Sempre più «a rischio»

Mondoanimale - Aggiornata la lista rossa svizzera delle specie in pericolo di estinzione
/ 31.10.2022
di Maria Grazia Buletti

«La distruzione degli habitat, il commercio illegale, il bracconaggio, l’inquinamento e i cambiamenti climatici»: questi sono i fattori che secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), foreste e paesaggi determinano la minaccia quotidiana della biodiversità. La conseguenza di tali atteggiamenti sconsiderati dell’essere umano è il serio rischio di estinzione di migliaia di animali.

Ciò di cui troppo spesso ci si dimentica sono le ripercussioni che la scomparsa di queste specie potrebbe avere sull’equilibrio globale del nostro Pianeta. Ad aiutarci a monitorare la situazione, nota oramai da tempo, sono le «Liste rosse», costantemente aggiornate. Esse contengono diversi segnali d’allarme, come ben spiega l’Ufam: «Non sono pubblicate solamente per gli esperti, ma per tutta la popolazione, e forniscono informazioni prive di ogni retorica sul successo o l’insuccesso della protezione delle specie, offrendo pure quelle basi indispensabili e parecchie argomentazioni per una protezione più efficiente della natura».

La nuova raccolta di «Liste rosse» degli animali minacciati in Svizzera ne contiene ben diciassette, a rappresentare altrettanti differenti gruppi di animali. Undici di queste liste sono pubblicate per la prima volta e si riferiscono a importanti gruppi indicatori come pipistrelli, altri mammiferi, molluschi, efemerotteri (ndr: ordine di insetti a metamorfosi incompleta, viventi in acque dolci negli stadi preimaginali), cavallette, api, formiche e via elencando.

Ogni Lista rossa è esaustiva sul numero di specie, grado di minaccia, vita ed esigenze per rapporto all’habitat della specie a rischio in questione. Sul fronte del Wwf Svizzera fa testo il nuovo «Living Planet Report 2022» che rileva le variazioni delle specie inserite o tolte dalla nuova Lista rossa: «Tra il 1990 e il 2017 la densità di lepri brune in Svizzera è scesa da 4,5 a 2,5 capi per 100 ettari; mentre è scomparso un gallo cedrone su tre».

Inoltre, negli ultimi 25 anni la popolazione di ricci nella nostra Nazione è diminuita drasticamente: «Per esempio, a Zurigo la diminuzione è stata del 40 per cento e ne rimangono attualmente solo 900 esemplari». Sul fronte internazionale non va meglio: lo scorso mese di luglio l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn) ha aggiornato la sua «Lista rossa» delle specie minacciate, ulteriore indicatore critico della salute della biodiversità mondiale. Questa ultima versione della lista conta più di 150mila specie, di cui 41’459 sono state ritenute a rischio di estinzione.

Parecchi sono gli esempi a suffragio dell’allarme lanciato con cognizione di causa dall’Uicn. Per citarne qualcuno, da quest’anno è entrata nella Lista rossa una nuova specie di farfalla: «La monarca migratrice, un esemplare capace di percorrere ogni anno migliaia di chilometri per riprodursi. In occidente la popolazione di questa farfalla è in costante declino, e dagli anni Ottanta è diminuita di ben il 99,9 per cento». I cambiamenti climatici e la distruzione dell’habitat in cui vive ostacolano la sua sopravvivenza: «Ora la questione è lottare per permettere la sopravvivenza di un numero sufficiente di farfalle, in modo da avere le popolazioni che riescano a riprodursi e prevenire l’estinzione».

La nuova lista internazionale cita come nuove specie a rischio anche lo storione: «Tutte le specie di storione ancora viventi nell’emisfero settentrionale sono adesso minacciate di estinzione a causa delle dighe e del bracconaggio. Quello dello storione si è rivelato un declino più pronunciato di quanto si pensasse in precedenza».

L’occasione per provare a riflettere è data dalla Conferenza mondiale sulla conservazione che si terrà a dicembre a Montreal (Canada), quando sarà negoziato un nuovo accordo globale sulla conservazione della diversità biologica con l’obiettivo di fermare l’estinzione delle specie e il degrado dell’ecosistema. «La perdita di flora e fauna può essere arrestata». Così afferma dal canto suo il direttore di Wwf Svizzera Thomas Vellacott che sottolinea: «Con un maggior numero di aree protette, un cambiamento nella gestione del territorio e un consumo più sostenibile, è possibile arrestare la perdita di biodiversità».

Questa è una lotta che però registra pure dei successi, scrive sempre il Wwf nella sua relazione Pianeta Vivente 2022, citando la reintroduzione del gipeto barbuto che è iniziata nel 1991 con tre giovani volatili di questa specie: «Ora, nei cieli svizzeri volano circa 250 di questi enormi volatili. Ma non è tutto, perché rispetto al rilevamento del 2008 il castoro ha raddoppiato la propria popolazione, arrivando a 3500 esemplari».

In sintesi: le nuove Liste rosse segnalate da Wwf Svizzera vedono uscire il gipeto e il castoro, mentre nuove entrate sono malauguratamente il riccio, il gallo cedrone e la lepre, per i quali bisognerà trovare al più presto adeguate strategie atte ad arrestare la loro diminuzione e a migliorare la loro presenza sul territorio elvetico.