e sano». 

Come incoraggiamento è pure stato abbinato un concorso a cui partecipano tutti i piccoli sherpa che compilano il libro degli ospiti in capanna. «I partecipanti possono inoltre conservare il sacchetto, una borsa di stoffa comoda per portare con sé lo spuntino la prossima volta che si andrà in montagna, senza lasciare rifiuti», aggiunge Alice Guglielmetti, collaboratrice di Montagne Pulite.

Nel 2017 oltre un centinaio di persone hanno partecipato al progetto Sherpa presso la Capanna Tamaro, mentre con la nuova stagione hanno aderito anche la capanna UTOE dell’Adula e la capanna Bovarina: «È l’occasione per dare un sostegno concreto alle capanne e alla natura. E magari, chi lo sa, è pure l’occasione per vincere i premi in palio», conclude Alice Guglielmetti.

Il progetto Montagne Pulite si focalizza anche sulla gestione delle acque luride e, come detto, sul littering, come ci conferma Marcello Martinoni: «I rifiuti abbandonati rovinano il paesaggio, inquinano e possono rappresentare un serio pericolo per gli animali. Cartelli, sottopiatti e documenti di sensibilizzazione sono stati pertanto ideati nel contesto del progetto e sono a disposizione di chi gestisce le strutture ricettive in montagna. Per le scuole è invece stata ideata una scheda con consigli utili per preparare la classe alla gita in montagna e alla visita in capanna; un’uscita che, oltre all’attività fisica, offre numerosi spunti educativi e didattici». 

Educare e coinvolgere tutte le persone che beneficiano delle bellezze delle nostre montagne può avere un grande effetto positivo sull’ambiente, considerando che un rifiuto abbandonato nella natura impiega troppo tempo per decomporsi: un semplice mozzicone di sigaretta impiega da 1 a 5 anni, una lattina da 20 a 100 anni, ma anche una buccia di banana, benché biodegradabile, impiega due mesi a decomporsi. «La gestione responsabile dei rifiuti in montagna è questione di buon senso e tutti noi possiamo dare un contributo», conclude Martinoni. 

Delicata anche la questione delle acque, bene prezioso. Da un lato s’invita a farne un uso parsimonioso nelle docce e nei servizi igienici, dall’altra si ricorda l’utenza che dalle capanne non partono tubi della fognatura che arrivano al depuratore, ma ci sono fosse settiche che hanno i loro limiti. 

Nel suo anno di lancio le capanne e i rifugi aderenti al progetto Montagne pulite erano sei, che nel 2018 sono passati a 19: Adula CAS, Adula UTOE, Albagno, Monte Bar, Bovarina, Alpe di Brusino, Campo Tencia, Cava, Cristallina, Curzútt, Monti di Lego, Patriziato di Lodrino, Rifugio Alpe Masnee, Michela-Motterascio, Capanna Pairolo, Pian d’Alpe UTOE, Soveltra, Monte Tamaro, Tremorgio.